Sottomarino disperso, le condizioni claustrofobiche all'interno: 6 metri per 2,5, nessun posto a sedere, un bagnetto con tendina, un solo oblò - FOTO
Largo 2,8 metri, lungo 6,7 e alto 2,5 il batiscafo Titan porta massimo fino a cinque persone che devono vivere per sette giorni nell'oscurità dell'Oceano e appiccicate. Chi deve andare in bagno può proteggersi dagli sguardi dei compagni d'avventura con una tendina nera
Cinque uomini intrappolati in un sommergibile lungo 6,70 metri, largo 2,8 e alto 2,5 metri, senza alcun posto a sedere, un solo bagnetto dotato di una piccola tendina nera per creare un minimo di privacy e un solo oblò da cui vedere le profondità nere dell'Oceano Atlantico. I passeggeri sono tutti obbligatoriamente a piedi nudi e se vogliono riposarsi devono necessariamente sedersi per terra.
Non è un film horror, ma la storia vera di cinque persone facoltose e molto ricche che hanno deciso di affrontare un'avventura sui generis e decisamente rischiosa: andare a visitare il relitto del Titanic affondato nel 1912, a 3.800 metri di profondità e a 640 chilometri di distanza dall’isola canadese di Terranova, nel nord dell’Atlantico, a bordo di un piccolissimo bitoscafo. Precisamente il sottomarino Titan, di proprietà della Oceangate Expolaration, che il 18 giugno è partito per una missione senza mai riemergere e facendo perdere ogni traccia.
Più passano le ore, meno ossigeno hanno a disposizione i passeggeri per restare in vita. La bombola di cui era dotato il mezzo ad inizio esplorazione, infatti, garantiva fino a 96 ore di ossigeno. Le condizioni all'interno del mezzo sono claustrofobiche.
Sottomarino disperso: 6 metri, nessun posto a sedere, un bagnetto con tendina, un solo finestrino
Di classe Cyclops, il mini-sottomarino Titan di OceanGate Expeditions è stato progettato per trasportare fino a un massimo di cinque persone, pilota incluso. Pesa 10.432 kg e può caricare fino ad un massimo di 685 kg. Ha una lunghezza di 6,70 metri, una larghezza di 2,8 metri e un'altezza è di 2,5 metri. Realizzato in fibra di carbonio e titanio, il batiscafo può raggiungere una velocità di tre nodi grazie ai quattro propulsori elettrici Innerspace 1002, quelli generalmente usati per i veicoli spaziali. I passeggeri devono restare sempre a piedi nudi e se vogliono sedersi devono mettersi per terra. Al suo interno infatti non sono previsti posti a sedere.
Le condizioni al suo interno sono piuttosto claustrofobiche: c'è un unico ambiente dotato di un piccolo bagno separato dal resto dell'area da una semplice tenda nera tirata. Per guardare fuori i passeggeri hanno a disposizione un solo finestrino per vedere fuori. La fornitura di ossigeno in dotazione dura massimo fino a 96 ore.
Il sottomarino Titan di OceanGate viene generalmente utilizzato per raccogliere informazioni, fare ricerche scientifiche, compiere esplorazioni. In passato ha preso parte a produzioni televisive e cinematografiche all’interno degli ambienti marini.
Per mantenere i contatti con la spedizione, Titan si avvale del supporto tecnico di Starlink, sistema di satelliti aerospaziale privato di Space X, la società fondata da Elon Musk nel 2002. Tuttavia durante la spedizione del 18 giugno, qualcosa sembra non essere andato come gli organizzatori speravano. Il sommergibile avrebbe dovuto segnalare la propria posizione ogni 15 minuti, ma dopo un'ora e 45 minuti dalla immersione si sono perse le sue tracce.
Non solo. Titan è dotato di un sistemi di sicurezza basato sulla tecnologia Rtm (Real Time Hull Health Monitoring). Si tratta di un sistema di monitoraggio delle condizioni di salute del mezzo in tempo reale. Un insieme di sensori valuta costantemente i cambi di pressione e i fattori ambientali, di conseguenza lo stato del mezzo, l’integrità e la struttura. Questa tecnologia di bordo dovrebbe permettere di stimare in ogni momento rischi e minacce eventuali durante un’immersione, in modo che il pilota possa decidere di tornare subito in superficie se necessario. Tuttavia durante l'ultima missione anche il sistema di bordo Rtm potrebbe non aver funzionato correttamente.
Il sommergibile Titan prevede un'ulteriore misura di sicurezza: nel caso in cui l'imbarcazione non dovesse riemergere dopo 24 ore, i pesi che lo trattengono giù si dovrebbero sganciare automaticamente, permettendone la risalita. Tutte queste misure rendono ancora più difficile capire come sia stato possibile perdere ogni tipo di contatto con la superficie.
Se la Oceangate ha sempre parlato di massima sicurezza, numerosi e inquietanti dubbi erano stati comunicati da un ex dirigente delle operazioni marittime nel 2018, licenziato dopo le sue considerazioni.
Dubbi sulla sicurezza del sottomarino disperso, en ex dirigente: "Il portellone resiste solo fino a 1.300 metri. OceanGate ha rifiutato di pagare il produttore per portello certificato resistente fino a 4.000 metri"
Da quando il sottomarino è scomparso emergono sempre più dubbi sulla sicurezza del batiscafo Titan della OceanGate per le visite al relitto del Titanic. Dubbi emersi noti almeno da cinque anni. Già nel 2018 infatti l'industria delle imbarcazioni sommergibili era così preoccupata per l'approccio "sperimentale" di OceanGate, che un'organizzazione inviò una lettera in cui si avvertiva delle possibili conseguenze "catastrofiche" nello sviluppo del sommergibile e nella sua missione pianificata per visitare il relitto del Titanic. La lettera era stata inviata all'amministratore delegato di OceanGate, Stockton Rush, dal comitato Manned Underwater Vehicles della Marine Technology Society, un'associazione che ha l'obiettivo di promuovere la tecnologia oceanica ed educare il pubblico su di essa. Il presidente della Manned Underwater Vehicles, Will Kohnen, ha dichiarato in un'intervista che la lettera era nata proprio sulla scorta del timore di quello che sarebbe potuto accadere se l'azienda non si fosse attenuta agli standard stabiliti in materia di sicurezza.
La lettera affermava che il marketing di OceanGate per il Titan era stato "fuorviante": sosteneva che l'imbarcazione avrebbe soddisfatto e superato gli standard di sicurezza, valutati da un'agenzia nota come DNV. L'azienda però non aveva in programma di far valutare il Titan.
I leader del settore hanno affermato che OceanGate dovrebbe testare i suoi prototipi sotto la supervisione di DNV o di un altro ente accreditato. "Sebbene ciò possa comportare tempi e costi aggiuntivi", si legge nella lettera, "è nostra opinione unanime che questo processo di convalida da parte di una terza parte sia una componente fondamentale per la salvaguardia degli occupanti dei sommergibili".
Kohnen ha riferito che Rush, amministratore delegato di OceanGate, lo chiamò dopo aver letto la lettera e gli disse che le normative del settore stavano soffocando l'innovazione. In un post del 2019 sul blog intitolato "Perché Titan non è classificato?", l'azienda lo aveva ribadito, affermando che, essendo il sommergibile così innovativo, ci sarebbero voluti anni per ottenere la certificazione da parte delle principali agenzie di valutazione: "Far conoscere a un ente esterno ogni innovazione prima che venga testata nel mondo reale è un anatema per la rapidità dell'innovazione".
Inoltre un ex direttore delle operazioni marittime, David Lochridge, sarebbe stato licenziato nel 2018 dopo aver "sollevato gravi problemi di sicurezza riguardanti il progetto Titan". In un documento legale Lochridge scriveva di essere preoccupato per "il controllo di qualità e la sicurezza del Titan, in particolare per il rifiuto di OceanGate di condurre test critici e non distruttivi del progetto dello scafo sperimentale". Lochridge sosteneva che il portello di osservazione all'estremità anteriore del sommergibile era stato costruito per sostenere una pressione certificata di 1.300 metri nonostante OceanGate prevedesse di portare i passeggeri a una profondità di 3.800 metri. "OceanGate ha rifiutato di pagare il produttore per costruire un portello certificato per resistere alla profondità richiesta di 4.000 metri", si legge nel documento.
Lochridge lamenta anche che le sue segnalazioni sulla mancata sicurezza sono state ignorate dal Ceo della compagnia, quello stesso Rush Stockton che si trova oggi da qualche parte in fondo all'Oceano, prigioniero nel suo Titan.
La Oceangate Expeditions, i viaggi verso il Titanic e il rischio morte nel contratto
Nata nel 2009, la società promotrice e organizzatrice del viaggio, OceanGate Expeditions, già nel 2018 aveva provato a portare turisti di fronte al relitto del Titanic, ma senza successo. Stesso anno del licenziamento dell'ex dirigente che aveva sottolieato la mancanza di sicurezza oltre 1.300 metri.
Le missioni pensate da Oceangate durano 7 notti e otto giorni, costano 250mila dollari a persona e consentono di vedere il relitto del Titanic con i propri occhi. Ogni immersione prevede 90 minuti per la discesa, tre ore per la perlustrazione e altri 90 minuti per la risalita.
Si tratta di un’esperienza alquanto rischiosa, che richiede la firma di un contratto in cui è specificata la "possibilità di morire durante il viaggio". Altre due spedizioni, ora evidentemente a rischio, erano in programma nel 2024.