Marina di Savoia, la mancata regina d’Italia festeggia 90 anni. Ma pesa la mancanza di Vittorio Emanuele

Il 12 febbraio 2025 la principessa spegne 90 candeline circondata dall'affetto delle nipoti e del figlio Emanuele Filiberto. Ritratto di una donna forte e combattiva che è riuscita a conquistarsi un ruolo importante tra i nostalgici della monarchia italiana

Marina di Savoia, da sempre considerata negli ambienti monarchici come il vero “uomo” di Casa Savoia, colei che ha salvato la ex casa reale da numerose gaffes, ma soprattutto il defunto marito Vittorio Emanuele, da una condanna per l’uccisione sull'isola di Cavallo del giovane tedesco Dirk Hamer nel 1978, commissionando perizie su perizie e ingaggiando "principi del foro" che riuscirono a dimostrare l’innocenza del figlio dell’ultimo Re d’Italia Umberto II, compie oggi 12 febbraio 90 anni. Umberto inizialmente non voleva la borghese ginevrina come nuora per la mancanza di sangue reale, ma poi, con il tempo, e soprattutto la nascita dell’erede maschio, si sarebbe ricreduto, partecipando infatti a tutte le ricorrenze del piccolo Emanuele Filiberto: battesimo, comunione, cresima, compleanni, ecc. Non c’è dubbio che a rammendare tutte le “toppe” dei Savoia ci fosse sempre lei dietro, soprattutto dopo la morte di Umberto. Come le scuse per aver definito le leggi razziali - da parte di Vittorio Emanuele - cosa di poco conto “non erano così terribili, non devo chiedere scusa”. Puntualmente le scuse arrivavano, sempre grazie a lei, che convinceva o “costringeva” il marito a ritrattare. Un carattere non facile, quello di Vittorio Emanuele, mancato re d’Italia, sia per il rapporto conflittuale con il padre, e con le sorelle, portate in tribunale per la cospicua eredità della regina Maria Josè, nata principessa del Belgio, sia per la bramosia di denaro – come non dargli torto visto che gran parte dei beni dei Savoia sono stati confiscati dallo Stato italiano dopo il referendum del 1946 - che lo portava a fare gli affari più impensabili per poter vivere una vita agiata senza dover bussare alle porte paterne. Il matrimonio con Marina potè svolgersi – in sordina - nel 1970 a Las Vegas con rito civile e, religiosamente, il 7 ottobre 1971 a Teheran grazie alle raccomandazioni dello Shah di Persia che aveva incaricato il principe sabaudo di rifornire l’esercito iraniano degli elicotteri di Corrado Agusta. Le malelingue dicono anche di armi, ma questa è un'altra storia. Grazie a queste cospicue mediazioni incassate dall’erede sabaudo, il matrimonio avvenne e i rapporti con Umberto si “normalizzarono”, anche perché nel frattempo Marina aveva imparato il mestiere di ”regina”. Ma chi è la donna che è stata tutta la la vita accanto ad uno degli uomini più discussi d’Italia?  Marina Ricolfi Doria nasce a Ginevra il 12 febbraio 1935, figlia di imprenditori di origine italiani che dall’Italia si erano trasferiti in Svizzera per fare affari. Il fondatore della famiglia fu Giovanni Ricolfi, abate, che durante la Rivoluzione francese, aveva dismesso gli abiti sacri per sposare con rito civile Geronima Angiola Maria Doria, figlia di Francesco Agostino Doria e di Teresa Sauli. Marina è stata campionessa di sci nautico, ha partecipando a 3 campionati del mondo (1953, 1955 e 1957) e ha conquistato nella sua carriera sportiva ben 23 titoli svizzeri, 12 titoli europei e 4 titoli mondiali: è stata la prima donna svizzera a vincere un titolo mondiale in questo sport. Una vera campionessa, che tra una gara e l’altra si fidanza nel 1954 con Vittorio Emanuele di Savoia. Una coppia formidabile, un grande amore che è durato tutta la vita e da cui è nato Emanuele Filiberto, oggi cinquantenne imprenditore di una catena di ristoranti e padre premuroso di Vittoria e Luisa, le figlie avute dall’attrice francese Clotilde Courau. Tornando a Marina di Savoia, per lunghi anni è stata l’ambasciatrice di Casa Savoia in Italia, colei che potendo mettere piede sul suolo italiano - l’esilio valeva solo per i discendenti maschi – partecipava a tutte le cerimonie ufficiali e rappresentava quello che rimaneva della casa reale italiana. Un ruolo che ha sempre svolto in maniera decorosa, aiutata in questo dalla suocera, la regina Maria Josè, che all’etichetta reale ha sempre preferito le amicizie con il mondo artistico e culturale e antifascista. Due visioni della vita opposte rispetto a Umberto, che porteranno Maria Josè in giro per il mondo, a visitare anche la Cina di Mao con la regina madre del Belgio. Una concezione della vita che mal si sposava con la rigidità della corte sabauda, definita dalla stessa Maria Josè un “frigidaire”. Entro pochi mesi sapremo se la causa intentata dai Savoia allo Stato italiano per riavere indietro i famosi gioielli della Corona avrà esito positivo. Riuscirà la vedova di Vittorio Emanuele ad indossare i famosi diademi e le perle della Regina Margherita? Cara Principessa Marina, le auguriamo buon 90 esimo compleanno e che questo desiderio, per lei e la sua famiglia, possa avverarsi, a patto che poi i gioielli non finiscano in qualche asta ginevrina e che possano essere esposti in maniera permanente presso un museo pubblico o privato italiano, come avviene a Londra per i gioielli della Corona inglese, dove i turisti pagano fior di quattrini allo Stato inglese per ammirare le gioie reali.