Buon compleanno, Oscar! La celebre collana di libri compie 60 anni e festeggia con eventi, approfondimenti, nuove uscite

Era il 1965. E per sole 350 lire l'emozione dei grandi classici irruppe nelle case di tutti

V’intriga il noir? Vi piace la fantascienza? Andate pazzi per il romance? Amate la poesia? Vi serve un manuale? “Negli Oscar c’è”: questo slogan secco e incisivo è ancora perfettamente attuale, oggi come il 27 aprile del ’65, quando la Mondadori lanciò una serie di volumetti piccoli, maneggevoli, economici.

Il suo mix vincente? scrittori prestigiosi, italiani e stranieri, e inconfondibili copertine dai disegni artistici e i colori vivaci. Quel che si dice un successone. Nel primo mese, duecentomila copie vendute con “Addio alle armi” di Ernest Hemingway, il bestseller che inaugurò la raccolta. Poi, in un anno, altri 12 milioni con la bellezza di 66 titoli.

Da quel momento gli Oscar non si fermano più, come una valanga inarrestabile. Libri avvincenti e indimenticabili, classici intramontabili vengono sfornati a ritmo serrato, uno alla settimana, e si divorano in tram, al bar, in viaggio. Dopo Hemingway fanno la loro comparsa Carlo Cassola con “La ragazza di Bube”, Graham Greene con “Il nostro agente all’Avana”, Jane Austen con Orgoglio e pregiudizio”, Guy de Maupassant conUna vita”. Passando per Giovanni Verga con “I malavoglia”, Sloan Wilson con “Scandalo al sole”, Daphne du Maurier con “Rebecca, la prima moglie”.

Un inestimabile patrimonio culturale scorre così tra le loro pagine, celebrate quest’anno con tante iniziative: cofanetti da collezione in una nuova grafica con aneddoti, notizie e tematiche (il primo è sempre “Addio alle armi” per rispettare la tradizione), incontri, conferenze e feste presso la Fondazione Mondadori e il Book City di Milano (11 giugno, 1° ottobre, 16 novembre), una mostra itinerante, “60 copertine da Oscar”, dedicata alle loro iconiche illustrazioni presso i festival letterari di Mirandola (6-8 giugno) e di Mantova (3-7 settembre).

I fortunatissimi Oscar s’ispirano alla “Penguin Books” fondata nel 1935 dall’editore inglese Allen Lane, uno che aveva l’occhio lungo (e non a caso fu anche creato baronetto). Recatosi a visitare Agatha Christie nel Devon - raccontano - e non trovando un romanzo da leggere per ingannare l’attesa del treno, egli pensò bene di pubblicare tascabili di ottimi autori e di elevata qualità, da vendere non solo in libreria, ma anche nelle stazioni ferroviarie, nelle tabaccherie, nei negozi di alimentari. Il modico prezzo? 6 pence: più o meno un pacchetto di sigarette, e più o meno, trent’anni dopo, le nostre 350 lire. Il tutto realizzato con grande cura perché, asseriva Lane, “un buon design non è più costoso di un cattivo design”.

E nessuno, come gli Oscar, fece tesoro di questo semplice principio. Accanto a romanzi-capolavoro e traduzioni impeccabili, le loro illustrazioni si rivelano imbattibili, i loro disegnatori autentici artisti: da Karel Thole che firmò le tenebrose copertine di Hercule Poirot con tratti gotici e metafisici, a Ferenc Pintér che realizzò tavole strepitose per il Commissario Maigret con personalissime e surreali pennellate a tempera. E il talentuoso Mario Tempesti elaborò appunto nel 1965 la copertina del primo numero, “Addio alle armi”, ispirandosi al bel volto di Rock Hudson che aveva interpretato l’omonimo film diretto da Charles Vidor nel 1957. Tutte realizzazioni bellissime e premiate dall’incondizionato favore del pubblico.

D’altronde, poteva essere altrimenti? con un nome e un logo chiaramente ispirati agli Academy Awards? Vedi un po', sinonimi di boom, fama, affermazione. Obiettivi centrati in pieno, ora come allora. Basti pensare che, nel tempo, la produzione ha sfiorato anche 400 titoli annuali e più di 30 collane di vario genere. Grazie, Oscar, per averci messo a portata di mano la bellezza, la passione, l’avventura.

Di Carla Di Domenico