Numeri record per il Prosecco di Valdobbiadene: autenticità e territorio al centro del successo di Val d’Oca
Numeri record per il Prosecco di Valdobbiadene: autenticità e territorio al centro del successo di Val d’Oca
Il Prosecco vive un momento storico di espansione globale. Nel 2024 sono state vendute oltre 660 milioni di bottiglie di Prosecco DOC, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente e un valore che supera i 3,6 miliardi di euro. A confronto, lo champagne ha registrato una flessione, scendendo a 271,4 milioni di bottiglie (-9,2%), segnando così un sorpasso netto che conferma il primato delle bollicine italiane nel mondo.
A trainare questa crescita è l’intero sistema produttivo del Nord Est, e in particolare le colline di Valdobbiadene e Conegliano, dal 2019 riconosciute Patrimonio dell’Umanità UNESCO, oggi considerate tra i paesaggi agricoli più affascinanti d’Europa. È qui che opera Val d’Oca, marchio commerciale di Cantina Produttori di Valdobbiadene, una delle principali realtà cooperative italiane nel settore vitivinicolo, che riunisce oltre 600 viticoltori e produce ogni anno più di 15 milioni di bottiglie, distribuite in oltre 60 Paesi.
La qualità nasce dalla fatica della terra: su questi pendii scoscesi, la viticoltura è ancora oggi un lavoro a tratti eroico, che richiede fino a 800 ore di lavoro manuale per ettaro all’anno. I vini che ne derivano raccontano l’identità di un territorio, come il Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG, le selezioni delle Rive, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, l’Asolo Prosecco Superiore DOCG e il Prosecco DOC Treviso, espressioni autentiche di una cultura contadina che guarda al futuro.
Accanto al successo enologico, il territorio sta vivendo una vera e propria rinascita turistica. In questo periodo dell’anno Valdobbiadene registra il tutto esaurito, con strutture ricettive, agriturismi e ristorazione al completo. Le colline del Prosecco si confermano destinazione privilegiata per il turismo esperienziale, attirando visitatori da tutto il mondo, attratti da paesaggi unici e dall’autenticità dell’accoglienza locale.
“Oggi il Prosecco non è solo un simbolo del made in Italy nel mondo, ma anche una risorsa concreta per il territorio, per l’economia locale e per le nuove generazioni. Difendere questa filiera significa proteggere lavoro, identità e futuro”, dichiara Francesco Gatto, presidente di Val d’Oca.
Valori confermati anche da Tito Campesan, Direttore Commerciale Val d’Oca: “Nel panorama competitivo del vino, la commercializzazione del Prosecco non può limitarsi al solo richiamo del nome: è fondamentale comunicare al consumatore il valore autentico che si cela dietro ogni bottiglia. Uno degli aspetti distintivi è la filiera integrale, che garantisce il controllo diretto di tutte le fasi produttive, dalla vigna alla bottiglia. Questo approccio non solo assicura standard qualitativi elevati, ma riflette anche un impegno concreto verso la sostenibilità e la trasparenza.
Altro elemento centrale è la raccolta manuale delle uve, una pratica che tutela la qualità dell’acino e consente una selezione accurata, rispettando i tempi naturali della maturazione. Comunicare questi aspetti significa educare il consumatore a riconoscere il valore aggiunto di un Prosecco autentico, espressione di un territorio, di mani esperte e di una tradizione vitivinicola che merita di essere raccontata e riconosciuta”.
Il sorpasso sullo champagne non è frutto del caso, ma il risultato di un sistema produttivo coeso, di investimenti in qualità e di un territorio che ha saputo raccontarsi con forza e autenticità. La sfida per il futuro – rimarcano gli operatori di Valdobbiadene - è ora consolidare questo successo, garantendo stabilità ai mercati e riconoscimento a chi, ogni giorno, lavora per dare al mondo il volto migliore del prosecco.