Visti in anteprima per voi. E per quelli che sognano l’amour fou e una botta di adrenalina e perchè no, anche un toy boy “Dreams" é irresistibile. Con “Inverno in Corea”, risettiamo il cuore. E poi c’è lo spirito di resistenza delle “Giovani Madri”.

Januaria Piromallo, Tiare Von Meister

Quanto mi piacciono le storie intrise di amori travolgenti. Sentimenti forti e contrastanti, turbamenti e inquietitudini. Troppe che alla fine non riescono a garantire  la sopravvivenza della coppia. Dall’amour fou all’amore tossico, termine molto alla moda di questi tempi. Alla fine l’amore si sfascia. Ma cominciamo dall’inizio. In “Dreams" il Premio Oscar Jessica Chastain ( Jennifer)  bellezza dalla lunga chioma rosso tiziano, è una ricca filantropa dal fascino di femme fatale. Lui  è Isaac Hernández, un Roberto Bolle in versione latino americano, che nella realtà è  il primo ballerino dell'American Ballet Theatre. Non tutti i ballerini sanno recitare, lui si. Siamo onesti chi non lo vorrebbe come amante? Un toy boy per di più innamoratissimo e disposto a tutto,  e, anche a nome della categoria femminile, rivendico il diritto di poter amare un ragazzo più giovane di 20 anni. E non solo per finzione. Fernando, giovane e talentuoso ballerino messicano, varca il confine da clandestino, mette in pericolo la sua vita pur di inseguire il suo sogno fra mille tribolazioni arriva a piedi a San Francisco.  
Convinto che Jennifer lo sosterrà nel realizzare le sue ambizioni, sogna il riconoscimento internazionale e una nuova vita negli Stati Uniti. Dreams esplora le complesse dinamiche di potere, di dipendenza e di prevaricazione. Il film affronta temi come la lotta per la dignità, in un clima incandescente di tensioni tra Stati Uniti e Messico. Non tutti i clandestini sono delinquenti ma vengono trattati come tali. Lui la lascia, lei fa di tutto per riprenderselo, lo presenta alla famiglia che storce il naso. Lei per amore e per paura del giudizio degli altri lo tradisce, denunciandolo alle autorità. Ma non voglio spoilerare il finale in una  narrazione emotiva e viscerale. 
Un Inverno in Corea é  una poesia del paesaggio, una geografia dell’anima, di sentimenti appena svelati, sussurrati ma di meno intensità. A Sokcho, cittadina di pescatori vicina al confine settentrionale della Corea del Sud, la giovane Soo-ha lavora in una piccola pensione. È franco-coreana, ma non ha mai lasciato il Paese: il mondo le arriva solo attraverso i racconti degli altri. Quando alla pensione arriva Yan Kerrand, illustratore francese alla ricerca di ispirazione per il suo nuovo graphic novel, tra i due nasce un rapporto sottile, fatto di silenzi, piccoli gesti, attrazioni trattenute. Mentre l'artista tenta di superare un blocco creativo, Soo-ha si ritrova a rivivere, senza volerlo, le dinamiche sentimentali della madre, risucchiata in un ciclo di desideri e delusioni. Soo-ha è incuriosita e poi attratta da Yan perché francese come il padre che non ha mai conosciuto, perché artista come lei non è mai stata, perché viaggiatore solitario, agli antipodi di una vita vissuta tra la cucina e il desk di una pensioncina. Eppure Soo-ha ha coltivato la speranza di un momento come questo negli anni, imparando il francese e sognando una vita più soddisfacente. Il film muove componenti emotive profonde e attraverso le immagini e gli schizzi di graffio novel a tratti sembra di leggere il meraviglioso romanzo pluripremiato di Elisa Sua Dusapin. Bravissima la regista Koya Kamura a rendere l'attrazione tra Soo-ha e Kerrand da un mal d’amour a una “rinascita” per Soo-ha. Che rifiuta di ricorrere alla chirurgia estetica, visto ormai come un passaggio obbligato in una Corea ossessionata dal look e dalle mode occidentali.
"Giovani Madri”, premiato come migliore sceneggiatura al Festival di Cannes, é la  storia di cinque ragazze madri: Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma, cinque adolescenti ognuna per motivi diversi, si ritrovano in una casa rifugio. Il film trae spunto da un'indagine che i fratelli Jean Pierre e Luca Dardenne  hanno compiuto in una 'maison maternelle' nella zona di Liegi avendo in mente di realizzare un film con al centro una sola giovane madre.  Le storie  sono diventate cinque, ognuna di loro aveva una sua forza che “gridava ” di essere raccontata. Mille difficoltà, crisi, spirito di resistenza  ma il diritto alla vita rimane sacrosanto.