Per meglio apprezzare la calligrafica perfezione dei maestri fiamminghi all’Ambrosiana. Un' occasione per commemorare i quattrocento anni dalla morte di Jan Brueghel il Vecchio
Il 12 giugno scorso, significativamente in occasione del quattrocento anni dalla morte di Jan Brueghel il Vecchio, la Pinacoteca Ambrosiana ha presentato il riallestimento della Sala 7, dedicata ai capolavori dei pittori fiamminghi dei quali essa possiede ben 32 straordinarie opere. Occorre ricordare che, dopo avere istituito la Biblioteca Ambrosiana (nel 1607), il Cardinale Federico Borromeo aveva fondato anche la Pinacoteca Ambrosiana (nel 1618): egli aveva voluto così mettere a disposizione degli studiosi l’enorme patrimonio librario e di manoscritti antichi (che aveva fatto raccogliere a livello internazionale) e gli importantissimi dipinti a sfondo religioso collezionati a disposizione, soprattutto dei futuri artisti. Fra le più di 1500 opere attualmente conservate presso la Veneranda Pinacoteca si ricordano il “Codice Atlantico “ (che costituisce la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci), il cartone per l’affresco della “Scuola di Atene” di Raffaello, la “Canestra di frutti” del Caravaggio, il “Ritratto di musico” di Leonardo, il “Ritratto di dama” di Giovanni Antonio de Predis, ecc., ecc. Nel suo trattato “Museum” del 1625, il Cardinale Borromeo ha esplicitamente evidenziato la sua lungimirante visione sul ruolo dell’arte come efficace mezzo per diffondere la devozione: le opere della Pinacoteca dovevano infatti costituire il patrimonio per una futura Accademia di Belle Arti che formasse i nuovi artisti secondo i dettami controriformistici scaturiti dal Concilio di Trento. Come purtroppo è poco noto perfino alla gran parte dei milanesi, la Biblioteca con la Pinacoteca Ambrosiana costituiscono comunque una delle più straordinarie realtà culturali del mondo. La Sala 7 di questa Istituzione, contiene le opere che il Cardinale Borromeo aveva personalmente collezionato fin dagli anni giovanili, cioè nel periodo in cui egli viveva a Roma: qui, infatti, aveva avuto modo di conoscere e di frequentare due artisti ai quali sarebbe rimasto fortemente legato: Jan Brueghel e Paul Bril. Occorre sottolineare che il Cardinale, una volta divenuto Arcivescovo di Milano, volle portare con sé Jan Brueghel con il quale, anche quando costui tornò ad Anversa, mantenne un cordiale rapporto di attenta committenza. Ciò è infatti documentato dal carteggio conservato presso la Biblioteca dal quale si evince, fra l’altro, una esplicita gratitudine dell’Artista per la libertà espressiva concessagli e quasi garantitagli dall’insigne Committente. La collezione di opere (su tela, rame, vetro e avorio) presenti nella Sala 7, comprende il dipinto “Vaso di fiori con gioielli, monete e conchiglie” (Jan Brueghel, 1506) (fig. 1), le due allegorie del “Fuoco” e dell’“Acqua” (Jan Brueghel 1608-1621) (figg. 2 e 3), la “Veduta marina” (Paul Bril, 1611) (fig. 4) e, perfino la mirabile acquasantiera usata dal Cardinale (opera di Jan Brueghel in collaborazione con Gerolamo Marchesini, 1605-1607) (fig. 5). A questo proposito, occorre ricordare con infinita tristezza che le due suddette allegorie facevano parte di una tetralogia pittorica che comprendeva anche quelle della “Terra” e dell’“Aria” sottratte all’Ambrosiana, su ordine di Napoleone, dalle truppe francesi nel 1796 (e ora esposte al Louvre). Chissà se un giorno, con encomiabile savoir faire, questi capolavori potranno essere restituiti all’Ambrosiana? Personalmente, me lo auguro, se non altro per restituire un senso di completezza concettuale all’intero ciclo pittorico. Non può stupire che l’arte espressa dai due maestri fiamminghi fosse particolarmente congeniale al Cardinale Federico; riflettendo sulla loro mirabile perfezione descrittiva egli ebbe infatti a dire «Dio si rivela non solo nella storia sacra ma anche nel grande e mirabile libro della natura e della creazione»; e, in tal senso, i dipinti dei due grandi artisti, possono quasi essere considerati opere teologiche dato che la contemplazione attiva della natura ci consente di percepire la gloria del Creatore. L’ottimo allestimento della Sala 7 (fig. 6) su progetto degli architetti Alessandro Colombo e Paola Garbuglio, in collaborazione con la Biblioteca Ambrosiana e con il sostegno di Intesa San Paolo, è stata suggerita dalla necessità di riconfigurare la distribuzione dei dipinti esistenti mediante una «Soluzione basata sull’impiego di piani espositivi a parete che permettessero di circoscrivere gli insiemi delle opere secondo aggiornati criteri curatoriali». Da un lato, è stato adottato un particolare blu per le pareti della piccola ma preziosa sala, dall’altro, al centro dello spazio è stato introdotto un dispositivo innovativo (concepito e realizzato da Black) che consente l’approfondimento multimediale dei peculiari aspetti miniaturistici dei capolavori. Presentando ai presenti la rinnovata Sala 7, Monsignor Alberto Rocca, che è il Direttore della Pinacoteca, ha detto «Siamo molto lieti che la sinergia con Intesa San Paolo ci abbia permesso di celebrare questo importante anniversario con un nuovo allestimento che non solo valorizza le opere con un nuovo stile espositivo, ma aiuta il visitatore a entrare nei dettagli di questi lavori grazie alle tecnologie più innovative». «L’installazione multimediale dedicata a Jan Brueghel e al Cardinale Borromeo realizzata da Black Srl con la collaborazione di Limiteazero offre un’esperienza digitale che unisce arte, scienza e spiritualità. Grazie a 3 schermi touch interattivi, i dipinti si rivelano nei dettagli più nascosti, immergendo il visitatore in un percorso interattivo tra bellezza, conoscenza e meraviglia. Un dialogo tra passato e presente che restituisce all’arte il suo potere di ispirare e farci vedere il mondo con occhi nuovi».