Montecarlo, quattro mesi di carcere per aver insultato il Principe Alberto II di Monaco
Didier Garofalo, un monegasco noto per il suo coinvolgimento in teorie del complotto e con precedenti penali, è stato processato in contumacia per aver insultato il Principe Alberto II. Il sovrano monegasco si era costituito parte civile in questo processo
Monegasco recidivo, noto negli ambienti delle teorie del complotto, che di nome fa Didier Garofalo, 64 anni, è stato condannato dopo aver fatto online delle affermazioni infamanti verso il Principe Alberto II di Monaco
E’ un nome familiare al tribunale di Monaco quello di Didier Garofalo che è stato condannato per sette precedenti atti di ritorsione, in particolare per insulti e diffamazione durante una riunione di magistrati, politici e collaboratori del Principe, nello specifico per "offesa pubblica alla persona del Principe" (articolo 58 del Codice penale). Eppure, sul banco degli imputati, non c'era né lui né il suo avvocato a difenderlo. Il 64enne monegasco, noto per il suo coinvolgimento in teorie del complotto, rimane latitante, presumibilmente in Francia, ed è soggetto a un mandato di arresto internazionale emesso dalla giustizia monegasca in relazione a un precedente caso. Tutto era inziato il 7 dicembre 2020, quando gli avvocati del Principe Alberto II, Thierry Lacoste e Thomas Brezzo, avevano intentato una causa per diffamazione contro il Principe sovrano del Principato di Monaco. L'anno scorso, infatti, con oltre sei video pubblicati su un canale YouTube, con il nick name "Jasper Mader", Didier Garofalo ha attaccato verbalmente il capo dello Stato monegasco. Quali le accuse mosse? "Garofalo lo accusa di furto ai danni della Croce Rossa Monegasca, di manipolazione del sistema giudiziario e di aver lasciato impunite gravi appropriazioni indebite per milioni di euro", riferisce il giudice che presiede la causa, Thierry Deschanels. Garofalo, già condannato sette volte nel Principato per reati tra cui insulti, diffamazione e molestie a pubblici ufficiali, si ritiene che si trovi in Francia ed è ancora soggetto a un mandato di arresto internazionale emesso in un caso precedente. Questi video su youtube hanno spinto gli avvocati del Sovrano, Thierry Lacoste e Thomas Brezzo, a presentare una denuncia per oltraggio alla corte monegasca contro il Principe Alberto II. Un secondo uomo, Frédéric Chaumont, è stato accusato di complicità per aver fornito assistenza tecnica, ma le accuse contro di lui sono state ritirate dopo la sua morte, avvenuta nel maggio 2025. Il tribunale ha confermato che Garofalo non poteva essere interrogato, poiché le autorità francesi si erano precedentemente rifiutate di accogliere una richiesta di cooperazione giudiziaria da parte di Monaco. Il giudice istruttore francese ha rifiutato di eseguire la richiesta di estradizione con la motivazione che insultare il capo dello Stato non è un reato in Francia e che perseguire un simile reato era stato dichiarato contrario all'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, relativo alla libertà di espressione, dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. La richiesta di estradizione, per quattro dei reati, riguardava atti che limitavano la libertà di espressione, che la legge francese non criminalizza o non punisce con pene che giustificherebbero l'estradizione. Il pubblico ministero aveva definito il linguaggio utilizzato "oltre ogni limite" e il tribunale ha infine imposto una pena detentiva di quattro mesi e ha riconosciuto al Principe un risarcimento simbolico di 1 euro.