Il Corriere della Sera, mio padre storico lettore di 87 anni. Ma da oggi legge Il Giornale d'Italia

L'involuzione del Corriere della Sera è inarrestabile: il kitsch della sinistra che avanza

SCRITTI PANDEMICI

Il Corriere della Sera: giornale o volantino pubblicitario?

Ho un padre di 87 anni. Tra i suoi riti quotidiani, c’è la lettura del Corriere della Sera. Uomo di destra, è rimasto fedele allo storico quotidiano, alla penna stilografica, alla moka Bialetti e alle giacche di velluto. Abita sotto di me, nella vecchia villa di famiglia: la mattina, quando esco col cane, rientro col Corriere.
Non lo leggevo da anni, dall’inizio della proprietà di Urbano Cairo. Una sbirciata ai titoli, nulla di più. Questa mattina ho fatto l’errore di sedermi sulle scale (mentre aspettavo che il cane facesse un giro in giardino) e dare un’occhiata.
In alto due chicche: a sinistra “Il film di Veltroni”, a destra “La top model transgender”. Poi, il lunghissimo editoriale di Paolo Mieli “Alleanze e occasioni perdute”. Al centro, perché no, “Lillo, l’addio di Benigni “Trasmetteva gioia””.
Potrei andare avanti, ma non me la sono sentita di sfogliare il giornale. Sono uscito a cercare il cane, ho trovato dove avesse fatto il suo dovere di cane, ho preso la prima pagina e l’ho usata al posto dell’apposito sacchettino: inutile sprecarlo.
Poi, ho bussato alla porta di mio padre: “Papà, ti accendo il computer”.
“Perché?”.
“Da oggi leggi Il Giornale d’Italia”.

di Alfredo Tocchi