Moby Prince: trent'anni dalla tragedia in cui morirono bruciate 140 persone
La notte del 10 aprile 1991 un traghetto carico di passeggeri ed equipaggio si scontra con una petroliera. Si salverà solo il mozzo.
Famiglie che andavano in vacanza, lavoratori che tornavano a casa, bambini e ragazzi sorridenti in attesa di godersi il mare, l’equipaggio solerte a lavorare su un percorso che per loro era consuetudine. Era una tranquilla sera del ’91, per l’esattezza il 10 aprile, è nessuno di loro arriverà al mare o tornerà dalle proprie famiglie, o meglio solo uno. E’ la storia del disastro della Moby Prince, traghetto salpato da Livorno per Olbia, dove non giungerà mai. Alle 22.25 di una serena nottata di primavera su quella nave moriranno arse vive 140 persone, tra i 76 passeggeri ed i 64 membri dell’equipaggio. Solo uno si salverà: il mozzo Alessio Bertrand, 23 anni al tempo, ma la sua vita sarà segnata per sempre dall’incubo di quella notte. Una storia con tanti morti e poche risposte chiare. A distanza di trent’anni ci sono ancora diversi lati oscuri: perché ci fu un ritardo di quasi un’ora e mezza nei soccorsi, perché nessuno dalla capitaneria di porto sentì il Mayday del traghetto, perché gli aiuti si concentrarono sulla petroliera.
Il rogo della Moby Prince
La Moby Prince salpa, alle 22.05, dal porto di Livorno, direzione Olbia: nessuno, a bordo, può sospettare quello che accadrà solo 20 minuti dopo. Il traghetto si scontra con la petroliera Agip Abruzzo, un “bestione” carico di 2.700 tonnellate di petrolio. Il combustibile uscito dallo squarcio della fiancata si riversa sulla Moby Prince e, in un secondo, comincia l’inferno. Drammatica la richiesta d’aiuto lanciata dal comandante del traghetto: “Mayday Mayday Mayday, Moby Prince Moby Prince Moby Prince, Mayday Mayday Mayday, Moby Prince! Siamo in collisione, siamo entrati in collisione e prendiamo fuoco! Siamo entrati in collisione e prendiamo fuoco! Mayday Mayday Mayday, Moby Prince, siamo in collisione ci serve aiuto!”. L’appello, tuttavia, resta inascoltato ed i soccorsi arrivano solo un’ora e venti dopo. La Moby Prince ormai è un rottame fumante carico di corpi carbonizzati. Si salva solo Bertrand, lo trovano aggrappato ad una ringhiera: è lì da più di un’ora, ha sentito le urla della gente che bruciava intorno a lui: quelle voci resteranno nella sua mente per tutta la vita.