Covid, rara variante in Campania: "Mai vista prima in Italia". 6 Regioni verso l'arancione

La variante si chiama B.1.525 e fino ad oggi è stata trovata solo in una trentina di casi in Gran Bretagna

Scoperta una nuova variante napoletana del Covid 19 in Campania. Non sarebbe "mai stata descritta prima in Italia", hanno detto i ricercatori dell'Istituto Pascale e dell'Università Federico II di Napoli, finanziata dalla Regione. Il prima caso sarebbe quello di un professionista di ritorno da un viaggio in Africa che, dopo il tampone, è risultato positivo al Covid-19. Di questa variante non si conoscono per adesso il potere di infezione, né altre sue caratteristiche. L'hanno ribattezzata B.1.525 e fino ad oggi ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna, oltre a pochi casi in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. La notizia è stata data dall'agenzia di stampa Adnkronos.

Covid, scoperta nuova variante in Campania

Stando ai ricercatori, la nuova mutazione è simile alla variante inglese e contiene una serie di mutazioni che destano allarme tra gli esperti, compresa la mutazione E484K sulla proteina Spike. Questa si trova all'esterno del virus e gioca un ruolo molto importante per l'ingresso del virus nelle cellule. Questa mutazione è stata anche trovata nelle varianti sudafricane e brasiliane. Per il momento non si sa se i vaccini attualmente in uso siano efficaci o meno. In questo senso, tuttavia, continua a filtrare ottimismo.

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La nuova variante napoletana è "una scoperta di straordinario valore scientifico" ha fatto sapere il governatore De Luca. Il "risultato tempestivo e utilissimo che conferma l'importanza di aver finanziato questi studi, la necessità dell'adozione di misure straordinarie nazionali da parte del Governo per non vanificare il programma di vaccinazioni che è pienamente in corso, e che rende ancor di più indispensabili le forniture dei vaccini necessari per fronteggiare l'epidemia".

Variante napoletana

A spiegare in cosa consiste la nuova mutazione è stato Nicola Normanno dell'Istituto Pascale. "La sequenza del campione giunta a noi dal Policlinico Federiciano - dice - ci ha subito insospettiti perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra Regione. Dopo un confronto con il gruppo del Reparto Zoonosi Emergenti dell’Istituto superiore di Sanità abbiamo avuto la conferma che si tratta di una variante descritta finora in un centinaio di casi in alcuni Paesi europei e africani, ma anche negli Stati Uniti. Abbiamo immediatamente depositato la sequenza nel database internazionale Gisaid e avvertito le autorità sanitarie".

Regioni rischiano di tornare arancioni

Complice anche le nuove varianti, in tutta Italia la situazione della pandemia è tornata preoccupante. Gli ospedali sono in allerta, specie nei reparti di terapia intensiva. Ecco perché - si legge sul Corriere della Sera - si studia una nuova stretta che potrebbe far ritornare molte regioni in zona arancione in modo da allontanare il rischio di un lockdown nazionale

Il prossimo monitoraggio di venerdì - prosegue il Corriere - potrebbe influenzare le scelte del nuovo governo. Rischiano di passare in fascia arancione sei Regioni che la scorsa settimana avevano un Rt prossimo all’1. Si tratta di Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte. Si aggiungerebbero all’Abruzzo, la Basilicata, la Liguria, il Molise, l’Umbria e la provincia di Trento.