Tartufo d'Alba, prezzi alla stelle a partire da 600 euro l'etto

Per il prezioso fungo ipogeo la domanda è alta e fa crescere il suo valore, complice anche la siccità estiva

E’ appena iniziata la stagione, ma la frase pronunciata da un commerciante piemontese appare illuminante: “Non ho mai comprato così cara della roba così scarsa”. Per “roba” si intende tartufi bianchi, per cara si calcola che gli esemplari migliori, a partire dagli ottanta grammi, costano al consumatore finale dai 600 euro l’etto in su, mentre i pezzi più piccoli non scendono comunque sotto i 500 euro. Cifre schizzate alle stelle con un tempismo perfetto per l’apertura della 92ma Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, inaugurata (venerdì 7 ottobre) con un ospite davvero speciale come il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto in dono una pepita di circa un etto scovata dalle parti di Dogliani. ‘È la legge della domanda e dell’offerta’ dicono i venditori che ad Alba hanno negozi simili a gioiellerie, mentre i ristoratori, pur di soddisfare turisti e clienti, chiedono tartufi senza badare a spese. I cercatori lo sanno e alzano il prezzo. Quando, come quest’anno, la stagione autunnale inizia con poco prodotto in circolazione, è inevitabile che si crei questa dinamica al rialzo dei costi. L’unica speranza è che tra qualche settimana la situazione migliori. Ma è anche l’implacabile legge del clima in mutazione: la siccità della scorsa estate sta infatti presentando il conto e in generale il cambiamento sta creando difficoltà nella raccolta. Il tartufo è una sentinella formidabile per comprendere lo stato di salute del bosco: se non c’è acqua, se il terreno è inquinato, se gli alberi non sono in forma, puoi scavare quanto vuoi, ma non ne troverai neanche l’ombra. In effetti, per il prezioso e sensibile fungo ipogeo che ama le nebbie autunnali, non c’è nulla di peggio di un suolo secco e duro.