Rapinatori uccisi a Cuneo: vi diciamo perché il gioielliere ha reagito così
Sei anni fa il gioielliere e la figlia vennero picchiati e rapinati da una coppia di sinti nel loro negozio: il bottino dei banditi fu di 300.000 euro
Il gioielliere, che ieri si è difeso uccidendo due rapinatori in provincia di Cuneo, era già stato vittima di una violenta rapina. Per questo era armato ed avrebbe deciso di difendersi. Era il 22 maggio di 2 anni fa, quando un uomo ed una donna, ambedue di etnia sinti, si presentarono nel suo negozio, fingendosi interessati all’acquisto. Improvvisamente i due, estraendo le armi opportunamente nascoste, immobilizzarono il titolare e la figlia con delle fascette senza dimenticare di riempirli di botte. Poterono, così, agire indisturbati ed andarsene indisturbati dalla gioielleria con un bottino di circa 300.000 euro.
Rapina a Cuneo, 2 banditi morti: ecco perché l'orefice ha reagito così
Gravi i danni, oltre a quelli economici, riportati da padre e figlia: trasportati al pronto soccorso dell'ospedale di Alba, entrambi dovettero ricevere cure mediche. Al padre vennero dati 30 giorni di prognosi, alla figlia cinque. I due sinti, coniugi 45enni, vennero arrestati: durante la perquisizione nella loro abitazione vennero rinvenuti oltre 10 kg di gioielleria. Probabile, che ieri sera, il gioielliere esasperato, abbia deciso di non essere nuovamente una vittima ed è andata come sappiamo: due morti ed un ferito. Meglio loro che lui, avrà giustamente pensato.