Stagione sciistica 2021: il grande pericolo. L’Italia senza appelli e senza ragioni ha vietato tutto, anche lo sci

Per Mao Tse Tung bisognava "Colpirne uno per educarne cento", motto fatto proprio dalle Brigate Rosse. Noi siamo andati oltre: “Colpirne cento per educarne uno”. Forse. L’ultimo caso, un povero disabile a Porto Recanati. 

L’Italia, senza appelli e senza ragioni ha vietato tutto, anche lo sci. Anche le seconde case. La Svizzera no, organizzandosi in modo intelligente e realizzando un modello covid free

Unum castigabis, centum emendabis è stato da noi evoluto in Centum castigabis, unum emendabis!

Ma neanche uno, potremmo dire. E comunque una siffatta equazione non sta in piedi. Significa tornare a brutti momenti del secolo scorso, allo stato di polizia, al coprifuoco e ai rastrellamenti della seconda guerra mondiale, periodo buio che ha indotto una regressione di qualunque conquista della società moderna, dove moderna in realtà lo era già, e meglio, ai tempi di Augusto.

Situazione che adesso viviamo spesso fino all’assurdo del caso di ieri, dove è stato multato un povero disabile pensionato per aver preso un caffè a Porto Recanati dentro al bar (LEGGI QUI).

Era da solo, in carrozzella, senza assembramenti e con la mascherina.

400 euro di multa, che speriamo non paghi, con una pensione di 500.

Ma dove siamo arrivati?

Giacomo Leopardi e il suo pensiero esistenzialista annientati in un attimo nella sua città natia.

Ma torniamo allo Sci: In Svizzera si sono organizzati assai bene. Per uno sport che peraltro si pratica all’aria aperta e che strutturalmente prevede il distanziamento (certo non si scia a meno di 1 metro di distanza!).

L’esempio di Crans Montana e delle sue splendide piste. Alla partenza degli impianti, fila indiana con distanziamento di almeno 1,5 metri, tutti con mascherina, zero assembramenti. Sulle seggiovie distanziamento di almeno 1 posto e nelle cabinovie limite di 4 persone, fatti salvi i nuclei familiari. E sempre con mascherina, anche all’arrivo, dove non si può uscire senza e dove si incontra l’operatore che provvede anche alle sanificazioni spruzzando il disinfettante tramite un serbatoio sulle spalle e una potente manichetta.

All’arrivo a valle, 3 persone gentilissime che con un sorriso incredibile, seppur celato dalla mascherine, controllano che tutti le abbiano su. E le hanno tutti.

Ormai un oggetto che fa parte dell’abbigliamento, dell’arredamento.

Molti addirittura ci sciano, strumento peraltro utile per ripararsi da vento e freddo.

Per il ristoro funziona l’asporto e vari furgoncini di street food, tutti organizzati con i dovuti distanziamenti.

Chapeau!

Svizzera - Italia 1 a zero. 10 a zero. Cento a zero.

Noi invece abbiamo il 100 a 1, l’inversione del già violento pensiero di Mao, ne colpiamo cento per educarne – forse – uno.

Come per il divieto di andare nelle seconde case. L’assurdo dell’assurdo, finalmente sanato, seppur in modo assai complicato e con il coprifuoco e l’obbligo di arrivare entro le 22!

Forse il legislatore ha voluto evitare il rischio all’ignavo guidatore di trovare Batman sul percorso, che come noto, inizia a gironzolare verso quell’ora.

Italia retrocessa. Porto Recanati uno degli ultimi migliori esempi di questo pessimo paese.