Viaggi religiosi e nuovi musei: il Ministro del Turismo della Giordania Emad Al-Hijazeen delinea la strategia di Amman per rilanciare i flussi nel paese

Nel 2030 aprirà un nuovo museo sul sito battesimale a Betania oltre il Giordano per l’anniversario dei 2 mila anni dal battesimo di Gesù Cristo

Incontriamo ad Amman il nuovo Ministro del Turismo e delle Antichità della Giordania, Emad Al-Hijazeen (responsabile per 8 anni del sito archeologico di Petra) che annuncia le prossime novità. Il turismo in Giordania vale il 15% del Pil e dopo il boom di arrivi nel 2023 il paese è stato penalizzato negli ultimi due anni dagli strascichi del conflitto in Israele che ha contribuito a trasmettere la percezione di paese poco sicuro. Ma già questo autunno si è registrata una ripresa con il 15% in più di arrivi.

“Siamo un'oasi di pace, nonostante la situazione dei paesi confinanti - spiega il ministro - la guerra ha rallentato il turismo in Giordania ma il nostro paese è sempre stato tranquillo e l’Italia è un mercato di riferimento. Siamo vicini geograficamente, 3-4 ore di volo e nel 2023, oltre 125 mila turisti italiani, il numero più alto tra le nazioni europee, ha visitato il paese grazie ai numerosi collegamenti operati anche dalle low cost da diverse città italiane. Oltre 70 anni di relazioni diplomatiche e culturali ci legano all’Italia. Tra gli ultimi progetti di cooperazione segnalo quello tra il Madaba Institute for Mosaic, dove si impara e si insegna l'arte del mosaico e il comune di Ravenna”.

Quali sono le nuove attività di valorizzazione dei siti archeologici su cui vi state concentrando? 
"Vogliamo rendere accessibile Jerash a tutti i tipi di visitatori, in un’ottica di inclusive tourism, famiglie con bambini e disabili. Puntiamo inoltre al turismo religioso con un faro sul 2030, quando si celebreranno i 2 mila anni dal battesimo di Gesù Cristo nel fiume Giordano. Vorrei sottolineare che il Cristianesimo è nato in Giordania, Gesù ha vissuto 33 anni, ma fino ai 30 era residente su queste terre. Altro personaggio importante nella fede cristiana è San Paolo che secondo la lettera ai Galatei, dopo essere stato chiamato da Dio, andò a Petra chiamata dai romani Arabia Petraea. La Giordania conta 7 siti Unesco e più di 50 siti cristiani legati alla Bibbia sui cui sono fiorite varie civiltà: preistorica, greca, romana, ottomana". 

Su quali altri asset state puntando? 
"La gastronomia con la cucina del Levante può diventare uno degli aspetti attrattivi. C’è poi il turismo dell'avventura: il Jordan Trail è un percorso a piedi di 650 chilometri che taglia da nord a sud la Giordania. Abbiamo messo a punto anche un trail religioso che parte dal Monte Nebo fino a Sito del Battesimo di Cristo sul Giordano lungo 17 chilometri. E, cambiando argomento, avremo per la prima volta la Giordania presente alla Coppa del Mondo di Calcio FIFA del 2026 in Nord America".  

Ci sono nuove aperture di musei all’orizzonte?
"Oltre al National Museum di Daman che intendiamo valorizzare posso preannunciare la realizzazione di un nuovo museo che sorgerà nel sito Battesimo a Betania oltre il Giordano per la ricorrenza del 2030. Sarà l’occasione per presentare la storia e raccontare l'inizio del cristianesimo in Giordania. Inoltre con il contributo dell’AICS, l’agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo rinnoveremo i due piccoli musei del Teatro Romano di Amman e ne metteremo in cantiere, spero il prossimo anno, un altro nel centro città di carattere interattivo e con nuove tecnologie espositive, rivolto soprattutto ai giovani".  

Come pensate di comunicare tutte queste novità?
Dobbiamo rivolgerci, più che ai potenziali clienti residenti in Europa a quei 28 milioni di espatriati europei che vivono nell’area del Golfo e che viaggiano regolarmente in Giordania ritendendola una destinazione sicura. La loro pubblicità è il miglior veicolo di marketing.