Usa, Noi con Trump: 'Lui non c'entra con violenze, si rivoti'

"Oltre due milioni di persone in un ambiente ostile? Può succedere di tutto": parla uno dei fondatori di 'Noi con Trump' che conta 60 mila italiani iscritti

Il presidente americano uscente Donald Trump non avrebbe colpe per ciò che è successo ieri sera al Congresso. A sostenerlo all'Adnkronos è Claudio Lauretti, uno dei fondatori dell'associazione 'Noi con Trump', che conta circa 60mila iscritti.

"Condanniamo gli atti di violenza perché crediamo che la forza sia la strada di chi non ha argomenti'' continua Lauretti, che sostiene la necessità di tornare alle urne.

"La violenza di ieri ha due profonde origini che rischiano di creare conseguenze sempre più gravi. La prima causa è che da decenni la democrazia è vilipesa e soggiogata da multinazionali, filantropi e aberrazioni simili. Trump è solo la risposta del popolo all'establishment'' ritiene Lauretti.

''La seconda - continua uno dei fondatori di 'Noi con Trump' - è che la frustrazione del popolo sfocia in una narrazione di fantasie sensazionalistiche che si è allontanata sempre più dalla realtà ed è costruita su anni di risentimento e oppressione, considerando anche i potenziali fomentatori d'odio che non hanno nulla a che vedere con i milioni di cittadini onesti e in buona fede che sono scesi per le strade di Washington per sostenere il presidente Trump''.

Negli Stati Uniti, a seguito della vittoria di Biden alle presidenziali 2020, "non hanno mai minimamente preso in considerazione la questione brogli, per questo siamo giunti ad oggi con una grande manifestazione di popolo" spiega Lauretti.

"Oltre due milioni di persone in un ambiente ostile? Può succedere di tutto. Questa è una pagina buia della democrazia americana. Nulla sarà come prima se non si arriva a un compromesso'' prosegue il blogger all'Adnkronos.

Quindi, secondo il gruppo italiano che sostiene Trump, le elezioni andrebbero "annullate o ripetute con dei criteri diversi a garanzia del processo elettorale e della democrazia, anche perché con uno scarto di oltre 7 milioni di voti non dovrebbero aver nulla da temere i democratici a riaffermare la loro vittoria'' conclude Lauretti.