Gran Premio LGCT di Roma 2025, Smolders trionfa in sella a Monaco, al 2° posto Thomas con Qalista DN, al 3° posto van der Vleuten con Beauville Z N.O.P.
L'olandese Harrie Smolders, in sella al fedele Monaco, conquista per la seconda volta la tappa capitolina al Circo Massimo di Roma dopo il successo del 2016 al Foro Italico
ROMA – Tribune gremite e atmosfera da grandi occasioni al Circo Massimo per la decima edizione del Gran Premio del Longines Global Champions Tour di Roma. A imporsi, al termine del barrage è stato l’olandese Harrie Smolders in sella al fedele Monaco, che conquista così per la seconda volta la tappa capitolina dopo il successo del 2016 al Foro Italico.
Alle sue spalle il belga Gilles Thomas con Qalista DN, mentre a completare il podio è un altro olandese, Maikel van der Vleuten, in sella a Beauville Z N.O.P..
Quaranta i binomi, provenienti da sedici nazioni, a contendersi il ricco montepremi da 308.600 euro e l’onore di trionfare su uno dei percorsi più iconici del circuito. Il tracciato, firmato dal maestro dei course designer Uliano Vezzani, ha messo a dura prova tecnica, velocità e precisione dei partecipanti.
Solo dieci i cavalieri riusciti a chiudere il primo giro senza errori, accedendo al barrage decisivo. Tra i grandi esclusi, il campione olimpico di Parigi 2024 Christian Kukuk e gli italiani Giacomo Casadei, Emanuele Camilli e Guido Grimaldi che insieme a Clara Pezzoli è stato protagonista di una eccellente prova a squadre nella Global Champions League, conclusa con un brillante terzo posto.
Giornata sfortunata invece per Giulia Martinengo Marquet, eliminata a seguito di una caduta – fortunatamente senza conseguenze per lei né per il cavallo Coynor.
La classifica generale
Dopo la tappa romana, quando mancano solo due appuntamenti – Rabat e Riyad – la classifica generale vede Gilles Thomas saldamente al comando con 275 punti, seguito da Harrie Smolders (214) e Christian Kukuk (208).
L’annunciata assenza di Smolders in Marocco lascia prevedere la matematica vittoria del titolo per Thomas con una tappa d’anticipo.
Un evento simbolo per Roma
Il Longines Global Champions Tour, ideato nel 2006 dall’olimpionico olandese Jan Tops, è il circuito di salto ostacoli più prestigioso al mondo, con 17 tappe in 15 Paesi e un montepremi complessivo di oltre 36 milioni di euro.
Roma, tappa ormai fissa del calendario, è inserita tra i Grandi Eventi Cittadini di Roma Capitale e ha ottenuto il riconoscimento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica come evento modello di sostenibilità in vista dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026.
Presente in tribuna, il presidente del CONI Luciano Bonfiglio ha voluto sottolineare il valore dell’organizzazione:
“Entrare nell’arena del Circo Massimo per questa competizione dà un’emozione unica. Realizzare un evento di questo livello a Roma significa aver raggiunto un’eccellenza. L’Italia oggi è ai vertici mondiali non solo per le medaglie, ma anche per la qualità degli eventi organizzati: trasmettiamo competenza, immagine e valori. È questo l’‘Italian style’ che il mondo ci riconosce.”
Ombre sull’organizzazione stampa
A macchiare un quadro altrimenti perfetto, una nota stonata: i rapporti con la stampa durante la tappa romana. Secondo diverse segnalazioni, il responsabile dell’Ufficio Stampa avrebbe operato scelte discriminatorie tra testate “più o meno gradite”, assegnando accrediti e spazi con criteri non trasparenti e privilegiando media considerati forse più vicini alle proprie simpatie politiche.
In un episodio emblematico, lo stesso responsabile avrebbe dichiarato: “Se devo scegliere se dare l’accredito a La Repubblica o a voi, scelgo La Repubblica.”
Una gestione che ha relegato alcune firme consolidate degli sport equestri a un ruolo marginale, con accrediti “standing” privi alcun pass di riconoscimento, di posto a sedere, accesso alla tribuna o alla sala stampa, limitando così la piena copertura giornalistica dell’evento.
Un’ombra che stride con il livello qualitativo del LGCT di Roma 2025 che si conferma un evento di riferimento mondiale per spettacolarità, livello tecnico e impatto sul pubblico.
Di Cristina de’ Dionigi