Via della Seta, si alzano le voci contrarie al suo abbandono
C'è preoccupazione in Italia per l'abbandono dell'accordo sulla via della seta con la Cina firmato durante il primo governo Conte.
di Federico Grandesso
Numerosi esponenti politici di destra e sinistra e rappresentanti del mondo imprenditoriale hanno sottolineato l'importanza delle relazioni commerciali con la Cina e il pericolo nel mandare un segnale negativo al governo di Pechino.I legami bilaterali, soprattutto in campo economico e commerciale, hanno fatto un "balzo in avanti", ha dichiarato a Xinhua Vito Petrocelli, ex presidente della Commissione Affari Esteri del Senato italiano, descrivendo le due economie come altamente complementari e gli interessi delle aziende italiane come strettamente legati al mercato cinese. Petrocelli ha affermato che la cooperazione tra i due Paesi in campo economico, culturale, politico e sociale è diventata un "punto di riferimento" all'interno dell'Unione Europea, attestando la necessità di sviluppare un partenariato strategico globale tra le due parti.
I dati dell'Amministrazione generale delle dogane cinesi mostrano che il commercio bidirezionale ha toccato nuovi massimi per tre anni consecutivi, raggiungendo 77,884 miliardi di dollari nel 2022, con un aumento del 5,4% rispetto all'anno precedente.Nei primi cinque mesi di quest'anno, le esportazioni italiane in Cina sono aumentate del 58%, secondo l'Istituto Nazionale di Statistica.I numeri più' recenti poi a livello geografico parlano chiaro - sempre nei primi cinque mesi del 2023 rispetto ai primi cinque mesi del 2022 - si sono rilevati aumenti dell’export in particolare verso Cina (+45,6%), Oceania e altri territori (+25,2%), Turchia (+13,1%), India (+12,2%), Paesi Mercosur (+10,4%), Paesi Asean (+10,1%), Paesi Opec (+7,9%), Medio Oriente (+6,2%), Spagna (+5,7%), Stati Uniti (+5,6%), Francia (+5,5%), Svizzera (+4,7%) e Romania (+4,5%).
Vi sono poi altri esempi di cooperazione positiva fra i due paesi, ad esempio, la prima grande nave da crociera costruita congiuntamente dai due Paesi è stata commissionata con successo e il valore totale delle sei navi da crociera costruite congiuntamente ha sfiorato i 5 miliardi di dollari. La STMicroelectronics, azienda tecnologica di origine franco-italiana, e le aziende cinesi hanno investito congiuntamente 3,2 miliardi di dollari per costruire fabbriche in Cina.
L'Italia è diventata una delle destinazioni più popolari per i turisti cinesi in Europa e molte mostre culturali e artistiche italiane, tra cui dipinti e opere liriche, hanno attirato un vasto pubblico cinese, con lo stop della pandemia e la ripresa dei voli verso l'Italia, i turisti cinesi stato tornando ai numeri di pre-covid. Con la riapertura post-pandemica dei confini, si registra un afflusso giornaliero di 250.000 turisti cinesi in outbound, che si traduce in 7,2 milioni di turisti ogni mese (il 62% del totale dei flussi pre-pandemia). Nel 2023 il Belpaese si conferma come una delle destinazioni più attrattive per il turismo Made in China, riscuotendo il favore del 38% dei viaggiatori cinesi e posizionandosi al primo posto tra i principali competitor europei, seguito da Svizzera e Francia.
In campo educativo poi Il numero di studenti cinesi in Italia continua a crescere e attualmente si attesta a 29.000, mentre gli studenti italiani in Cina sono circa 6.000.
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo del produttore italiano di pneumatici Pirelli, ha dichiarato che il business dei prodotti di alta gamma dell'azienda in Cina è in costante crescita e che, collaborando con le aziende cinesi, Pirelli ha aumentato la propria competitività e popolarità a livello globale. Pirelli ha aperto il suo primo stabilimento in Cina nel 2005 e attualmente ha quasi 4.000 punti vendita nel Paese.Secondo un sondaggio condotto dalla Fondazione Italy China Council, l'84% delle imprese italiane valuta positivamente le relazioni economiche e commerciali tra Cina e Italia e le loro prospettive di sviluppo.
L'Italia è stata invitata a partecipare a diverse esposizioni in Cina ed è stata ospite d'onore sia all'esposizione di Shanghai che a quella di Hainan, attraverso le quali i prodotti italiani di alta qualità sono entrati in migliaia di case cinesi.Altagamma, una fondazione italiana di marchi di lusso, partecipa quest'anno all'esposizione dei consumatori di Hainan con 75 dei suoi marchi di alta gamma, tra cui Gucci, Maserati, Lamborghini e Ducati."Le dimensioni e la crescita del mercato cinese dei consumatori di fascia alta sono difficili da raggiungere in altri Paesi", ha dichiarato Stefania Lazzaroni, direttore generale di Altagamma, aggiungendo che il mercato cinese rappresenta un'opportunità unica e che la fondazione è disposta a rafforzare i legami e a potenziare la presenza in Cina che è rilevante nell'area.
Illycaffe, uno dei marchi di caffè più noti in Italia, punta molto sul mercato cinese nei prossimi anni."Abbiamo studiato per determinare quali mercati possono diventare un secondo mercato domestico per noi e l'opzione migliore è la Cina", ha dichiarato Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illy. L'azienda ha una strategia di espansione che ritiene le consentirà di raddoppiare o triplicare le vendite in Cina entro il 2026, superando la crescita del mercato nel suo complesso.Nella città portuale di Tianjin, nel nord della Cina, un vivace parco industriale italiano per PMI è diventato un hub per le piccole e medie imprese (PMI) italiane. Fondato nel 2019, ha finora attratto più di 30 PMI italiane.
Patrizio Valsoni, direttore generale di CIMU Science, ha riconosciuto il rapido sviluppo della Cina e i cambiamenti del mercato. "Questo ci ha offerto delle opportunità. Continueremo a investire in Cina anche in futuro". Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea ed ex primo ministro italiano, ha affermato che l'economia cinese svolge un ruolo chiave nella ripresa economica dell'Europa e che l'Italia e la Cina devono espandere la cooperazione in vari settori per renderla più completa e profonda.
Altre voci contrarie all'abbandono dell'accordo si sono poi levate durante in maniera bipartisan durante Il convegno, che si è svolto a Trento a metà settembre, dal titolo "La muraglia infinita. Prospettive e fantasmi lungo la Via della Seta" e promosso dal think tank di studi internazionali "Il Nodo di Gordio".Il tema è stato introdotto dall’ex-sottosegretario Geraci: “Come il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha ribattuto al ministro Tajani, il memorandum Via Della Seta con la Cina ha già prodotto dei significativi vantaggi economici, nonostante la difficilissima congiuntura internazionale tra guerra e COVID. Il nostro export verso la Cina è cresciuto del 22% tra i 2018 e 2021, più velocemente di Francia e Germania, e quindi centrando proprio uno degli obiettivi dell’accordo. Inoltre la cooperazione per lo sviluppo dell’Africa e quindi la riduzione flussi migranti vengono messe a rischio da una possibile scellerata uscita dall’accordo.”
“Sulla base dei numeri evidenziati da Geraci, è chiaro che uscire dalla Via della seta è un gesto irrazionale contrario al nostro interesse nazionale” ha dichiarato Gianni Alemanno. “Il Governo Meloni rischia di essere più realista del Re, perché, anche senza una specifica sollecitazione da parte degli Stati Uniti, si vuole fare un nuovo sgarbo gratuito alla Cina, dopo l’impegno di mandare la portaerei Cavour nell’Indo-pacifico. Ne pagheranno il conto le nostre piccole e medie imprese che avranno molta più difficoltà ad esportare in Cina e la nostra capacità di attuare realmente il ‘Piano Mattei’ con una vera penetrazione economica nel fondamentale scenario economico dell’Africa dove la Cina pesa sempre di più.”
“E chiaro che a Giorgia Meloni di revocare la Via della Seta glielo hanno chiesto gli americani, e se non glielo hanno chiesto è ancora peggio. L’Italia deve avere una posizione intermedia tra l’Occidente e il mondo dei Brics ed è per questo che revocare il memorandum con la Cina è un’ulteriore errore non solo politico ma anche economico.” Ha dichiarato Marco Rizzo, dimostrando una sostanziale convergenza con il punto di vista espresso da Gianni Alemanno