Blocco AstraZeneca: Italia costretta a cambiare il piano vaccinale

Se arriva il semaforo rosso dell'Ema rischiano di saltare forniture per milioni di dosi

Lo stop ad AstraZeneca rischia di cambiare il piano vaccini del Governo. In attesa che domani, giovedì 18 marzo, l’Ema finisca i suoi accertamenti, l’Italia attende, ben conscia che se l’ok dovrebbe arrivare tra più di 4 giorni andrebbero perse  200mila vaccinazioni. AstraZeneca, secondo il piano vaccini, avrebbe dovuto inviare oltre 10 milioni di dosi tra aprile e maggio ed addirittura 24,7 milioni il trimestre successivo. Per intenderci per il primo trimestre erano stati 5,3 milioni.

“In caso di ripresa delle somministrazioni con AstraZeneca, a partire dal 18 marzo, il rallentamento potrà essere riassorbito nell'arco di un paio di settimane, anche grazie all’incremento della quantità del vaccino Pfizer stimato in 707.850 dosi" spiegano da Palazzo Chigi. Molto più complicata la situazione se l’Ema dovesse confermare il blocco del vaccino sotto accusa: per l’Italia vorrebbe dire un calo consistente delle forniture con tutte le conseguenze del caso. Sarebbero oltre 10 milioni in meno quelle a disposizione nel secondo trimestre di quest'anno: la fornitura complessiva scenderebbe così a 42,4 milioni tra Pfizer, Moderna, J&J e Curevac, quest’ultimo ancora da approvare. La parte più consistente, quasi 25 milioni di dosi, è previsto sia fornita da Pfizer.