Papa Wojtyla, 40 anni fa l'attentato: dai colpi di pistola, a San Pietro, fino alla grazia
Ora l'attentatore di Wojtyla è un uomo libero: ecco cosa successe il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro
Oggi, giovedì 13 maggio, sono esattamente 40 anni dall'attentato a Papa Wojtyla: un evento che sconvolse il mondo cattolico e non solo. Era il 1981 quando in una piazza San Pietro affollatissima Papa Giovanni Paolo II si accasciò sulla papamobile gravemente colpito da due colpi di pistola. Il responsabile era Ali Agca, il terrorista turco perdonato e graziato.
Papa Wojtyla, 40 anni fa l'attentato: dai colpi di pistola a San Pietro alla grazia
Durante l'udienza generale, contro Papa Giovanni Paolo II, 40 anni fa, il terrorista sparò quattro colpi in tutto, due dei quali andarono a segno. Ali Agca, tiratore esperto, si trovava solo a pochi metri da lui. Il Papa cadde per terra, sorretto dalle sue guardie del corpo e per lui sembrava non ci fosse niente da fare. Dopo oltre 5 ore di intervento però i medici riuscirono a salvarlo.
Erano le 17.17 del 13 maggio 1981 quando i colpi di pistola spaventarono i fedeli a piazza San Pietro: Papa Wojtyla aveva appena abbracciato una bambina, Sara Bartoli, di un anno e mezzo, ma ecco che un attimo dopo il suo abito bianchissimo si tinse del rosso del suo sangue.
Ci fu un grande panico generale: il terrorista colpì prima l'addome e subito dopo la mano del Pontefice. Tutti scapparono via impauriti e l'ambulanza - a causa della confusione generale creatasi dopo gli spari - tardò ad arrivare: Karol Wojtyla sembrava morto sul colpo. Ma invece non fu così. Il Papa riuscì a sopravvivere anche al violento attentato contro di lui che sconvolse il mondo 40 anni fa.
Papa Wojtyla, attentato 40 anni fa: il perdono e la grazia al terrorista che sparò
Due anni dopo, nel Natale del 1983, Papa Wojtyla fece visita in prigione al suo attentatore. Il motivo? Voleva perdonarlo. "Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fiducia. Quello che ci siamo detti è un segreto tra me e lui" disse il Pontefice dopo il loro incontro.
Ma non finisce qui. Ali Agca, condannato all'ergastolo e oggi ancora in vita, non rivelò mai il vero mandante dell'attentato anche se secondo Gian Franco Svidercoschi, decano dei vaticanisti e amico di Wojtyla, fu il Kgb a ordinargli di sparare colpi contro Giovanni Paolo II quel 13 maggio 1981.
Agca, l’uomo che sparò al Pontefice con una Browning calibro 9, era un terrorista turco dei Lupi grigi, gruppo di estrema destra, ma oggi è un uomo libero. Nel 2000 infatti l'allora presidente Ciampi lo graziò e lo fece estradare in Turchia.
Di Giorgia Belfiore