"La Stranezza", il film pirandelliano di Roberto Andò trionfa al cinema con un trio inaspettato: Servillo, Ficarra e Picone
Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone: i tre protagonisti del nuovo film di Roberto Andò: una lezione di Grande Cinema nel Grande Teatro
Si respira l’ebbrezza del teatro di un tempo, quando andare a teatro era un atto sociale, non solo un divertissment. Per questo al debutto a Roma di "Sei Personaggi in cerca d’autore" Pirandello viene fischiato, insultato, apostrofato come impostore, buffone. La mise en scene era troppo di rottura per un pubblico non ancora svezzato. Sappiamo come andò a finire: Sei Personaggi divenne un successo planetario e Pirandello vinse il Nobel per la Letteratura.
La Stranezza, una tragicommedia, ci parla proprio del processo della creazione, di quel momento sublime dove l’opera prende anima. Ci sono due becchìni con la passione del teatro che intercettano Pirandello in realtà è il drammaturgo a rivolgersi a loro per dare sepoltura alla vecchia balia.
La balia, Mariastella, era stato il perno della sua vita, depositaria di usi, tradizioni e leggende che hanno nutrito la sua fantasia. Servillo non interpreta Pirandello, lui è Pirandello, grazie anche all’aggiunta di baffi e pizzetto la somiglianza è sorprendente.
Dopo tanta napoletaneita’ (con abbondanza di set e copioni) Andò sposta la cinepresa in una Sicilia dai sapori vintage ( che raccoglie suggestioni di paesaggi dai romanzi verghiani) in un mix ben riuscito tra finzione e realtà, dramma e farsa, teatro alto e popolare, luce e tenebre. Andò è palermitano ma vive a Napoli dove dirige il Teatro Stabile Mercadante ( quest’anno il cartellone è strepitoso) e con Napoli trova subito il paragone di stretta parentela che il popolo minuto ha con i defunti da far dire a Ficarra (uno dei becchini): I Morti sono Vivi. O tutt’al rimangono in attesa di sepoltura, sono i morti “sospesi” che la sorte li ha confinati in uno stanzone del cimitero.
Ficarra e Picone, loro nella mimica e nel dialetto stretto anno il meglio di sé come attori tragicomici.
Nella Stranezza, il cinema si mette al servizio (divulgativo) del teatro. Differenza peculiare? Risponde Servillo, attore assoluto: “Sono uomo di teatro in maniera militante. Ho cominciato 40 anni fa con i Teatri Uniti. Il Teatro si fa davanti a un pubblico. Il cinema si compone".
"La Stranezza" si farà itinerante nelle scuole. Una lezione di Grande Cinema nel Grande Teatro.