Törggelen, ottobre e novembre varano il trekking più ghiotto che ci sia, segni particolari? sentieri scenografici e stube dalle scodelle fumanti

E' il sinonimo dell'autunno in Alto Adige: NO attrezzature costose, SI' polpacci robusti, buone forchette e voglia di convivialità

Chi fu quel contadino altoatesino che un giorno, nell’Ottocento, stanco di azionare da solo il pesante “Törggl” (torchio per spremere l’uva) chiamò in aiuto amici e parenti? Non lo sapremo mai, però sappiamo che lui ci rimise una sostanziosa merenda di castagne, vino e wurstel per disobbligarsi - amici e parenti sono una bellissima cosa, si sa, ma non lavorano “a gratis” - e noi ci abbiamo guadagnato la splendida tradizione del Törggelen.

L’iniziativa, infatti, ebbe un successone. E da allora, ogni autunno, dal termine della vendemmia a tutto novembre, migliaia di turisti si riversano nelle pittoresche vallate intorno a Bolzano e a Merano. In testa, due obiettivi ben chiari da perseguire con teutonica decisione: primo, corroboranti passeggiate tra vigne e castagneti immersi nei meravigliosi colori del foliage; secondo, soste golose per ritemprarsi con boccali colmi e piatti caserecci, e quindi, a gò-gò, neuer wein (vino novello), keschtn (caldarroste), zuppa d’orzo, speck, strudel.

Dove? ma naturalmente in locali che più intimi e accoglienti non si può, stube (le cantine), hofschank (i masi), buschenschänke (le osterie): qui, dopo qualche brindisi, i nostri vicini di tavolo ci appaiono all’improvviso straordinariamente simpatici, e ci viene voglia di ballare con loro lo Schuhplattln a suon di sculacciate e schiaffoni, e magari urlando pure “jol-hol-à-hi-hu” nel più liberatorio e tipico canto jodel…

Ma non dovete pensare che amicizia bonacciona faccia rima con Törggelen improvvisato. Tutt’altro! I requisiti per offrire un Törggelen come Dio comanda sono rigorosissimi: i marroni devono essere a km 0, i vini prodotti dal contadino che accoglie gli ospiti, le pietanze cucinate da mogli, mamme e nonne.

Così caratterizzate, queste deliziose locande si raggruppano per la maggior parte nella Valle d’Isarco lungo il Sentiero del Castagno. Non è un caso perché il tragitto spettacolare - 90 km adatti a tutti tra castelli secolari, monasteri mistici e punti panoramici da perderci il cuore - offre tappe perfettamente a tema: per esempio il minuscolo borgo di Velturno, circondato dalla bellezza di 3.336 alberi di castagno, e la maestosa Abbazia di Novacella a Bressanone con una delle cantine più antiche del mondo, culla di pregiatissimi vini Doc e accessibile per visite guidate con spuntini tirolesi. 

E non è da meno la Strada del Vino che abbraccia i dintorni di Bolzano. Tra bottiglie eccellenti, paesini suggestivi e ottima cucina, fioccano appuntamenti che calzano a pennello: “Melodie di Vini” dal 18 ottobre all'8 novembre, con 12 concerti e degustazioni in vari castelli e residenze storiche, oppure “Il gusto dell’autunno dorato” a Cortaccia dal 25 ottobre all’11 novembre: allegre settimane gastronomiche che puntano su selvaggina saporita, vino rosso, sopraffino olio d’oliva locale, escursioni nei vigneti e Sagra di San Martino per chiudere, come si suol dire, con il botto.

Il clou del Törggelen si tiene a Merano: è la “Festa dell’uva” (18 e 19 ottobre), manifestazione vivacissima che si rinnova fin dal 1886 e tocca il culmine con la variopinta sfilata dei carri allegorici. Non perdetevi i concerti dal vivo, la “Passeggiata dei Sensi” sul fiume Passirio per sorseggiare Gewürztraminer e Müller Thurgau, le incredibili esibizioni delle “Goasslschnöllerinnen”: letteralmente “le schioccatrici” perché fanno schioccare con abilità le loro fruste dalle punte metalliche traendone suoni impressionanti (…meglio non farle arrabbiare, ovvio…).

Per strada potreste incontrare un bizzarro personaggio agghindato con piume di pavone e code di volpe, con tanto di ghette, pantaloni alla zuava e alabarda …ma no! non siete ubriachi - anche se l’ipotesi potrebbe starci, considerato l’andazzo… - comunque è soltanto il “saltner” (saltaro): il guardiano delle vigne che una volta veniva assunto per proteggere dai ladri i preziosi filari e i loro grappoli succulenti, e oggi si concede sorridente alle foto dei turisti.

In generale, poi, tutti i borghi della zona si sbizzarriscono con mercatini di artigianato, musica folcloristica, abiti d’epoca, stand con salsicce, canederli e crauti. Gli abitanti consigliano alcuni accorgimenti per godersi pienamente il Törggelen: abbigliamento informale, niente cinture (stringono fastidiosamente dopo un lauto pasto), scarpe comode, lasciare l’auto e raggiungere a piedi il maso prescelto prenotando in anticipo (così si stuzzica l’appetito e non si rischia di rimanere a bocca asciutta per la grande affluenza), dimenticare il galateo (si può mangiare con le mani, nessuno si scandalizza), e soprattutto…avvertire in ufficio che il giorno dopo sarete in ferie (date retta, le libagioni possono prendervi la mano, è un attimo).

Che delizia, il Törggelen…fino a quando vivranno usanze centenarie così semplici, gioiose e genuine? La bellezza della natura nell’autunno magico, la cordialità e il folclore, la gente che apprezza i frutti della terra come un dono… Di più, come un miracolo.

Di Carla Di Domenico