Giordania, un viaggio oltre Petra tra archeologia, oasi, mosaici e stelle
Itinerario di sette giorni: Amman, le antiche città romane, i luoghi biblici, i mosaici bizantini e i deserti rosso e bianco
Amman: la capitale del regno di Giordania tra passato e futuro
Salt la città di pietra e Jerash la “Pompei del Medio Oriente”
In giornata è possibile visitare fuori da Amman due siti molto diversi tra loro. Salt si trova a 30 km ed è stata anche la prima capitale della Giordania quando nel 1921 fu fondato l’emirato di Transgiordania (oggi conta 300 mila abitanti). E’ stata riconosciuta sito Unesco per il suo centro storico recentemente riqualificato con edifici di fine Ottocento in pietra gialla locale e i balconi intagliati. Dopo una passeggiata nel coloratissimo mercato è possibile visitare la casa dell’ex sindaco Abujab diventata eco-museo. Più a nord, 50 km da Amman tra colline ricoperte di ulivi, luogo di villeggiatura preferito dai turisti arabi, si raggiunge Jerash, un autentico gioiello archeologico del II sec. d. C. (epoca di Traiano). Conosciuta come la “città dalle mille colonne” o la Pompei del Medio Oriente è un sito romano magnificente tra quelli conservati meglio di tutto il Medio Oriente. Al tramonto appare come una visione il colonnato ellittico, costituito da 56 colonne erette su un basolato di pietra calcarea. Il cardo e il decumano disegnano la topografia di questo museo a cielo aperto che sorprende per estensione e integrità, oggi fuso nell’agglomerato urbano moderno, l’attuale Gerasa. Ma l’immersione nel passato millenario è garantita a Jerash passeggiando attraverso l’imponente arco di Adriano, la piazza ottagonale del mercato, due teatri, un ninfeo, il sopraelevato Tempio di Zeus, 3 chiese paleocristiane e l’ippodromo che poteva ospitare fino a 15 mila spettatori. Molto piacevole la sosta gastronomica a Souf presso la famiglia Beit Khairat che oltre a cucinare organizza cooking class con i prodotti coltivati nel proprio orto.
Il Castello di Amra, Azraq e il deserto bianco: dove la Giordania è ancora un segreto
A 85 km a est di Amman appare come un miraggio il Castello di Amra di epoca omayyade (VII-VIII sec. d.C.) oggi patrimonio Unesco. Il complesso, più che una fortezza è un palazzo-residenza di piacere punto di sosta dei carovanieri, dotato di bagno termale, hammam e sale di rappresentanza, probabilmente utilizzato per eventi, svago, cacce e ospitalità. Le pareti interne sono decorate con affreschi eccezionali per l’epoca: scene di caccia, vita quotidiana, persino donne nude, animali, figure mitologiche, ma anche una rappresentazione del cielo e dello zodiaco sulla volta del calidario. Un esempio unico di arte islamica primitiva in ambiente desertico. Proseguendo verso est il paesaggio cambia improvvisamente: pianure saline, oasi, cieli sempre più vasti. La riserva di Azraq, Azraq Wetland Reserve, rappresenta uno degli ecosistemi più particolari del Paese: un’oasi di acqua dolce, un tempo fondamentale per le rotte migratorie degli uccelli, oggi mantenuta artificialmente dopo il drastico prosciugamento negli anni Novanta per fornire acqua alle città. Una passerella di 1,5 km, il Marsh Trail con alcuni capanni permettono di osservare le specie di uccelli (280 quelle registrate) che ancora transitano in questa zona umida recuperata solo in parte, simbolo delle sfide idriche nazionali. Nei pressi della riserva c’è l’Azraq Lodge ricavato da un ex ospedale militare britannico degli anni ’40.
Ad est l’orizzonte si trasforma nuovamente: Wadi al Dahek, denominato il deserto bianco, è una delle più grandi sorprese del viaggio. Qui la sabbia non è rossa ma candida come farina. Il vento ha scolpito onde e pinnacoli di gesso che emergono da un altopiano silenzioso. È un luogo ancora poco conosciuto, quasi assente dai circuiti classici, raggiungibile dalla strada percorrendo 7 km off road. Alcune agenzie giordane propongono tour in 4x4 o trekking in giornata da Amman o Azraq. Un deserto lunare, punteggiato di rocce chiare e canyon che cambiano colore con il sole, dal lattiginoso dell’alba al dorato del tramonto. Camminarci dentro dà la sensazione di essere i primi esploratori a mettervi piede. L’area è considerata un vero e proprio museo geologico: pareti e rocce contengono numerosi fossili marini (spugne, conchiglie, denti di squalo) che testimoniano la presenza di un antico mare 60–70 milioni di anni fa. La parola Dahek significa in arabo “sorridente”. In effetti visto dall’alto questo deserto sembra una bocca che sorride con i denti bianchi che spiccano nella distesa scura di basalto circostante.
I luoghi biblici: Madaba, il Monte Nebo e i castelli del sud
La tappa successiva porta a Madaba, “città dei mosaici”, una trentina di km a sud di Amman. Nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio costruita nel 1896, sul pavimento di una precedente chiesa bizantina fu ritrovato un grande mosaico del VI secolo raffigurante la mappa della Palestina con 157 località riportate, la più antica arrivata ai giorni nostri, le cui minuscole tessere – oltre 2 milioni all’epoca - hanno resistito per quindici secoli. Interessanti anche i resti della vecchia Madaba visitabili in un piccolo parco archeologico dentro la città. Di fronte al Market Frankfurt, in un simpatico bar colorato è possibile bere un ottimo espresso. Nel centro storico accanto alla chiesa, un’abitazione del primo Novecento è stata trasformata in uno dei complessi più caratteristici della città. Haret Jdoudna è un piccolo villaggio dedicato all’ospitalità con ristoranti, caffè, botteghe artigiane e un souk tradizionale, uno dei poli più vivaci di Madaba.
Sosta fondamentale del pellegrinaggio nei luoghi biblici è il vicino Monte Nebo (dall’aramaico profeta), diventato dopo la visita nel 2000 di Papa Giovanni Paolo II meta di turisti e fedeli di tutto il mondo. La tradizione vuole che Mosè abbia visto qui per la prima volta la Terra Promessa. Sul monte da qualche parte dovrebbe trovarsi anche la sua tomba mai rinvenuta: Mosé morì nel 1300 a.C. all’età di 120 anni. Alle spalle del belvedere, con il Mar Morto che brilla in lontananza, si trova la basilica costruita nel 597 d.C. con magnifici mosaici bizantini. Scendendo a sud per 40 km, nella zona di Mukawir nota come Macheronte, svetta su una montagna alta 1100 mt un'antica fortezza, il Palazzo di Erode il Grande datato 30 a.C. famoso per essere stato il luogo dove Giovanni Battista fu imprigionato e decapitato. Il sito, che domina il Mar Morto, ha una forte importanza storica e biblica. Dopo la morte di Erode il palazzo passò a suo figlio Erode Antipa: secondo la narrazione biblica, la figlia di Erodiade, Salomè, chiese e ottenne la testa di Giovanni Battista durante una festa nel palazzo. Oggi sono visibili solo pochi resti delle mura, torri, cisterne, una parte del cortile e della sala delle feste.
Petra: la meraviglia che continua a stupire
Petra, una delle sette meraviglie del mondo antico, non ha bisogno di presentazioni. Ma arrivarci da Piccola Petra, percorrendo il back trail tra canyon e altopiani, svela una prospettiva nuova e si risparmiano circa 2 ore di cammino. Dall’ingresso alternativo con uno shuttle si raggiunge in 3 km il punto di partenza del trekking che porta in 5 km al Monastero. Da qui si scendono, anziché salire, i famosi 800 gradini scoscesi, affollati di botteghe e asinelli che trasportano merci e turisti. Per ridurre i tempi della visita senza perdere il piacere della vista si può ricorrere alle golf car elettriche fino al Tesoro che appare in tutto il suo magnetismo. L’escursione a Petra è prima di tutto un’esperienza mistica. Anche solo attraversare il Siq, la gola lunga un chilometro, stretta e alta fino a 200 mt è emozionante: dalle rocce di arenaria rossa scolpite dal vento si sprigiona infatti un’energia che accompagna il visitatore durante tutta la giornata. Occorre guardarsi intorno per scegliere la prospettiva migliore dove scattare “la foto” che vale il viaggio. Di fronte al Tesoro, con le spalle al Siq sulla destra, c’è un parapetto rialzato dove arrampicarsi. In cambio di una piccola mancia i ragazzi del luogo danno una mano a salire e fanno foto e video da un’angolazione perfetta. La città, che fu capitale dei Nabatei, ricchissimo popolo di mercanti, risale al I sec. a. C. e si snoda attraverso tombe, obelischi, scalinate per un totale di 800 facciate. Solo il 10% della sua estensione è venuto alla luce e chissà quanta bellezza ancora è sepolta sotto la sabbia… Altamente suggestivo è lo spettacolo "Petra by night" con proiezioni in videomapping sulla facciata del Tesoro e il Siq illuminato da oltre 1500 candele accese manualmente ogni sera lungo tutto il tracciato. All’ingresso del sito archeologico c’è il Petra Museum aperto nel 2018 con il sostegno di finanziamenti giapponesi. A 12 km di distanza sorge l’Hayat Zaman Hotel & Resort Petra, un villaggio rurale del XIX secolo con le tradizionali costruzioni in pietra trasformate in un villaggio-albergo che conserva l’atmosfera di un antico insediamento giordano dove si può vivere un’esperienza più autentica rispetto a un hotel convenzionale.
Wadi Rum: stelle, silenzi e voli all’alba
Nel Wadi Rum si entra solo a bordo di fuoristrada. E’ come atterrare su Marte visto il colore della sabbia. Questo deserto è infatti considerato il più simile morfologicamente al pianeta rosso. E’ stato il set di film come Lawrence d’Arabia, The Martian e Dune ed è la location per i training della futura missione umana su Marte. Non solo sabbia: il deserto è un susseguirsi di montagne, pinnacoli, torri e archi di arenaria. Uno spettacolo naturale che fa del Wadi Rum uno dei deserti più iconici e inconfondibili del mondo. Per vivere un’esperienza completa si consiglia di arrivare all’ora del tramonto e alloggiare nelle bubble rooms, strutture geodetiche o di forma circolare con la cupola trasparente e il cielo come soffitto. Le migliori sono quelle del Luxotel Wadi Rum. Ci si addormenta guardando la via Lattea e ci si sveglia con le stelle. E' possibile ammirare il cielo in modo più professionale attraverso lo “stargazing”. Alcuni campi dispongono di telescopi digitali e con l’aiuto di una guida si possono osservare gli anelli di Saturnio o le costellazioni non visibili a occhio nudo. All’alba, tempo permettendo, in totale assenza di vento si può provare l’emozione del volo in mongolfiera. Una novità assoluta nel deserto del Wadi Rum proposta dalla compagnia Balloons over Rum, con una decennale esperienza di voli in tutto il mondo dalla Birmania all’Egitto. Il luogo di decollo e atterraggio cambia sempre: le jeep conducono al meeting point, si beve un caffè e i piloti delle mongolfiere operative procedono con il briefing di sicurezza. Ogni cesto può contenere fino a 12 persone. La preparazione dei palloni richiede meno di mezz’ora, poi tutti a bordo seguendo le indicazioni del pilota, e nell’assoluto silenzio il pallone si alza dal suolo prendendo piano piano quota. Lo spettacolo del deserto dall’alto è straordinario, con il sole che sorge da una parte e la luna ancora alta nel cielo, ma lo è anche vedere le altre mongolfiere galleggiare nell’aria. Il volo dura circa un’ora, poi l’atterraggio dolce su una radura e la foto di rito. I palloni si sgonfiano e vengono piegati e riposti sulle jeep pronti per un nuovo viaggio.
Il Mar Morto: la più grande SPA naturale del mondo
Dopo la full immersion nel deserto la tappa finale conduce naturalmente sul Mar Morto, dove poter vivere momenti di pura sospensione fisica. Siamo nel punto più basso della Terra, a 400 mt sotto il livello del mare, sulla costa opposta le luci di Israele. Qui le temperature sono più alte di 10 gradi rispetto ad Amman. Fare il bagno in queste acque dall’aspetto oleoso - la salinità media è del 23% dieci volte più degli oceani e non rende possibile la sopravvivenza di pesci ma solo di microrganismi - è un’esperienza unica. Ma bisogna fare attenzione a non bagnare volto e occhi: prima ci si ricopre di fanghi minerali dalle proprietà benefiche, poi si galleggia senza sforzo, anche tenendo tra le mani un libro da leggere. Le acque hanno un effetto drenante e purificante, la pelle appare immediatamente levigata. D’obbligo prima di ripartire l’acquisto di prodotti cosmetici a base di sali e fanghi. Il Mar Morto è una stazione termale di grande tradizione e può essere la tappa riposante e conclusiva dopo le tante emozioni vissute durante un viaggio in Giordania.
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