Concerti al Circo Massimo: tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale di Roma Capitale

In un pregevolissimo articolo dal titolo "Il Circo Massimo, sempre più squallido ed abusato. Così decade una civiltà" pubblicato sul quotidiano "Il Foglio" del 30 giugno 2025 il Professor Andrea Carandini (non certo intellettuale organico al centro destra) nel commentare l'utilizzo del monumento per una performance del cantante Achille Lauro (in uno dei luoghi simbolo della romanità) rileva, con l'amarezza figlia della sua suprema competenza in materia, come con tale utilizzo rappresenti per il Circo Massimo"...l'estremo del decadimento della nostra lunghissima collana di civiltà - ne siamo evidentemente esausti - ma una tale bruttura per dare circensi musicali pagati a privati violando per di più i decibel previsti è il Vizio anche lui Massimo: oltre non potremmo andare".

Lo sfogo di Carandini non può essere derubricato alla "melanconia" della "upper class" intellettuale fervida sostenitrice del passato in una sorta di retrotopia e nemica, per incomunicabilità intellettuale prima che generazionale, del moderno che avanza,  in cui tutto deva apparirre "cool" o, più prosaicamente, "ggiovane".

Quella posta dal Professor Carandini è la sfida dei nostri tempi in cui la conservazione della memoria, dell'aura monumentale, del monumento stesso fatto non solo di malta e pietra ma anche di storia e di sangue si confronta con un capitalismo turistico sempre più feroce e distruttivo.

Va ricordato che per l'articolo 9 comma 2° della Costituzione Italiana la Repubblica "...tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione".

Tra l'altro la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale sono attività che rientrano tra i cosiddetti L.E.P (Livelli Essenziali delle Prestazioni) di cui all'art. 117 comma 2° della Costituzione ed articolo 14 del D.L. 20 settembre 2015 n. 146 convertito nella Legge 12 novembre 2015 n. 182.

La tutela del bene monumentale quindi "conforma", quale tutela di rango costituzionale superiore, le successive attività di valorizzazione e fruizione.

Con tale rigida gerarchia delle tutele i padri costituenti intesero preservare, per le generazioni future, il patrimonio storico culturale dallo sfruttamento intensivo e degradante: patrimonio che poteva rischiare di essere vilipeso, degradato ed annullato da uno sfruttamento (non valorizzazione ma sfruttamento) intensivo ed irrispettoso a fronte di modestissimi incassi momentanei.

Un guadagno sordido nell'immediato, una perdita irrecuperabile per il futuro.

Il fatto che la critica appartenga ad un esponente intellettuale della sinistra "colta" fa riflettere sull'incapacità delle sinistre di origine marxista nel coniugare il fenomeno di massa con la cultura.

Da tale difficoltà concettuale e politica discende  l'apparente ondeggiare della sinistra in ordine al patrimonio culturale: da un lato con l'esaltazione di un sapere classista e del chiuso specialismo e, come reazione, con l'utilizzo del bene culturale per ogni tipo di attività ludica benevisa alle masse (soprattutto se votanti) che possa portare, sul contingente, moneta anche elettorale.

E' spettato al centro destra introdurre dapprima con l'iniziativa del Ministro Sangiuliano ed ora, in continuità, con quella del Ministro Giuli una linea di cultura democratica che riesca a coniugare le ragioni dei fenomeni e degli spettacoli di massa e del turismo di massa con il rispetto del patrimonio storico culturale attuando una valorizzazione non permissiva ma nemmeno contigua al sapere "classista" del chiuso specialismo.

Ed è quello che il Ministero della Cultura sta realizzando in modo egregio con il Parco Archeologico del Colosseo.

Riconosce Carandini, nell'articolo citato, che proprio la provvida Direzione del Ministro della Cultura (Direzione del Parco) insieme alla Soprintendenza Archeologica ha rivelato il fronte del Palazzo di Augusto, la Sacra Fionte e la Grotta di Fauno (dove Romolo è stato salvato da un picchio, una lupa ed Acca Larentia moglie del porcaro Faustulus).

Al di là quindi del "cesarismo" improprio di qualche assessore di Roma Capitale che sembra ritenere di essere lui stesso con i propri mezzi personali artefice del ritorno di quel "panem et circenses" che dovrebbe tramutarsi, nelle intenzioni, in moneta elettorale, la questione è quella della individuazione di un paradigma culturale.

La linea dell'attuale Amministrazione Capitolina si sostanzia in un vero e proprio "paradigma appetitivo di appropriazione del possesso" nel quale il patrimonio storico culturale è solo lo sfondo statico ed inerte di eventi finalizzati alla facile monetizzazione ed ad uno sperato ritorno in moneta elettorale. 

Tale paradigma induce una duplice degradazione.

La prima degradazione risulta quella dell'aura monumentale ridotta a natura morta, mero "contenitore" passivo ed inerte di eventi di massa estranei totalmente ed irriducibilmente alla valorizzazione e fruizione del bene nella lettura costituzionalmente orientata. Natura morta che, ed utilizzo le parole di Godani, non è solo un genere pittorico particolare ma è soprattutto uno stile cioè un modo di vedere e raffigurare la realtà, un modo che immobilizza le cose non tanto allo scopo di raffigurarsele, quanto per sottrarle al ruolo che spetterebbe loro in una narrazione  storica. 

Infatti eventi come quelli del cantante nel Circo Massimo non apportano massa e valore, ancorchè in forma impropria, ad una realtà storico culturale già di per sè valorizzata ma operano una inversione valoriale in cui è il patrimonio culturale (nella specie il Circo Massimo) ridotto a cornice immobile senza tempo e senza storie a dare valore all'evento artistico.

Se un evento artistico può avere successo solo se inserito in una cornice monumentale (impropria rispetto all'evento) ma dotata di un'aura valoriale consacrata dalla storia qualche dubbio sul valore intrinseco dell'evento bisognerà pur porselo.

La seconda degradazione impatta sul tessuto sociale che ne risulta irrimediabilmente spaccato. 

La localizzazione di eventi "massivi" in particolar modo i  concerti di cantanti famosi richiedono per la loro gestione ordinata un'attenta localizzazione degli interventi attraverso una pianificazione territoriale sensibile ai temi della viabilità e dell'ordine pubblico.

Gli eventi massivi musicali giovanili debbono essere sicuramente valorizzati ma ciò all'interno di una cornice territoriale e strutturale adeguata all'impatto antropico.

Non è accettabile in Roma Capitale che dei cittadini debbano ingaggiare dei corpo a corpo con il personale della Polizia Municipale per poter raggiungere le proprie abitazioni solo con la minaccia della denuncia penale.

Del pari non è accettabile che l'utilizzo improprio di un sito monumentale come quello del Circo Massimo isoli la mobilità di interi quartieri a ridosso dell'area sostanzialmente impedendo ai cittadini di tali quartieri la stessa possibilità di accedere al centro storico di una città che è anche la loro con sostanziale spregio del diritto costituzionale alla libera circolazione.

Gli amministratori della città sono appunto amministratori non proprietari nè possessori: ed amministratori nell'interesse generale e non per quello della parte politica che li ha eletti.

La vera sfida che attende il centro destra sarà quella di analizzare e svolgere nel quadro di un paradigma "non appetitivo", a differenza della sinistra, lo svolgimento di tali eventi imponenti quanto a massa fisica ed a massa "social" in luoghi che valorizzino le nostre sterminate periferie con una accorta selezione e localizzazione dell'intervento.

E' di tutta evidenza che i problemi di mobilità,  di viabilità e di ordine pubblico sono diversi se concedo la Protomoteca del Campidoglio per un dibattito sull'"Empiriocriticismo nel pensiero di Lenin" o se la concedo per un concerto di Vasco Rossi o Ligabue.

Ma il compito della politica dovrebbe essere proprio questo.

Tenuto altresì conto che nemmeno il centro storico di Roma Capitale (di cui fa parte il Circo Massimo) risulta indenne da degrado.

Nella cronaca di giornali di area di centro sinistra si dà conto della "Segnaletica stradale vandalizzata nella giungla del centro storico" e "Nello stadio Flaminio spunta una discarica". "Qui buttano di tutto". Forse i fondi che, direttamente ed indirettamente, vengono assegnati dalla Regione Lazio a qualche assessore di sinistra per eventi che, degradando i monumenti, si tramutano in moneta anche elettorale per la sola amministrazione targata PD dovrebbero essere utilizzati sia per la valorizzazione di aree periferiche da destinare a concerti massivi sia  per la tutela finalizzata ad una fruizione e valorizzazione aderente alla lettura costituzionalmente orientata del citato articolo 9.