Cachi, altro che bollettini meteo: le posate profetiche del suo seme rivelano le previsioni di come sarà quest'inverno

Secondo un’antica tradizione contadina che sfida ogni logica contemporanea, all’interno dei semi di questo polposo frutto arancione si nasconderebbero minuscole posate profetiche – forchette, coltelli e cucchiai, per l’esattezza – che, scolpiti dalla natura stessa, sembrerebbero in grado di annunciare l’andamento della stagione invernale

Con l’arrivo di dicembre, l’inverno è oramai alle porte, e con esso il suo bagaglio di incognite: nevicate improvvise, gelate repentine, o anche giornate tiepide che spiazzano persino i meteorologi. Ogni anno, in effetti, ci chiediamo come sarà davvero la stagione fredda; e se grafici e previsioni metereologiche di medio e lungo periodo iniziano ad apparire sullo schermo telefonico e televisivo, c’è ancora chi continua a rivolgersi ad un silenzioso e insospettabile indovino: il cachi. Sì, perché secondo un’antica tradizione contadina che sfida ogni logica contemporanea, all’interno dei semi di questo polposo frutto arancione si nasconderebbero minuscole posate profetiche – forchette, coltelli e cucchiai, per l’esattezza – che, scolpiti dalla natura stessa, sembrerebbero in grado di annunciare l’andamento della stagione invernale. Basta prendere un coltello e, una volta tagliato il seme color cioccolato, emergerà la curiosa sagoma bianca che ha dato vita alla leggenda. Di qui, se uscirà la forchetta, allora vorrà dire che l’incipiente inverno sarà perlopiù mite e privo di ondate di gelo significative; se, invece, uscirà il coltello, allora vorrà dire che l’inverno nascente sarà caratterizzato da freddo acuto, “tagliente” per l’appunto; se, infine, uscirà il cucchiaio, allora vorrà dire che l’inverno imminente sarà carico di neve da spalare (d’altronde, la forma del cucchiaio ricorda proprio una pala). Un tempo, del resto, erano proprio questi segni della natura a suggerire come prepararsi ai mesi più duri: se aspettarsi scorte di legna aggiuntive, se fornire una migliore protezione al bestiame, se proteggere i medesimi orti. Naturalmente, ad oggi, nessuno pretende che le “posate dei cachi” siano in voga o che, addirittura, sostituiscano il parere degli stessi meteorologi. Eppure, in un’epoca in cui i mezzi tecnologici sembrano anticipare ogni minima variazione del cielo, questa piccola superstizione pare conservare un sapore speciale: ci ricorda, di fatto, un modo di scrutare la natura oramai inesistente – lento, paziente, quasi poetico.