‘Essere Donna’, mostra collettiva di artiste ispirate a Oriana Fallaci
“La libertà è un dovere prima di essere un diritto”, scrive la giornalista sui muri di Galleria Fumagalli a Milano, luogo d’arte che invita a riflettere sull’avventura, il coraggio e la sfida da intraprendere se si nasce donna.
In mostra presso Galleria Fumagalli, in via Bonaventura Cavalieri 6 a Milano, l’installazione corale ‘Essere Donna - Il corpo come strumento di creazione e atto di ribellione” che ospita diverse artiste dissidenti.
Il progetto ispirato dalla vita e dalle parole di Oriana Fallaci, curato da Maria Vittoria Boravelli e Annamaria Maggi, espone anche opere di Shirin Neshat, Marina Abramovic, Sang A Han, Annette Messager e Gina Pane, ognuna di loro con il proprio corpo trasformato in un campo di battaglia e laboratorio dove sperimentare vita, politica, sangue, follia, fantasia, in lotta con le convenzioni.
Visitabile fino al 30 maggio 2025, la collettiva di ribelli, che hanno rifiutato di essere oggetto passivo e hanno usato il corpo com mezzo di resistenza e di espressione che ridefinisce cosa significa essere donna, parte da una citazione della Fallaci: “La libertà è un dovere prima di essere un diritto”.
Frase tratta dal libro ‘Il Mio cuore è più stanco della mia voce’ che sta accanto alla ‘Lettera a un bambino mai nato’ (altro successo edito da Rizzoli nel 1975).
Il testo riassume: “Essere donna è così affascinante. E’ un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per
spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine, avrai da batterti per
dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c'è un'intelligenza che urla d'essere ascoltata”.
Ricerca, esperienza, libertà, anche le altre protagoniste sottolieneano con le loro installazioni, fotografie e body art, esplorano quel territorio conteso dove la donna viene considerata un corpo da controllare e un’idea da normare.
Fallaci scrive di nuovo: “Essere donna significa vivere di emozioni, di paure, di piaceri, di speranze e di disperazioni che gli uomini non conoscono”.
Il percorso espositivo riunisce esempi di Body Art, come Thomas Lips (1975-2002) di Marina Abramović (Belgrado, Serbia, 1946), immagine e performance brutale durante la quale l’artista si incide sull’addome un pentacolo con un rasoio.
Oppure Cicatrice de l’action (1974-1975) di Gina Pane (Biarritz, Francia, 1939 – Parigi, Francia, 1990) nella quale l’autolesionismo e il dolore che provoca il segno sulla carne si eleva ad un atto di apertura e di amore, estremo tentativo di introspezione e di spiritualità.
Il corpo femminile come strumento di ricerca di spiritualità è anche quello dipinto e cucito da Sang A Han (Seoul, Corea del Sud, 1987), dipinto e cucito in versione fiabesca e allo stesso tempo sensuale, come quello di una donna madre capace di creare la vita.
Annette Messager (Berck, Francia, 1943) con Mes Voeux (1997) riunisce in scultura fotografie di varie parti del corpo, femminile e maschile, evocando una pluralità di identità fisiche, psicologiche, sessuali, amalgama di relazioni e di esperienze.
La rappresentazione identitaria dell’Iran è concetto caro a Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957), declinato in serie fotografiche come Women of Allah e altre immagini che indagano il ruolo della donna nella società iraniana dopo la rivoluzione islamica.
Dall’Archivio Fallaci arrivano alla galleria anche l’elmetto usato in Vietnam e il quaderno manoscritto originale del libro ‘Lettera a un bambino mai nato’.
Photo credits: Essere Donna, Galleria Fumagalli, Milano, 2025
Foto Guido Rizzuti. Courtesy Galleria Fumagalli