Le sirene e le indagini sui suoni registrati nelle profondità oceaniche a cui la scienza non ha ancora fornito una risposta definitiva

Per quanto le sirene siano creature tipiche dell’immaginario collettivo, segnali oceanici, come l’enigmatico “Upsweep”, rilevato agli inizi degli anni Novanta, o il misterioso “Whistle”, comparso una sola volta alla fine del secolo, hanno alimentato tale immaginario, sfuggendo ad un’univoca interpretazione scientifica

Da secoli le sirene abitano la fantasia collettiva. Creature ambigue, metà donne e metà pesce, per alcuni, metà donne e metà uccello (le famose arpie), per altri, da sempre le sirene costituiscono simbolo sia di fascino che di pericolo. Ma negli ultimi anni, al confine tra mito e ricerca scientifica, il loro nome è tornato a circolare non nei libri di fiabe, bensì nei forum di oceanografi indipendenti. Tra i misteri più affascinanti mai registrati nelle profondità oceaniche, in effetti, spicca il celebre “Bloop”, un segnale acustico a bassissima frequenza, captato nel 1997 dal sistema di sorveglianza sottomarina SOSUS della NOAA, nel cuore del Pacifico. L’intensità del suono è stata tale da essere rilevata ad oltre cinquemila chilometri di distanza, alimentando subito l’ipotesi di un essere vivente marino ancora sconosciuto. Soltanto anni dopo, nel 2012, gli studiosi del NOAA Vents Program hanno tentato di fornire una spiegazione plausibile: in accordo alle loro analisi, il “Bloop” sarebbe stato il risultato di un criosisma, un evento generato dal distacco e dal movimento di enormi iceberg antartici. Nonostante ciò, una parte della comunità scientifica continua a interrogarsi, chiedendosi se, al di là di tutto, ci sia qualcosa di effettivamente vivo dietro quel richiamo profondo. Anche perché, a dispetto di quanto si possa pensare, il “Bloop” non costituisce affatto un caso isolato. Altri segnali, come l’enigmatico “Upsweep”, rilevato sin dal 1991, o il misterioso “Whistle”, comparso una sola volta nel 1997, sfuggono ancora a un’interpretazione definitiva.

Se, dunque, gli strumenti del NOAA non possono che proseguire il loro costante monitoraggio degli oceani, la vastità di questi ultimi, unita alla natura episodica di tali suoni, rende ogni indagine una sfida verosimilmente titanica. Non esistono prove relative all’esistenza delle sirene, si può solo dire che, per chi naviga di notte, il fascino resta intatto.