Terroristi arrestati in Francia: chi sono i tre che rischiano di farla franca
Bergamin era il "socio" di Battisti, Di Marzio è a pochi giorni dalla prescrizione, sulla testa di Ventura pendono oltre 20 anni di condanne
Terroristi che hanno vissuto la loro vita in fuga e che non hanno mai pagato, o solo in parte i loro reati di decenni fa. 7 sono in manette in Francia ma 3 restano in fuga e rischiano, ancora una volta, di restare impuniti. Vi diciamo chi sono i tre terroristi latitanti e ricercati dalla polizia francese.
Terroristi arrestati in Francia: in fuga Bergamin "la mente" della banda Battisti
Luigi Bergamin, mente pensante dei Proletari Armati per il Comunismo, con il più noto Cesare Battisti, è stato condannato a 16 anni e 11 mesi per l’omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti. Luigi Bergamin, 60 anni, nato a Carmignao del Brenta, fu l’ideologo dei Pac.
Nato a Cittadella il 31 agosto del 1948 fino ai 30 anni ha vissuto con i genitori a Carmignano del Brenta: in questo periodo si laurea e svolge, anche, il servizio di leva. La svolta politica avviene dopo il trasferimento a Cinisello Balsamo: qui conosce Enrica Migliorati, molto vicina a "Prima Linea", che parteciperà all'omicidio del maresciallo Santoro. Insegnante di ragioneria al centro professionale "Martin Luter King" di Melzo, è stato uno dei principali animatori dei Pac.
Terroristi in fuga in Francia: Maurizio Di Marzio vicino alla prescrizione
Maurizio di Marzio, ex brigatista, ha partecipato a vari reati tra il 1981 ed il 1982: i più noti l’attentato contro Enzo Retrosi dirigente dell' ufficio provinciale del collocamento di Roma e a quello contro il docente universitario Giuseppe Macagna, oltre che al sequestro di Nicola Simone. Deve scontare gli ultimi 5 anni solo per quest’ultimo reato ma per lui la prescrizione è vicina: scatta il 10 maggio. Se non viene arrestato potrebbe farla franca.
Terroristi ricercati in Francia: c'è anche Raffaele Ventura condannato come responsabile morale dell'omicidio Custra
Raffaele Ventura, ai tempi esponente delle Formazioni comuniste combattenti, è condannato ad oltre vent’anni perché condannato per la responsabilità morale nell’omicidio del vice brigadiere Antonio Custra, ucciso in via De Amicis a Milano durante una manifestazione: era il maggio del ’77.