150 anni dell'Impressionismo celebrati in tutto il mondo e in tutte le capitali, ma Roma arranca

Parigi, Londra, Strasburgo, Edimburgo, Dallas, Filadelfia e Washington sono solo alcune delle città coinvolte per l'anniversario degli Impressionisti. Il risultato è un incredibile successo per un’arte considerata un classico della storia dell’arte

La prossima ad aprire i battenti il 13 luglio è in Massachusetts negli Stati Uniti: “Edgar Degas: artista multimediale nell’era dell’impressionismo”, al Clark Institute di Williamstown e contemporaneamente si tiene al Museum of Art di Filadelfia: “Mary Cassatt al lavoro”,  e chiuderá l’8 settembre: sono solo due delle tante iniziative volte a celebrare  i 150 anni di anniversario dell'Impressionismo, una serie di eventi-mostre che si stanno svolgendo in Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti e in minor parte anche in Italia. Solo il prossimo 14 luglio al Museo d’Orsay si concluderá la mostra: “Parigi 1874 . L’istante impressionista” che ha raccolto ben 130 capolavori (di cui alcuni esposti durante la prima mostra impressionista), e che successivamente farà tappa alla National Gallery of Art di Washington, ma su tutto il territorio nazionale francese si terranno oltre trenta mostre: dal Musée des impressionnismes di Giverny che dedica un’esposizione al soggetto del mare interpretato dai colori impressionisti, al Museo d'arte moderna André Malraux di Le Havre che mette in luce il ruolo fondamentale svolto dalla Normandia nello sviluppo della fotografia “Photographing in Normandy (1840–1890): A Pioneering Dialogue Between the Arts” e si chiuderà a settembre: anche in questo caso le opere pittoriche e fotografiche in mostra riflettono un interesse comune per i paesaggi marini, il patrimonio culturale, la campagna, i ritratti, i mercati, le celebrazioni nazionali e le trasformazioni urbane, dalla Cattedrale di Rouen alla fotografia di Edmond Bacot. 

Sempre in Francia: al Palais des Beaux-Arts di Lille “Monet a Vétheuil: Les saisons d’un vie” che si concluderà il 23 settembre; mentre la città di Limoges rende omaggio al “suo” Pierre-Auguste Renoir. A Rouen nel sud della Francia  il Musée de Beaux-Arts ha inaugurato la quinta edizione del festival “Normandie Impressionnisme” con una mostra di arte contemporanea di David Hockney, soprannominata "Normandismo" e una mostra su Whistler che viene influenzato dall’Impressionismo tra il 1874 e il 1914 come altri artisti in Francia, Europa e Stati Uniti. In particolare, la mostra esamina l'influenza che l'opera più famosa di Whistler, il famoso ritratto della madre, che ha avuto influenza sui fotografi Alfred Stieglitz e Paul Haviland e sui pittori Charles Cottet, John White Alexander e Fernand Khnopff. Così come al sud si sta tenendo: “Berthe Morisot à Nice, escales impressionnistes”, che finirà il 29 settembre, al Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza. 

A Strasburgo invece si  sta tenendo “Sensazioni e impressioni” al Museo d’Arte Moderna con circa 20 opere di Sisley, Charles Laval, Aristide Maillol e Félix Vallotton, tra cui prestiti a lungo termine dal Musée d'Orsay, che verte sull'Impressionismo e il Postimpressionismo come movimenti determinanti nel forgiare la modernità: quindici dipinti di Monet, Paul Signac, František Kupka, Wassily Kandinsky e Mikhail Larionov fanno anch'essi parte della mostra. Al Musée Toulouse-Lautrec di Albi, luogo di nascita dell'omonimo artista, si é conclusa il 9 giugno  "Toulouse Lautrec e l'Impressionismo", con i legami tra i pittori impressionisti e Henri de Toulouse-Lautrec. A Caen presso il Musée des Beaux-Arts si sta tenendo la mostra “A Spectacle of Merchandise, 1860–1914” fino all'8 settembre, composta da 100 dipinti, fotografie, sculture, film, disegni e incisioni, tra cui 20 prestiti dal Musée d'Orsay.

Dulcis in fundo  la casa d'Aste londinese Christie's mette in vendita nelle sue sedi di New York e Londra  3 Renoir, alcuni Degas, un Sisley, un Monet, un Gauguin, un Pisarro, un Courbet e altri impressionisti, partecipando a modo suo al centocinquantesimo anniversario del famoso gruppo. Una serie di capolavori che, se acquistati in blocco potrebbero dare la possibilità di aprire un piccolo museo d’arte moderna. Va notato che l’Italia in generale, ad eccezione del nord della penisola, che è molto intraprendente in iniziative volte alla esposizione degli impressionisti, non considera molto questo frangente storico e non è molto attiva nella politica di acquisizione di capolavori volti a rendere più solidi i rapporti con la Francia. L’ultima mostra tenutasi a Padova, al centro culturale San Gaetano/Altinate con capolavori provenenti dal museo Marmottan di Parigi, si chiuderà il prossimo 14 luglio, mentre  Al Museo Storico della Fanteria a RomaImpressionisti – L’alba della modernità”, è ancora visitabile con una mostra di 160 opere fino al 28 luglio ma si tratta di una sede che è al primo esordio per un intervento che a detta di molti si sarebbe dovuto allestire in un luogo più prestigioso. Forse sarebbe stato il caso di un tributo ufficiale agli Impressionisti in un luogo istituzionale più consolidato,  vista la presenza di molte opere anche presenti alla maestosa Galleria Nazionale di Roma di viale delle Belle Arti. Fra le tante si annovera l’enorme trittico di De Nittis, lo stupendo Monet, il Degas e il Cezanne nonchè tutte le opere degli italiani di quegli anni incredibili. E’ anche vero che la mostra a Palazzo Reale a Milano conclusasi il 30 giugno è stata dedicata a De Nittis; però all’appello della celebrazione degli Impressionisti mancherebbe una grande mostra nella Capitale, sebbene vi sia questa mostra al Museo storico della Fanteria. Ci aspettiamo qualcosa di più.

Di Davide Tedeschini.