Carlo Calenda confessa: "Perché ho vissuto con Lapo Elkann e mia moglie". E su Matteo Renzi "Gli scrivo ma non mi risponde"
Il leader di Azione racconta la convivenza con il rampollo di Casa Agnelli e tira qualche sassolino addosso a Renzi: gli scrivo degli sms ma a volte non mi risponde
"Io, lui e mia moglie vivevamo insieme". Potrebbe essere il titolo di un film di Bernardo Bertolucci, un sequel di “The Dreamers” di cui non vedremo mai la trasposizione cinematografica perché il grande regista emiliano non c’è più ormai da molti anni. Ma ha tutta la salsa della comedy all’italiana la storia raccontata dal leader di Azione che in una intervista al Corriere della Sera racconta di quando, molti anni fa, ha convissuto nella stessa casa a Modena insieme alla moglie Violante Guidotti Bentivoglio, discendente di una nobile casata italiana, e Lapo Elkann, uno dei rampolli di Casa Agnelli, da sempre considerata come la vera royal family italiana. Che come nelle migliori tradizioni continua, a venti anni di distanza dalla scomparsa dell’Avvocato, a far parlare di sé per l’imbarazzante questione ereditaria sollevata da Margherita Agnelli e che promette di riempiere le pagine di cronaca rosa e finanzaria per i prossimi mesi, se non addirittura anni. "Lapo e io eravamo entrati in Ferrari più o meno nello stesso periodo e dividevamo lo stesso appartamento". Nell’intervista, Calenda ricorda il nonno materno Luigi Comencini, padre della commedia all'italiana, e ricorda che prima di andare a vivere con sua moglie, Violante, abitò per un periodo a Modena: "Per un periodo abitammo a Modena io, lei e Lapo Elkann. Lapo e io eravamo entrati in Ferrari più o meno nello stesso periodo e dividevamo lo stesso appartamento". Carlo Calenda alla domanda di Tommaso Labate del Corriere della Sera su com'era convivere con Lapo risponde così: "Ragazzo d’oro, una persona buona e sensibile. Quando toccava a lui fare la spesa tornava indietro con cose prese a piacere, tipo chili di mozzarelle. E io: “Lapo, ma i detersivi li hai presi?”. Con Violante andò meglio perché ci mise sotto e diede ordine un po’ al tutto. E Lapo iniziò a tornare dal supermercato anche con i detersivi".Poi Calenda si presentò alla mamma della moglie, decisamente tradizionalista, prese coraggio e le disse: "Allora, Violante e io ci vogliamo bene… ormai ci frequentiamo da un po’… forse è il caso di vedere come ci troviamo ad abitare sotto lo stesso tetto….Lì mia suocera ritrovò la parola. E mi interruppe dicendo soltanto: 'Quando'?".
Calenda aveva iniziato la sua carriera in Ferrari con Luca Cordero di Montezemolo e rimase nel team di Maranello dal 1998 al 2004, vivendo l'indimenticabile epoca di Schumacher, pluricampione di F1. Sempre nell’intervista Calenda parla dell’amore mancato con Matteo Renzi, leader di Italia Viva: “Gli scrivo ancora ma non mi risponde”, forse poco memore del carattere un po’ particolare dell’ex premier. In effetti i rapporti tra i due sono sempre stati altalenanti: Quando Matteo Renzi divenne presidente del Consiglio, gli propose di fare l’ambasciatore italiano presso l’Ue. Un ruolo che Calenda inizialmente voleva rifiutare, anche in ragione delle sue conoscenze del mondo diplomatico per via dell’altro ramo familiare, quello paterno. Poi dopo quella esperienza e il fallito tentativo di formare il Terzo Polo, le strade politiche dei due leader si sono separate. «Al contrario di quello che si dice in giro, non sono uno che se la segna. Posso litigare con uno ma poi me ne dimentico», ricorda Calenda, «qualche volta gli ho scritto. A volte ero con un amico comune e gli ho mandato un selfie via whatsapp. Non ha risposto». Sulla possibilità di ritorno insieme è netto: «no», non c’è nessuna possibilità. «Quando abbiamo fatto la lista alle Politiche del 2022, mi ero autoassegnato un cinquanta per cento di possibilità che andasse bene e un cinquanta che mi volesse fregare», spiega, «è finita col secondo cinquanta per cento. E non succederà più». Sul rapporto con la moglie Violante, la sua attuale moglie, che Calenda spiega di aver conosciuto "a una festa di diciott’anni, qualche anno". Solo due settimane fa, in radio a Un giorno da Pecora, Calenda aveva confessato di averla tradita. "Ho confessato di aver preso una sbandata per un’altra donna e di essere ritornato con la coda tra le gambe, parliamo di una cosa successa trent’anni fa. Poi, certo, riprendendo la notizia ci hanno fatto il titolo Calenda ha tradito la moglie. Pensi che Violante non aveva visto nulla. Alcune amiche l’hanno avvertita e mi ha telefonato: Carlo ma che ca*** hai detto?". Nel suo racconto, Calenda non ha paura di approfondire il suo rapporto con Montezemolo. La figura dell'ex presidente Ferrari, uno degli uomini più influenti della sua carriera, emerge come un faro per Calenda: "Quando si parlava di Made in Italy o di rapporti con l’estero, Montezemolo era sempre al centro. Non solo un grande imprenditore, ma anche un grande visionario". Ed è proprio con lui che nasce la sua esperienza in Confindustria, quando si iniziò a sognare un'Italia futura. "Italia Futura", quella che Calenda ha visto crescere sotto l’ala protettiva di Montezemolo, dove si parlava di politica in modo pragmatico, lontano dalle liti sterili del panorama politico tradizionale