Libri gialli, Madame le commissaire continua le sue indagini nella romantica Provenza. Crimini e misfatti? li sgomina tutti lei tra prati di lavanda e calici di vin rosé
In Italia i titoli della fortunata serie sono arrivati quest’anno a quota sei. E il mix dell'enigmatico scrittore Pierre Martin fa centro: smascherare i malfattori godendosi il savoir-vivre della Costa Azzurra
A Parigi era a capo di una squadra antiterrorismo, con una grinta che riduceva a un pizzico i sottoposti machi. A Fragolin, delizioso e minuscolo borgo provenzale, si alza con comodo, assapora in terrazza croissant e café au lait, si tuffa nel mare trasparente, ozia su spiaggette deserte e dorate, spizzica tapenade al bistrot, e lavora rilassata in un ufficio composto da un’unica stanza con il solo aiuto del bislacco sous-brigadier Apollinaire che archivia scartoffie e non sa cosa sia un’indagine sul campo.
Et voilà Isabelle Bonnet, volitiva protagonista dei gialli di Pierre Martin, pseudonimo di un autore tedesco che ad oggi ha pubblicato undici di questi appassionanti intrighi sotto il sole della Provenza. Non si conosce ancora la sua vera identità, e questo aggiunge un pizzico di mistery molto appropriato, sicuramente è innamorato della Francia, e comunque è diventato in Germania un vero cult riportando in grande spolvero il classico giallo deduttivo: genere Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle per intenderci, o Dottor Thorndyke di Richard Austin Freeman, che presenta poche azioni plateali e corre piuttosto sul filo di rigorose analisi e argomentazioni investigative.
Sulla scia di questo successo, nelle nostre librerie sono arrivati finora, in rapida successione, “Madame le commissaire e l’inglese scomparso” e “Madame le commissaire e la vendetta tardiva” (entrambi nel 2021), poi nel 2022 “Madame le commissaire e la morte del capo della polizia”, nel 2023 “Madame le commissaire e il quadro misterioso” e “Madame le commissaire e la morte in convento”, e adesso nel 2024 “Madame le commissaire e l’amante assassinato”, tutti per Neri Pozza Editore.
Le trame sono avvincenti e si avvalgono di location meravigliose, come un quadro di Paul Cézanne, da Aix-en-Provence a Saint-Tropez, da Le Lavandou alla cristallina baia di Pampelonne. Isabelle Bonnet, a seguito di un drammatico attentato, lascia traumatizzata la capitale francese e assume la direzione del microscopico commissariato di Fragolin, paesino idilliaco dove aveva trascorso l’infanzia, ritrovando l’amica Clodine, la boulangerie che sforna pane fragrante, i bicchieri di vinello ghiacciato e il lancio delle bocce a piedi uniti, tanqués, nelle partite della caratteristica e amatissima pétanque provenzale.
Per Isabelle, che cerca di recuperare salute ed equilibrio, è l’ambiente ideale. Sulla sua scrivania, solo vecchi fascicoli polverosi e cold case di cui non importa più nulla a nessuno. I corteggiatori non le mancano, dall’affascinante sindaco Thierry al miliardario Rouven che gira il mondo su yatch stratosferici. Il potente ministro dell’Interno Maurice Balancourt le assicura sempre il suo appoggio e la chiama chérie. E il maldestro Apollinaire, con la testa tra le nuvole e i calzini di colore diverso l’uno dall’altro, è una presenza quanto mai rassicurante e passa il tempo pacificamente innaffiando la sua pianta di cactus.
Sembrerebbe il paradiso…eppure anche a Fragolin accadono omicidi, transitano malviventi, si consumano inganni e nefandezze. E Isabelle, ritrovando a poco a poco forza e coraggio grazie al duro addestramento della sua esistenza precedente, inizierà a risolverli determinata, perspicace e solitaria come un lupo.
In libreria e in Tv questo binomio investigatrice tosta-paesello apparentemente tranquillo va sempre alla grande. Basti pensare ai gialli-rosa di David Safier, “Miss Merkel e l’omicidio nel castello” (2021) e “Miss Merkel e l’omicidio al cimitero” (2022), ambientati nella sonnolenta cittadina brandeburghese di Freudenstadt dove, dice lui, Angela Merkel si è ritirata in pensione sfornando torte di mele peggio di Nonna Papera: però scopre che, invece di mangiare strudel e prendersi bonariamente a schiaffoni ballando la Schuhplattlerinnen, gli abitanti ammazzano e truffano che è una bellezza. Idem a San Candido, nella realtà il borgo dolomitico più incantevole ed elegante che si possa immaginare, nella fiction “Un passo dal cielo” bazzicato a più non posso da lestofanti, sfruttatori e narcotrafficanti. E le inquirenti gagliarde e risolute? abbondano, da Imma Tataranni a Lolita Lobosco, che fanno trottare i colleghi inguainate in gonne a tubino con tanto di tacco nove.
Madame le commissaire non fa eccezione e offre una lettura arguta, veloce, perfetta per un disimpegnato pomeriggio autunnale in poltrona. Abbiamo sospetti assassini che scompaiono misteriosamente, vendette efferate che risalgono ad antiche turpitudini, presunti suicidi costellati di particolari inspiegabili, dipinti contraffatti che celano disperate richieste d’aiuto. Le atmosfere strizzano l'occhio a "Caccia al ladro", il mitico film diretto nel 1955 da Alfred Hitchcock con gli indimenticabili Cary Grant e Grace Kelly, tra folli inseguimenti e furti di gioielli in Costa Azzurra. I personaggi sono ben delineati con le loro innocenti manie - Clodine sempre a caccia di un fidanzato da conquistare, gli anziani che si scolano un pastis di prima mattina nella brasserie, i locali che giocano alle bocce esclusivamente tra di loro, guai ai forestieri che osassero intervenire. E la marcia in più è fornita dal bellissimo paesaggio del Sud della Francia, dal frinire delle cicale, dal soffio impetuoso del mistral. Che poesia! Nasce subito il desiderio di prendere e partire. Per una vacanza, beninteso, non per dedicarci a enigmi e imbrogli. Quelli lasciamoli a Isabelle Bonnet. Il campo è suo. E lei ci sa fare.
Di Carla Di Domenico.