Anniversari alla Grande Brera con mostre di arte antica e contemporanea e due nuovi restauri per la città: la nuova Mediateca e il muro longobardo di Palazzo Citterio
Anniversari alla Grande Brera con mostre di arte antica e contemporanea e due nuovi restauri per la città: la nuova Mediateca e il muro longobardo di Palazzo Citterio
La stagione d’arte di Milano si apre con il programma variegato di Brera che festeggia i 150 anni della sua Accademia, i cento anni della Associazione e l’avvio di due restauri per nuove bellezze in città: il progetto Mediateca (apertura prevista nel 2026) e il muro longobardo di Palazzo Citterio.
Fra mostre di arte antica, contemporanea e digitale, il primo ad esibirsi negli spazi dei cultori delle arti è Giorgio Armani, vicino di casa e sostenitore da sempre delle istituzioni di zona Brera, conquista l’unicum diritto di portare i suoi 50 anni di creazioni stilistiche in un rigorso e attento dialogo con gli ambienti dell’arte della Pinacoteca.
Il lavoro di co-creazione del progetto d’arte decorativa, cominciato proprio dallo stilista stesso e dal suo team, sarà inaugurato durante la settimana della moda donna in previsione proprio questa settimana di fine settembre.
Poi si prosegue con alcune esposizioni dedicate all’arte antica guidate da grandi curatele internazionali, come spiega Angelo Crespi, direttore generale Pinacoteca di Brera e Biblioteca Nazionale Braidense: “Inauguriamo una nuova stagione espositiva in cui la Grande Brera, reduce da un record assoluto di visitatori nell’anno passato, si presenta come un hub culturale dalle location e anime diverse, pensate per soddisfare le curiosità di un pubblico il più possibile eterogeneo. Il palinsesto di esposizioni che si terranno tra la fine del 2025 e il primo semestre del 2026 approfondisce temi e argomenti che collegano con un ideale filo l'arte antica a quella contemporanea passando per i linguaggi del digitale e per le esposizioni bibliografiche”.
In Pinacoteca, un grande maestro del passato, Giovanni Agostino da Lodi, pittore fra i più orginali, attivo nella prima metà del 1500, curato da Maria Cristina Passoni e Cristina Quattrini, rivela la sua storia misteriosa, anche per la scarsità di dati biografici, e le sue fitte relazioni artistiche, da Bramantino e Leonardo sul versante milanese e con Alvise Vivarini, Giovanni Bellini, Boccaccio Boccaccino, Giorgione e Albrecht Dürer su fronte veneziano, e il suo contributo in un momento chiave del Rinascimento italiano.
Palazzo Citterio ospita l’arte moderna e contemporanea, oltre alla sua collezione permanente sul Novecento, grazie a stanze e luoghi che si prestano ad operazioni site-specific e sperimentazioni di ricerca sui nuovi linguaggi. La stagione propone affondi su personalità di grande rilievo nella storia dell’arte italiana.
Prima Bice Lazzari, un’artista che ha attraversato tutto il Novecento, lasciando un segno profondo e inconfondibile, oltre 110 opere, di arte unica e autenticamente minimalista.
L’esposizione, con la curatela di Renato Miracco in stretta collaborazione con l’Archivio Bice Lazzari di Roma e la GNAMC - Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, The Phillips Collection di Washington D.C., Salomon R. Guggenheim Museum di New York e National Museum Women in the Arts a Washington D.C., ripercorre l’intera sua carriera, da quella di arte applicata degli anni Trenta e Quaranta fino all’ultimo periodo caratterizzato da un rigoroso minimalismo. I lavori d’arte astratta e di approfondimento della Lazzari, ex moglie di Carlo Scarpa, andranno poi a Roma, dopo che il pubblico internazionale l’ha scoperta al Guggenheim di Parigi e di Bilbao.
Giovanni Frangi, per la prima volta esposto a Milano con Nobu at Elba Redux, monumentale installazione, curata da Giovanni Agosti e Francesco Librizzi, consente al pubblico di apprezzare le quattro grandi tele dipinte (di quaranta metri complessive) e le venti sculture illuminate in gommapiuma bruciata. L’artista è anche un insegnante della Accademia di Brera oltre ad essere uno dei più grandi interpreti della pittura figurativa in Italia.
Il 2026 di Palazzo Citterio, prosegue con iniziative dedicate a maestri dell’arte internazionale, quali Giovanni Gastel, William Kentridge, Mimmo Paladino.
Dal 30 gennaio al 26 luglio 2026, arriva infatti un’esposizione del lavoro del fotografo Giovanni Gastel: dalle prime copertine per le riviste di moda alle campagne pubblicitarie che l’hanno decretato tra i più importanti professionisti della fotografia al mondo, immagine di creatività, eleganza e bellezza, pure con una storia familiare che arriva al regista Luchino Visconti e alla Famiglia Erba.
E’ un ritorno in Brera quello del Maestro Mimmo Paladino con l’installazione site-specific dei celebri ‘Dormienti’, corpi statuari distesti e illuminati solo da luce fioca, da gustarsi in silenzio e meditazione, grazie alla importante curatela di Lorenzo Madaro in dialogo con l’energia interna dell’architettura di Palazzo Citterio.
William Kentridge, uno dei più grandi artisti al mondo, rende omaggio a Giorgio Morandi e al tema della metafisica, tema che sarà oggetto di riflessioni artistiche anche durante le prossime Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
Il ledwall centrale invita Quayola, riconosciuto a livello internazionale come uno dei principali interpreti dell’arte digitale, a presentare Strata #1, una installazione video che reinterpreta la volta della Chiesa del Gesù a Roma attraverso variazioni algoritmiche, codici cromatici geometrici del barocco romano e configurazioni astratte che rivelano una nuova estetica metamorfica non-umana.
Sempre nel 2026 e in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Arte Digitale (MNAD), Debora Hirsch ha pensato ad una serie di Vanishing Trees, curati da Clelia Patella, in sede nell’orto botanico di Brera, una narrazione visiva che riflette sulla perdita di biodiversità come crisi della memoria collettiva.
Infine, Il Tempietto, collocato nella corte di Palazzo Citterio e progettato da Mario Cucinella Architects, propone Candy Eaters, una installazione site-specific di Alice Zanin, a cura di Andrea Dusio, una sorta di visionaria voliera con esemplari in cartapesta che assumono la loro colorazione in base al cibo che mangiano.
Archivio di memorie e una delle tre librerie nazionali d’Italia, Biblioteca Braidense diventa anche luogo di esposizioni.
La prima, proveniente dalla collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e centrata sul Costume Jewellery, mostra giocosi pezzi di bijoux dagli Trenta fino a oggi: collane, orecchini variopinti, spille eccentriche e bracciali originali, oltre 600 pezzi creativi.
Quindi renderà omaggio a Edoarda Masi, bibliotecaria della Braidense che ha portato un ricco studio e traduzione degli ideogrammi cinesi, curata da Bettina Mottura, Simona Gallo e Marina Zetti.
Infine ci saranno alcune rassegne che analizzeranno figure di primo piano della cultura e scrittura italiana e internazionale, da Pier Paolo Pasolini e Umberto Eco a Yukio Mishima.
Photo credits:
Quayola - Strata #1
Mimmo Paladino - Dormienti, 1998. Installazione alla Roundhouse di Londra, 1999 - foto by Peppe Avallone
Debora Hirsch- Vanishing Trees