Pace in Ucraina? Mancano i mediatori; mentre l'Italia si suicida politicamente gettando olio sul fuoco

Il recente discorso revisionista del Capo dello Stato all'Università di Marsiglia rovina l'immagine dell'Italia

Quando si vuole trattare per chiudere una guerra ci vuole un mediatore o più mediatori. Ci vuole l'intervento di un potere terzo più indipendente che si possa rispetto ai belligeranti che reciti la parte (anche i simboli sono importanti) del "territorio neutro d'incontro" in modo da facilitare il dialogo fra le parti contrapposte. Una volta era l'Italia questo potere e il nostro ruolo di dialogo con Israele e le nazioni arabe dagli anni 60 agli anni 90 fu importante per la pace e la cooperazione internazionale. Ora che l'Italia getta olio sul fuoco offendendo chi ha sconfitto il nazismo con un tributo di decine di milioni di morti (la Russia), ora che l'Italia si è del tutto appiattita ad una politica britannica ferocamente anti-russa (di dubbia comprensione, sterile) chi potrebbe mediare per ottenere una possibile e ragionevole pace duratura? Penso che non siano molti i Governi autorevoli a poter svolgere questo delicatissimo ruolo e ne me ne vengono in mente solo due: il Vaticano e il Governo Svizzero. Autorità religiose e laiche rispettate da entrambi i contendenti. Lo strano caso della guerra in Ucraina (nazione che tutti sembrano voler depredare) presenta molte anomalie meritevoli di futuri studi e approfondimenti; proviamo ad elencarle: a) l'unica guerra in cui l'aggressore chiede la pace più dell'aggredito e questo mentre l'aggressore sta vincendo; b) l'unica guerra che l'Occidente fa di tutto perchè peggiori e diventi internazionale, a tutto danno degli interessi europei; c) l'unica guerra in cui le visioni geopolitiche di Usa e Regno Unito appaiono per la prima volta concorrenti e opposte con l'Inghilterra che spinge a tutti i costi per la guerra ad oltranza e gli Usa di Trump che fanno di tutto per far decrescere la tensione e arrivare a trattative di pace. Grande assente non solo l'Europa ma specialmente l'Italia, ridotta da potenze esterne al patetico e irritante ruolo di burattino pro guerra calpestanto in modo ostinato uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione: quell'art. 11 che ci obbliga al perseguimento ostinato e continuo della pace, non della guerra. Forse i vertici del nostro Stato stanno errando l'interpretazione dell'art. 52: riguarda l'Italia, non l'Ucraina o altre nazioni. Altri grandi assenti: i cittadini ucraini, di cui nessuno si interessa. Tutti mandano vagonate di miliardi di euro e di armi ma nessuno parla di aiuti alla popolazione e di ricostruzione, come se l'Ucraina fosse ormai una vittima sacrificale per molti oscuri interessi, spesso confliggenti. Altro grande, grandissimo assente si rivela proprio il Governo italiano, del tutto estromesso e bypassato dall'incontenibile interventismo politico del vertice dello Stato. Chi dovrebbe custodire la Costituzione della Repubblica ne sembra invece un tenace dissolutore tale da far sembrare al confronto "Cossiga il picconatore" un ingenuo ragazzino. Avremo pure la "Costituzione più bella del mondo" ma ormai è un relitto archeologico appartenente al passato essendo stata del tutto superata dagli attuali nuovi equilibri di potere in corso. L'Italia è sostanzialmente una Repubblica presidenziale e il baricentro non è a favore del Presidente del Consiglio. Cosa farà la Meloni: obbedirà più a Washington o di più a Londra? Un dilemma che spezzerebbe le reni a qualsiasi nazione. Come insegna il Vangelo: "un regno diviso in se stesso cade" (Marco, 3,24). La "tempesta perfetta" si avvicina.