Parola d’ordine: destagionalizzazione. Parte dall’hotel Caruso di Ravello. Dove le celebrities non vengono da Hollywood ma dall’Olimpo dei Sapori Si chiamano Armando Aristarco e Andrea Antonini, master chef a confronto. A me fanno sognare piu’ di Richard Gere.
Destagionalizzazione: bisogna esercitarsi molto nella pronuncia, ma é la parola magica che ci salverà dalla deriva del distruturismo… L’effetto é come quel supercalifragilistichespiralidoso della maga/maghella Mary Poppins. Non so quanti di voi si siano chiesti il significato di quel infantile scioglilingua. Io si e vuol dire… possibilità di insegnare attraverso la delicata bellezza.
Ecco il lei motif del Hotel Caruso Belmond che appartiene alla famiglia leader nel mondo dell’Alta Hotellerie. Focus, dunque sulla valorizzazione dei prodotti locali e sulla Dieta Mediterranea a kilometro zero, seconda edizione, appena conclusa sotto il cielo stellato di Ravello. Dietro il nome dell' Hotel Caruso c’è una squadra, una famiglia, agricoltori, pescatori... Niente può raccontarti meglio di un ingrediente, di un’intuizione, un indizio che diventa sapore…E’ il mantra dell’Executive Chef Armando Aristarco che ha incantato il parterre gourmant con una creazione di elementi della vita: Acqua, Fuoco, Terra, Aria ed Etere. Praticamente assapori una poesia di gustosità.
Andrea Antonini, superchef di Imago, ristorante stellato dell'Hotel Hassler che porta con sé la memoria antica di un palazzo con uno dei panorami più belli di Roma, affacciato su Piazza di Spagna. Chi scrive ha ricordi incancellabili: ci venivamo in vacanza con Opa, mio nonno ( Albrech von Meister, erede dei co/fondatori della Hoesct Farmaceutica) mentre mia madre, avvolta in un visone tricolore griffato Carlo Tivoli, quando faceva la modella, scendeva la scalinata, con il cuore in gola perché temeva un ruzzolone. Erano i meravigliosi anni dell’Alta Moda a Roma e i francesi ancora non avevano fatto shopping del made in Italy.
Ritorniamo alla costellazione di stelle nel piatto del Belvedere e al parterre di ospiti tra cui, Robert Wirth con sua Moglietà, proprietari storici del cinquestelle (ma meriterebbe una galassia) del Hassler. E comincia la celebrazione del food design che coniuga carattere, vivacità, finezza, lo mangi prima con gli occhi. E' la pizza margherita re/inventata da Antonini diventa un impasto meringato, mentre il suo cetriolo di mare una carezza per il palato. Tra Lo scampo di Aristarco fa un’escursione e dal mare si arrampica nel bosco e raccoglie funghi selvatici e cipolla di Vatolla. Il riso campano Hera, chicco lungo e aromatico, é una rivelazione e ha vinto il prestigioso Premio Platinum. E’ un ping pong di arte culinaria fra i due chef, i virtuosi della cucina, una sinfonia di sapori spalmati un un menu’ di sette portate. Ho adorato quel manzo al profumo di albicocca e quella nocciola tostata di Giffoni, tutta da sgranocchiare. "L’errore, elemento indispensabile ad ogni creazione. Distruggiamo e ricostruiamo ogni ricetta con il solo scopo di migliorarci. L’errore é la base portante dell’evoluzione”, snocciola perle di saggezza applicabili in ogni settore il maestro di vita Antonini.
Se poi si aggiungono le tre migliori annate di Dom Perignon, anche gli dei smettono di sfidare noi comuni mortali, scendono dall’Olimpo e si siedono a banchetto.