PERSONE ANORMALI - Episodio 9 - Nessuno fa finta di essere innamorato per 25mila dollari

Giorgia Alemandi era una bella ragazza bionda piuttosto abbondante. Veniva in ufficio sempre molto castigata, con maglie e giacche e gonne e tailleur financo seri, forse proprio per mitigare prosperità affannose e torridevoli. Floridume a parte, era una ragazza riservata, ben tenuta, con boccoli di pari abbondume, ma sorridente e tutt'affatto aliena da suoi eventuali sguardi azzurrati, che non si sa bene che ti voglion dire.
Molti in ufficio la consideravano un'acqua cheta, con possibili gorghi nascosti, bramandone a mezza bocca eventuali sue grazie.
Lui era un tipo elegante e abbastanza in confidenza con la Alemandi, più per qualche balzana battuta, a cui la Alemandi talvolta rivolgeva mezze approvazioni e qualche lieve accavallamento di gambe. La Alemandi dava corda a poca gente dell'ufficio in verità, cosa che lo aveva sempre spinto a sospettare per lo meno una generica quanto promettevole simpatia, poiché a lui sorrideva persino, talvolta. Decise quindi quella mattina stessa di invitarla fuori, in serata, per un aperitivo. La Alemandi era notoriamente sfidanzata da prima della estate. La circumnavigò per un pochino, per decidere più che altro dove portarla, dopodiché distrattamente le rivolse la parola prima della pausa pranzo.

Senti Alemandi, stasera c'è un vernissage cocktail alla Galleria Finzi; visto che so che ti piace lo Champagne Rosé e contemporaneamente so che il gallerista, che è un amico mio, lo offre, se non hai altri programmi con qualche billionaire in trasferta, che ne dici di venirci?

Sì, ne ho a bizzeffe di billionaire guarda!

Non mi dire che sottovaluti il tuo fascino di impiegata occhialuta e bionda modello

Da quando io sarei considerata una impiegata modello?

Ho detto bionda modello, ma fa niente. Comunque la tua mise en place è sempre inappuntabile.

La mia "mise en place"? E che vuol dire?

Che ti vesti sempre molto bene, e questo rasserena quasi sempre noi uomini d'età.

Ah ma io mica mi vesto bene per gli uomini sai

Ci mancherebbe

Lo faccio per me, come è giusto che sia; non sono una che in casa neanche va in giro in tuta sbrindellata e cetrioli sulla faccia

Ah ecco, viceversa vai in giro per casa in babydoll di pizzo?

Se fosse non te lo direi, caro sporcaccione

Ah, che piacere sentirsi chiamare sporcaccione da una che gira in babydoll! Sporcaccione, poi, che bel vocabolo di una volta! Nascondi doti desuete tu eh!

Perché? Si dice sporcaccione, o no?

Ah, certamente, certamente! È un termine un po' da nonna boomer, ma eccellente

Ecco, infatti, io sono un po' una nonna boomer!

Ah non ci son santi! Una adorabile nonnina carrozzata Pininfarina! Ha-ha

E Pininfarina chi sarebbe? Non sono così boomer

Era un grande designer di carrozzerie per automobili, quando ancora esistevano le automobili e non erano ancora dei tostapane

La tua infatti è una automobile da boomer

E infatti è una automobile e non una lavastoviglie, anche adatta alle belle nonnine come te, se ti piacesse venire al vernissage

Lui nota che la Alemandi a questo punto non si ferma dal testo che sta scrivendo sul computer, ma da dietro la montatura di Tiffany lo sguardo azzurrato si compiace.

Si ritrovano verso le 7 alla Galleria Finzi, poco dietro il Corso. Ci sono molte persone e lui è particolarmente orgoglioso, va detto, di presentarsi con la Alemandi, che nonostante una certa celata avvenenza non si vede certo granché in giro con uomini, arrembanti o meno, che sieno della jeunesse dorée cittadina o più attempati gentiluomini urbani o di campagna. La Alemandi non frequenta granché, lui sì, e saluta molti amici e conoscenti. La Alemandi si compiace probabilmente anche della atmosfera mondana, nonostante non sia la sua cifra, o forse proprio a cagion di ciò. Lui la guarda ancor più da vicino: si è cambiata d'abiti e porta un maglione a collo alto blu oceano con una giacca da finto uomo in velluto a coste con i jeans stonewashed abbastanza attillati. È oggettivamente carina. Lui pensa alla occasione migliore per baciarla; la Alemandi ogni tanto lo guarda mentre ride delle battute di una ragazza coi capelli tagliati a scodella che sfotte il protagonista di uno scandalo nazionale: un cantante techno-folk reso un po' cornuto dal fidanzato nerobarbuto. Girano le coppe di Champagne e la vita sembra bella dalle vetrine della galleria vociante di sedicente bella gente. Anche dopo le feste la vita sembra mica male.

Lei era una tipa elegante, ed era tornata per la seconda sera al bar bello, stavolta col suo amico automunito, in realtà non vicinissimo ma nemmeno troppo lontano dalla Galleria Finzi. Non aveva detto allo studentello rimorchiato a capodanno di tornare a farle compagnia nello stesso posto per due sere di fila, confessando così sfacciatamente di voler mettere il sale sulla coda allo sconosciuto elegante.
Lo studentello la subissa di messaggi su WhatsApp, alcuni carini, alcuni abbastanza farlocchi, e lei nonostante tutto non ha neanche ancora deciso se dargli una possibilità, almeno di un limone fugace, o meno.
Stasera ha semplicemente proposto un drink insieme all'amico con la macchina, e costui non ha avuto niente in contrario. Lei è uscita vestita un po' da mignotta, pur senza troppa convinzione di poter incrociare l'elegantino anche stasera. Però non ha rinunciato ad una minigonna pazzesca con calze marroni istoriate da duecentomila denari, scarpe basse ma kinky, sempre in vernice, pur coprendosi con una specie di pelle di pecora sotto ad un vecchio Barbour Bedale comprato in un negozio vintage di Bologna. Guarda coi suoi occhi a mandorla oltre le vetrate del bar bello, a tratti, o verso la porta a vetri. Il suo amico automunito non è certamente antipatico né di base noioso, ma la sta annoiando, e lei pensa ad altro, ovviamente non solo all'elegantone del cazzo; la sua vita è già abbastanza piena di casini. Né è tipa decisamente da pensare solo agli uomini, figuriamoci, anche se poi vabbè.

Lui non solo era un tipo elegante, ma era anche ogni tanto intraprendente, sebbene di base sornione. La Alemandi chiede se c'è una toilette al proprietario della galleria; le viene indicata, la Alemandi la trova libera e ci si imbuca dentro. Lui nota la mossa anche se stava parlando con altri e aveva lasciato per un attimo la Alemandi fuori dalle sue attenzioni: molla gli astanti, la segue da poco lontano e si piazza con la schiena appoggiata al muro davanti alla porta della toilette.
La Alemandi ci mette un po' ad uscire e lui nella attesa pensa eminentemente al suo culo, quello della Alemandi, si intende. Niente male, in effetti. Quando la Alemandi esce dalla porticina lui quasi le strizza l'occhio e fa per entrare nel bagnetto; si incrociano tra gli stipiti e quasi si sfiorano gli zigomi. In un nanosecondo lui pensa che in fondo perché no. Non del tutto stranamente la Alemandi praticamente non risponde al suo bacio sulla bocca: lo guarda anzi con una certa freddezza, lui fa spallucce e fa un passo oltre verso il lavandino.

Cioè?

Cioè cosa?

Perché mi hai baciata?

Ho fatto male?

Non lo so

Non lo so?

Eh, no

Mmm.

Mmm che? Cosa hai in mente?

Mmm. Cosa ho in mente, cosa ho in mente.... indovina! Allora forse non ho fatto poi così male eh. Cosa ho in mente! E poi dite che non ci son più i maschi alfa, eccheccazzo!

A lui viene di botto su una risata talmente stupida che la Alemandi non può fare a meno di ricambiarla. Lui per lasciare volutamente la cosa in sospeso supera l'antibagno ed entra nella seconda porticina che cela la tazza del cesso. La Alemandi ride ancora un pochino ma non lo aspetta fuori dalla porta; va a prendersi un'altra coppetta di Champagne Rosé, un po' rimuginando la cosa appena successa. Dall'altro lato del banchetto dove un camerierino maneggia secchielli bottiglie e bicchieri fa la sua apparizione una coppia, in verità piuttosto ben assortita, di un giovanotto sulla quarantina accompagnato da una che sembra una mezza orientale, ma con gli occhi insolitamente grandi, una minigonna eccessivamente sexy per la stagione, calze marroni a grossi rombi ed un giaccone Barbour blu da cui spunta un pesante sottogiacca. La presunta coppia prende due coppette di Champagne e si guarda in giro, vedendo di fare un saluto ad eventuali facce conosciute. Quando la finta orientale vede il biondino elegantone uscire da un corridoietto ed entrare nella sala principale con un'aria vieppiù soddisfatta, non pensa minimamente di essere con un altro accanto, ed alza la mano per salutarlo con una magnifica faccia esplosiva ed un altrettanto esplodente fare allegrone e buffo. Lui la vede, bella com'è, sorride di un sorriso da mentecatto, pensa subito di essere praticamente nella merda.

Di Lapo Mazza Fontana