Addio a Clark Olofsson, morto il rapinatore svedese che partecipò alla rapina che diede il nome alla “sindrome di Stoccolma”, aveva 78 anni

Il rapinatore è divenuto celebre dopo la famosa rapina alla banca di Kreditbanken di Stoccolma nel 1973, in cui aveva preso diversi ostaggi che si erano legati in modo empatico a lui e al complice

È morto nella mattinata di venerdì 27 giugno il celebre rapinatore e sequestratore svedese Clark Olofsson. L'uomo, 78enne, è stato il protagonista della celebre rapina alla Kreditbank in piazza Norrmalmstorg di Stoccolma nell'estate del 1973. L'uomo ha speso metà della sua vita in prigione, condannato per tentato omicidio, rapine e traffico di droga.

Il criminale ha dato il suo nome alla sindrome di Stoccolma, una tendenza psicologica irrazionale e apparentemente paradossale delle persone che subiscono un abuso a stabilire un legame con i propri aguzzini, empatizzando con loro, giustificando le loro azioni e, talvolta, diventando complici.

Addio a Clark Olofsson, morto il rapinatore svedese che partecipò alla rapina che diede il nome alla “sindrome di Stoccolma”, aveva 78 anni

Olofsson ha preso parte all'attacco alla Kreditbank svedese, nella filiale di piazza Norrmalmstorg di Stoccolma. Chiamato nella rapina da Jan-Erik Olsson, 32enne detenuto come lui nel carcere di Kalmar, Olofsson si è asserragliato con quattro ostaggi, tutti dipendenti della banca, all'interno del caveau. Per giorni la polizia ha tentato di negoziare con i due malviventi il rilascio delle tre donne e dell'uomo sequestrati, ma invano. La rapina, cominciata il 23 agosto, è finita il 29 agosto, quando le forze dell'ordine hanno fatto pompare gas lacrimogeno nel caveau.

Le registrazioni e le testimonianze di quelle ore hanno portato a sostenere che fra gli ostaggi e i sequestratori si fosse creato un legame di fiducia e complicità. Olsson, per esempio, asciugava le lacrime di una prigioniera e divideva il proprio cibo con le vittime. Olofsson consolava un'altra donna, che aveva provato a contattare i propri genitori da un telefono della banca, senza esserci riuscita. Si è parlato anche di partite a carte, confidenze e la proposta da parte degli ostaggi di fuggire insieme ai propri aguzzini. Proprio le persone sequestrate si sono rifiutate di uscire prima di Olsson e Olfsson, per paura che i due venissero aggrediti dalle forze dell'ordine.