Natale, il canto per l'umanità inutile: dove vorrei vivere le feste

"Una comunità di esseri umani inutili sopravvivrà. In quell’angolo sperduto di mondo, io vorrei festeggiare il Natale".

SCRITTI PANDEMCI

Canto per l’umanità inutile

Secondo Thomas Robert Malthus, ogni singolo individuo è e deve essere libero e privo di assistenza sociale e solidarietà, in modo tale che a prevalere siano i più forti, a soccombere i più deboli. Secondo Yuval Noah Harari, i deboli sono l’umanità inutile.
Ieri sono stato a una festa di Natale. Nella sala comunale trasformata nel villaggio di Babbo Natale, ho ascoltato un concerto di canti natalizi. Babbo Natale è un personaggio di fantasia, esattamente come Gesù Cristo sempre secondo Yuval Noah Harari. C’era Luigi, invalido in carrozzella che vive grazie a una pensione sociale, un debole, inutile essere umano. L’ho osservato a lungo, mentre suonava la tuba nella banda del paese. Era felice e lo ero anch’io. Non so se – tornato a casa – abbia qualcuno che lo accudisce e gli vuole bene. Cosa sappiamo delle vite degli altri? Quasi nulla! Mi indigno al pensiero che sulla nostra terra esistano persone capaci di giudicare chi abbia il diritto di vivere e chi sia da eliminare, in quanto inutile. Luigi, grazie di esistere: hai suonato la tua tuba e lo hai fatto bene, con passione. Passione, compassione, amore, solidarietà: la superbia è uno tra i miei tanti peccati, ma io non credo che la mia vita valga più della tua. Come si giudica il valore di una vita umana? I cattolici credono che la vita – ogni vita – sia un dono di Dio e sia sacra. Malthus, Harari e tutti neomalthusiani si sono fatti dei e si sono arrogati il diritto di decidere che sia degno di vivere: soltanto i più forti, soltanto gli utili. Se la società umana fosse un branco di lupi, il maschio Alfa la penserebbe come i neomalthusiani. Ma davvero, come scrisse Thomas Hobbes citando Plauto, homo homini lupus?
L’uomo è un animale hackerabile, dominato dai bisogni indotti, privato del libero arbitrio dalla manipolazione costante della sua volontà. Lo abbiamo vissuto tutti, in questi quasi tre anni di mistificazione costante. Gli istinti peggiori della società sono riemersi dalle tenebre della Storia. Ho scritto centinaia di volte che non andrà tutto bene, che non ne usciremo migliori, che le profezie di Yuval Noah Harari si stanno già avverando e la sconfitta dell’homo sapiens e la sua sostituzione con il transumano è inevitabile.
Poi, ieri sono stato a una festa di Natale. C’era Luigi, invalido in carrozzella che vive grazie a una pensione sociale, un debole, inutile essere umano. L’ho osservato a lungo, mentre suonava la tuba nella banda del paese. Era felice e lo ero anch’io. E ho compreso in un istante che da qualche parte, in un angolo sperduto di mondo, ai margini della società di transumani una comunità di esseri umani inutili sopravvivrà. Forse grazie al fatto che ha fede in Dio, crede nell’incarnazione del figlio di Dio Gesù Cristo e nella sacralità della vita umana. O forse grazie al fatto che conserva in sé i più nobili sentimenti umani: passione, compassione, amore, solidarietà.
In quell’angolo sperduto di mondo, io vorrei festeggiare il Natale. Ascoltando un’umile banda di paese, osservando la felicità di Luigi.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia