PERSONE ANORMALI - Episodio 36 - Don Ersilio Miccio vendeva saggezza, ma raramente qualcuno gliela comprava!

Per un motivo o per l'altro non riescono a vedersi per molti giorni. Si sentono al telefono, si scrivono messaggi, generici a sgamo, focosi un po' ad cazzum, pur belli saggiamente; si sfottono sottotraccia, si dicono cose di un amore talvolta persino gretto. Ogni tanto Lui teme di essere sciocchissimo. Lei bestemmia diffusamente e Lui replica in toni eccessivamente forbiti. Lei promette azioni molto meno pornografiche di quelle che poi fa anche: Lui le incassa e le risponde come se pagasse a caro prezzo un sito erotico, lamentandosene, poi Lei cita poeti di cui Lui si era dimenticato dai tempi di scuola, andandoli a saccheggiare online. Per vari motivi non si vedono.

Un pomeriggio già un poco freddino di novembre, con una luce intensa ma altalenante, si danno appuntamento in una piazzetta. Arrivano entrambi in anticipo e si vengono incontro lungo un'altra strada. Lui la vede ancora prima, più in anticipo; Lei è ferma davanti ad una piccola cancellata e porta un paio di jeans in denim blu scuro, delle Adidas scamosciate verdi, un maglione alpino con una fascia di fiori al centro con sotto una maglietta bianca e sopra un vecchio giaccone in Shearling consunto e un berretto di lana azzurro. È così tanto belloccia che Lui si nasconde ancora per guardarla per un pochino senza che Lei lo veda. E Lei sembra turbata dal non vederlo arrivare; si guarda in giro quasi nervosamente, come se fosse preoccupata che gli fosse successo qualcosa e non col semplice sovrappensiero da attesa.
Forse Lui lì capisce di essere ancora abbastanza vivo, stranamente non ha una sensazione di asfissia. Continua a guardarla, per il gusto piuttosto sadico di vedere se questa inquietudine di Lei aumenta o no, o se è solo una sua impressione, molto rassicurante per sé stesso. Ci pensa su, mentre la guarda, e ne vede la normalità di una bellezza inusuale. Indulge ancora nel giochino autocompiacente di vederla quasi agitata, neanche tanto impercettibilmente. Poi esce allo scoperto e si prende la sua scena da sedicente capobranco che attraversa la strada da guappo di quartiere, senza strafarne certo, ma con quel concetto lì. Si gode di sottecchi la luminaria del di Lei sorridere e forse in tal modo allontana la morte, anche di molto in là nel tempo astrofisico.
La aggancia baciandola sulla guancia e la prende sottobraccio dicendole una marea di cazzate; non hanno niente da fare e possono camminare insieme da qualche parte, guardarsi liberamente, parlare moltissimo, condire con bestemmie e rimbrotti, sentirsi addosso le emanazioni dell'altro, avere qualcosa da viverci dentro. Ogni vetrina per strada è una avventuretta, ogni svolta di strada un piccolo filmetto di Hollywood oppure francese; quando ti senti così sei sulla via giusta. Entrano ed escono dai negozi, comprano due grosse pere da un fruttivendolo e se le mettono in tasca. Entrano in un raro concessionario di automobili in città e fanno finta di voler comprare una macchina che decisamente non comprerebbero mai, una specie di gippone anonimo e bolso, di un colore perla un po' sfacciato, con interni neri tristissimi ed inutile ed arrogante elettronica ovunque. Si fanno fare anche il preventivo e banfano col venditore di due gemelli in arrivo, da buona coppietta sposata di fresco. Lei riesce a malapena a sostenere la parte senza tirare saracche e mandare tutto in vacca. Lui la stoppa simulando viceversa egregiamente la parte del padre solerte a non stancare la puerpera, anche se Lei di puerperale non ha manco le madonne da tirare, o forse un po' il vomito per la idea di fare la mogliettina. O forse no? Le piacerebbe? Lui sotto sotto se lo chiede, mentre imbastiscono la scenetta e Lui attende da parte di Lei un imminente lancio di un porcone a caso. Un po' out of the blue Lui le mette una mano sulla pancia, che Lei non ha, o meglio ha piattissima, come a rassicurare il venditore d'auto sulle loro intenzioni d'acquisto. Contemporaneamente Lui pensa anche: per quanto tempo continueranno a vendere le automobili, se poi nessuno più gliele comprerà? Ma Lei quasi quasi si stufa del giochino, forse un po' dispiaciuta per aver preso in giro il venditore, e con una finta stizza dice che ci vuole pensare su e che forse vuole invece una Fiat 500 Abarth tutta scarichi e cavalli, altro che SUV. Quasi infastidita, si alza e se ne va, stranamente senza imprecare. Lui fa spallucce al commerciante, che rimane seduto dietro la sua scrivania un po' interdetto, e quindi Lui saluta garbatamente, seguendola. Prima di uscire dalla concessionaria Lei non resiste alla mossa teatrale, prende nuovamente sottobraccio Lui e lo limona lascivamente sulla porta a vetri, pur senza scomporsi, essendo presumibilmente incinta. Poi si volta verso l'autovendolo con sguardo gattoso da Edvige Fenech degli anni ottanta, fa un ciao ciao con la manina e si tira dietro la porta, ad aspettare, quasi quasi, lo "STOP" del regista dietro presunte quinte. Poi esce, lo molla, si mette improvvisamente a correre fuori sul marciapiede, per farsi inseguire da Lui, e si intrufola in un piccolo rugoso negozio di dischi à l'ancienne, coi tipici scatoloni di vinili in ordine e disordine, e persino un reparto di residui di arcaici CD e musicassette. Lui la segue ed irrompe nel negozietto come farebbe un poliziotto per arrestare un mariuolo. Lei lo aspetta dietro un bancone della sezione "ACID JAZZ" e quasi con odio palpabile gli dice se gli piacciono gli Underground Resistance o se preferisce i Mushroom's Patience. Lui si appoggia con la schiena alla porta, anche questa a vetri, del negozietto, si aggiusta gli occhiali sul naso, scosta il lato della sua giacca Barbour verde per cercarsi un fazzoletto in tasca, non lo trova e non le dice niente. Lei continua a guardarlo minacciosa, come se Lui fosse il poliziotto. Lui si è un po' troppo cotto di Lei, talmente cotto che vorrebbe quasi picchiarla, arrestarla, ammanettarla o almeno litigare atrocemente davanti a tutti per fare una altra scenetta da film del cazzo, vivere perennemente in questa bolla da Truffaut.

Di Lapo Mazza Fontana