Le rivelazioni “scandalo” che fanno tremare il Sovrano Militare Ordine di Malta. Auto blu, case di lusso, viaggi in jet privati
L’articolo di Thomas Mackinson sul “Fatto” mette a nudo prebende e privilegi dell'Ordine che ha dignità di Stato Sovrano e che ha sede a Roma in Via Condotti
Sovrano Ordine di Malta, le rivelazioni “scandalo” che fanno tremare la prestigiosa istituzione che ha dignità di Stato Sovrano. Dall’inchiesta emergono auto blu, case di lusso, viaggi in jet privati
Thomas Mackinson, inviato del Fatto Quotidiano, ha iniziato a fare il fare il giornalista partendo dalla radio, Radio Popolare e gr nazionali. Poi la carta stampata con Corriere, gruppo Epolis, Italia Oggi, Sole24Ore, L’Espresso. Dal 2010 fa parte redazione del Fatto. Nel 2020 ha lavorato al Tg di Peter Gomez SonoLeVenti. Dal 2023 collabora con Report e Lo Stato Delle Cose per Rai3. Ha alzato un vero e proprio putiferio il suo articolo uscito dal quotidiano diretto da Marco Travaglio in cui parla di comportamenti non proprio ortodossi del prestigioso Sovrano Ordine di Malta, organizzazione umanitaria ha la sua sede a Roma nel palazzo Magistrale, dotato di extraterritorialità in quanto l’Ordine ha lo status di sovranità propria, con tanto di ambasciatori, targhe e passaporti diplomatici. Mackinson fa parlare, nella sua inchiesta, Vincenzo Lucisano, imprenditore 51 enne che da 15 anni guida il Corpo Italiano di Soccorso dell'organizzazione: "Mettiamo i soldi per le missioni di tasca nostra". Il Gran Maestro Dunlap e gli alti dignitari viaggiano in business, vivono spesati di tutto in via Condotti con una "solvea" da 5-8mila euro al mese. E ora si raccomandano: “Non parlate coi giornalisti" “Mi sarei comprato una casa, invece ho comprato ambulanze”. Vincenzo Lucisano da quindici anni guida il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) a Monza e Brianza. Coordina 80 volontari locali, 500 in Lombardia. Portano pasti e vestiti a chi vive per strada. Auto finanziondosi. “Quando ho messo la spilla da cavaliere, ho sentito il peso di rappresentare un ordine millenario. Oggi sento solo il peso di doverlo difendere da chi lo sta distruggendo”. Nel mondo rovesciato del “Sovrano Ordine di Malta” – come ha rivelato il Fatto mercoledì scorso – il Gran Maestro e la sua corte volano in jet privati, risiedono nel del Palazzo Magistrale di via Condotti 68. Il Gran Maestro John Timothy Dunlap, pur avendo fatto voto di povertà, è ribattezzato “fra-jet” – continua l’articolo - per quanto spende in voli. Per andare in Ungheria noleggia un jet privato: 18 mila euro per un solo volo che in economy costerebbe solo 165 euro. Ho indagato sulle cose che ha scritto”, dice Lucisano “pare sia tutto vero… una vera delusione”. E poi spiega. “In effetti Roma non ci dà nulla. Se vogliamo comprare un mezzo, dobbiamo fare raccolte fondi o donarlo di tasca nostra. Io ne ho regalati diversi”. Poi aggiunge, con un sorriso amaro: “Mi sarei comprato una casa. Ogni donazione finisce su un conto unico a Roma, noi non abbiamo nemmeno un nostro IBAN. Se devo fare benzina, uso la mia carta”. Papa Francesco aveva a riformare il “sistema”: prima con il commissariamento del 2017, poi con la riforma del 2022 e una nuova squadra scelta da lui per riportare l’Ordine alla sua missione di carità. Ma quella volontà è stata tradita, di nuovo e sotto gli occhi di tutti. Voleva fermare un andazzo diventato intollerabile. Due mondi, quello dei volontari e quello dei “frati professi” che fanno capo allo stesso Ordine ma che viaggiano su due binari completamente diversi e sono così distanti che neppure si parlano. Il giorno e la notte sono più vicini. Perché c’è chi ancora crede nel valore originario, nella carità concreta. “Noi siamo la parte viva dell’Ordine, quella che serve davvero i poveri. Ma stiamo morendo soffocati da chi vive nel velluto”.E così a Monza ogni settimana i volontari escono in strada, ascoltano, curano, distribuiscono cibo, vestiti, coperte e medicinali. “Lo facciamo per convinzione. È un secondo lavoro, se non a volte un primo”, racconta Lucisano. Ma la convinzione non basta a colmare il divario con chi predica la povertà dai salotti di velluto. Un episodio lo ha segnato più di altri. Quando è entrato nell’Ordine da “donato”, cioè membro laico, Lucisano ha sentito “la pesantezza della croce ottagona sulle spalle”. Ma il disincanto è arrivato presto. “Quando parlo con alcuni cavalieri e dico: ‘Sai cos’è il CISOM?’, non lo sanno nemmeno. Eppure siamo il loro braccio operativo, quello che aiuta i bisognosi.” Molti si comportano come un’aristocrazia spirituale. “Ti guardano dall’alto in basso. Per loro l’Ordine è una passerella, un ritrovo tra nobili annoiati.” La promozione dentro il sistema è questione di gradi, non di meriti. “Io sono ‘donato’ da quindici anni. Poi arriva un tenente colonnello e in un mese diventa Cavaliere. Ti cadono le braccia”. Il rischio di perdere l’anima Lucisano teme che l’Ordine voglia ora mettere le mani sul CISOM per controllarne la gestione. “Stanno entrando a gamba tesa. Se continua così, ci distruggeremo”. Il corpo di soccorso è sempre stato laico, aperto a tutti. “Ho accolto musulmani, atei, comunisti. Io guardo la persona, non la religione.” Ma oggi, per entrare, serve anche un colloquio con il prete assistente spirituale. “Così non siamo più attrattivi. Mi hanno criticato per aver ammesso cinesi e musulmani. Ora mi hanno detto di fare un passo indietro, ma io resto: a modo mio, sono un rivoluzionario”. L’inchiesta del Fatto ha suscitato un forte imbarazzo nelle alte sfere dell’Ordine stesso. Lo rivela una nota che è stata diramata urbi et orbi, anche alle 115 ambasciate: una lettera nella quale – senza nulla smentire di quanto scritto dal Fatto – si fa leva proprio sul valore dei volontari per mantenere lo status quo, anche se Papa Francesco li voleva mettere tutti in convento a fare la vita religiosa e umile coerentemente al loro voto di povertà e obbedienza anziché fare la “bella vita” spolpando i beni ereditati.