Processo Ilva Taranto: i Riva rischiano rispettivamente 28 e 25 anni

L'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale

Concorso in associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro: è questa l’accusa che pende sulle teste di Fabio e Nicola Riva, ex proprietari dell’Ilva di Taranto, nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto” sull’inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico. Per loro la procura di Taranto a chiesto rispettivamente 28 e 25 anni. Con loro a processo ci sono altre 44 persone e tre società.

Cinque anni di reclusione, invece, sono stati chiesti per l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che è accusato di concussione aggravata in concorso, in quanto, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbe esercitato pressioni sull'allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far "ammorbidire" la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva.