Proposta di legge contro il sessismo negli spot pubblicitari: finalmente arriva la giustizia!
Dalla Toscana la proposta di legge contro lo sfruttamento del corpo femminile per vendere prodotti, spesso nemmeno attinenti, in reclame di birre, superalcolici, persino macellerie
Dal tavolo delle politiche di genere della Toscana, in particolare con il coinvolgimento dei Comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano Val di Pesa e delle organizzazioni sindacali del territorio, scaturisce una proposta di legge volta a rinforzare la vigente normativa contro la pubblicità sessista, perché "combattere e prevenire discriminazioni e disuguaglianze di genere - ha detto l’assessora Alessandra Nardini - è un dovere delle istituzioni”.
L'iniziativa regionale della terra di Dante porta un nome che è un concetto chiaro, ma bisognoso di essere ripetuto e ripetuto: "La dignità prima di tutto!".
Da qui arriva l'idea di un disegno di legge nazionale che renda urgenti e più specifici i limiti attuali, perché, nel Decreto legge n. 68 del 16 giugno 2022 in materia di sicurezza e sviluppo delle infrastrutture, sono vietate affissioni, in strada o sui mezzi pubblici, contenenti messaggi discriminatori nei confronti di donne, disabili, comunità LGBTQI+, stranieri, ma non ci sono disposizioni nel caso di pubblicità offensive.
Per un check sul linguaggio dei media e sulle immagini da essi diffuse, le agenzie, i consulenti di pubblicità e marketing e, anche, gli utenti ricorrono, soprattutto, al Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, generato dall’Istituto autodisciplina pubblicitaria, IAP, e la cui applicazione viene assicurata dagli appositi Giurì e Comitato di controllo.
Tuttavia, ci vuole qualcosa di più, come è ovvio da ciò che circola: dalla volgarità di certi spot, dai doppi sensi che tanto doppi non sono, visto che non giocano neppure più sull'ambiguità, da una vera e propria mercificazione della donna, ridotta a un mero corpo, spesso realizzato con l'intelligenza artificiale, e da espliciti riferimenti sessuali di basso livello, collegati a prodotti che nulla hanno a che fare, come la birra, il grano, la mozzarella, l'amaro e così via.
L'assessora regionale del Pd Alessandra Nardini, specializzata nelle pari opportunità, ha dichiarato che “Combattere e prevenire discriminazioni e disuguaglianze di genere, fino al drammatico fenomeno della violenza contro le donne, è un preciso dovere delle istituzioni", spiegando che "Questo passa anche dal contrastare e impedire che ci siano ancora pubblicità sessiste che oggettivizzano e mercificano il corpo di noi donne".
La Nardini ha ringraziato il tavolo delle politiche di genere del Chianti e del territorio fiorentino, i comuni e le organizzazioni sindacali che ne fanno parte, oltre alla sindacalista Susanna Camusso" e gli altri parlamentari toscani impegnati a livello nazionale contro la pubblicità sessista, anche migliorando la normativa".
NO agli stereotipi di genere e alla sessualizzazione delle donne! SI' al nostro rispetto e alla nostra dignità.