Il Natale liberato dal consumismo dei regali e dell'albero di Natale: che cosa significa il diventare uomo di Dio?
Occorre restituire al Natale il suo valore reale
Nel giorno di Natale, forse più che in ogni altra giornata dell'anno, si può misurare perfettamente il grado di evaporazione del Cristianesimo nella nostra società secolarizzata e reincantata dai mercati speculativi. L'albero di Natale tende a sostituire il presepe, lo sfavillio delle luci della civiltà dei mercati rimpiazza la capanna del dio che nasce bambino. La logica generale del capitalismo è quella per cui non mira a distruggere la religione, ma a rioccuparne lo spazio, facendosi esso stesso religione: il capitalismo, notava Walter Benjamin, è una religione senza dogmatica ma con culto ininterrotto. È la religione della merce e della valorizzazione illimitata del valore. Rispetto a questa religione, tutte le altre debbono sparire ed è proprio in vista di ciò che si adopera con zelo l'ordine discorsivo dominante, che tende a liquidare come superstizione la religione del trascendente e a ridurla a semplice questione privata della coscienza individuale. Che cosa significa realmente il Natale, liberato dal falso mito del consumismo dei regali scambiati secondo la logica del do ut des? Solo col cristianesimo - rileva Hegel nelle "Lezioni sulla filosofia della religione" - si ha una religione compiuta e rivelata: è la religione assoluta, compatibile con la filosofia, che non è altro se non le verità religiosa espressa nella forma più alta del concetto. Nel cristianesimo, il soggetto divino, facendosi uomo, emana lo spirito del mondo: il Dio si fa uomo e nasce sulla terra, perché la verità dell'idea si realizza nella sua attuazione, nel suo farsi mondo. E, come Hegel sostiene nelle "Lezioni sulla filosofia della religione", un Dio senza il mondo non è Dio. Il farsi uomo di Dio è l'attuazione dell'identità di Soggetto e Oggetto: il Dio non è qualcosa di altro, come ancora era nell'ebraismo, ma è l'essenza che permea ogni cosa e che trova nell'umano il proprio più fulgido locus revelationis. Per questo, dice Hegel, l'umano è il Dio immediatamente presente.
Di Diego Fusaro.