Israele, ministro Affari Strategici Ron Dermer si dimette dopo 3 anni di incarico ed elogia Netanyahu: "Leader degno negli anni più bui" - DOCUMENTO

Con una lettera di dimissioni dall'incarico ministeriale che ricopriva dalla fine del 2022, lo statunitense Dermer ha esaltato la leadership di Netanyahu promettendo che "quando i protocolli delle nostre ampie deliberazioni saranno resi pubblici e le battaglie politiche e le manipolazioni mediatiche del momento svaniranno" gli elogi alla sua leadership saranno anche più grandi

Ron Dermer, il ministro per gli Affari strategici in Israele nonché uno dei più stretti collaboratori del premier Benjamin Netanyahu, ha rassegnato le sue dimissioni dopo quasi tre anni di incarico. La decisione è stata ufficializzata ieri, 11 novembre, attraverso una lettera indirizzata proprio a Netanyahu con la quale Dermer non solo ha motivato la fine dell'incarico, ma ha apertamente incensato il primo ministro quale uno dei "leader degni" che hanno governato "il popolo di Israele nel momento più buio".

Israele, ministro Affari Strategici Ron Dermer si dimette dopo 3 anni di incarico ed elogia Netanyahu: "Leader degno negli anni più bui" - DOCUMENTO

Ron Dermer, nato a Miami, rappresenta uno dei sostenitori e collaboratori più intimi di Netanyahu: durante il suo incarico ministeriale, iniziato alla fine del 2022, Dermer ha di fatto avuto modo di osservare tutte le fasi del genocidio israeliano, a partire dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Si era occupato di questioni diplomatiche, del rapporto con gli Stati Uniti, delle delicate trattative sugli ostaggi, nonché delle relazioni tra Israele e i Paesi arabi. L'annuncio arriva come quasi già annunciato: "Il giorno in cui ho prestato giuramento come Ministro - inizia la lettera -, ho promesso alla mia famiglia che avrei ricoperto questo incarico solo per due anni. Ho prolungato due volte il mio mandato (...) - prima per lavorare con lei per rimuovere la minaccia esistenziale della capacità militare nucleare dell'Iran, poi per concludere la guerra a Gaza sui termini di Israele e riportare i nostri ostaggi a casa".

I riferimenti più interessanti però vengono dopo, quando Dermer, pur riconoscendo i fallimenti del governo il 7 ottobre 2023, resta fedele all'establishment genocida di Netanyahu fino alla fine: "Il 7 ottobre fu il giorno più oscuro che il popolo ebraico abbia mai conosciuto dalla nascita di Israele. Ma la storia del nostro antico popolo non è mai stata definita dai nostri giorni più bui". La capacità di Israele di "rialzare la testa" è stata possibile, aggiunge Dermer, "grazie al coraggio dei nostri soldati, la determinazione del nostro popolo e la sua propria leadership", definita "esperta e forte".

L'encomio prosegue: "lei ha saggiamente condotto Israele attraverso questa guerra, restando fermo per proteggere i nostri interessi vitali quando necessario e mostrando flessibilità quando gli stessi lo richiedevano. Quando la verità viene fuori e i fatti saranno noti, sono fiducioso che l'apprezzamento per la sua leadership sarà anche più grande". E così via, un documento di ringraziamento nel quale si chiarisce come Israele abbia avuto i leader migliori durante questi anni. Tutto questo si saprà, specifica Dermer, "nei decenni a venire, quando i protocolli delle nostre ampie deliberazioni saranno resi pubblici e le battaglie politiche e le manipolazioni mediatiche del momento svaniranno".

Poi, il sottile riferimento al progetto della "Grande Israele": "Cento generazioni di ebrei sognarono di vivere in un tempo in cui ci sarebbe stato uno Stato Ebraico sovrano. Quattro generazioni hanno avuto il privilegio di realizzare tale sogno. (...) la luce di Israele brilla attraverso la regione e in tutto il mondo". Un documento di dimissioni dunque, dove però Dermer non sarà del tutto estromesso dalle operazioni governative. Sembra infatti che continuerà ad operare come inviato speciale per Netanyahu, occupandosi di questioni come gli Accordi di Abramo.