Immaginatevi nelle stesse ore in cui i contadini di Coldiretti si davano al ballo coccodé (categoria che amiamo, ma non quando “crocchiano" in piazza Municipio) poco più in là si alzava il sipario sulla Prima della Stagione Lirica del Massimo napoletano, la Turandot, per celebrare i 100 anni dalla morte di Puccini. E' come se Venezia ospitasse la verace manifestazione in piazza San Marco, il giorno della Prima della Fenicia.
Da una carovana di autobus scendevano allegri e festanti per recarsi alla saga di paese e comprare patate e trattori in una piazza restituita alla città dopo 25 anni di lavori e urbanisticamente ri/nata brutta. Mentre da macchine blu d’ordinanza scendevano lady chiccisime e gentiluomini in smoking, un parterre internazionale che sfila in mezzo al picchetto d’onore. Il contrasto era stridente. Al San Carlo c’erano ad accogliergli il Sovrintendente Lissner e il direttore generale Emmanuela Spedalierie. Si sfiorano con lo sguardo il governatore Vincenzo De Luca e Fulvio Martusciello, super leader di FI.
Ci avevano provato quelli di Coldiretti a piazzarsi qualche anno fa intorno a Palazzo Sforzesco di Milano. Mai più hanno gridato i cittadini.
Per i milanesi la Prima é sacra. A Napoli dal sacro al profano bastano poche centinaia di metri.
Il Teatro La Scala puo’ contare sullo zoccolo duro di generosi donatori, cummenda e imprenditori. Il San Carlo, il piu’ antico al mondo, deve cercare gli sponsor con il piattino in mano.
Meno male che c’é una tifoseria di melomani in trasferta da Napoli per la Prima del Don Carlos al teatro La Scala e viceversa. Coincidenza o scippo d’idee? L’anno scorso il San Carlo ha debuttato proprio con “Don Carlos. La Turandot sarà invece al La Scala il 25 giugno 2024 regia del formidabile Davide Livermore.
Dicevamo un'assoluta Turandot messa in scena dal regista Vasily Barkhatov, il Quentin Tarantino della drammaturgia mondiale, che da una lettura un po’ pulp fiction, un po’ Gomorra... e alla fine un po’ Broadway da commedia musicale. E’ la Grande Lirica che si avvicina alle nuove generazioni e parla il loro linguaggio. Scene, luci e costumi divini e intrattenenti. Vivaddio mischiare i linguaggi dell’arte!
"Le donne di potere americane sono piu aperte e dirette che da voi. La mia Turandot moderna somiglia alla regina Elisabetta e alla sua ragion di stato…" dice Sondra Radvanovsky, é la nuova Callas, pioggia di rose su di lei come non si vedevano da anni.
Non c’erano i ministri? Peggio per loro... Nessuno ha sentito la mancanza.
Natale in casa Cuciniello. L’aristocratico Circolo dell’Unione riprende la tradizione del Dopo/ San Carlo con cena placè con vista sui giardini romantici di Palazzo Reale. Ma il must to go è il privè chez Mino Cuciniello, salotto letterario e gourmet. E come da tradizione si alza il sipario sul suo antico presepe.
Natale in casa Cuciniello. L’aristocratico Circolo dell’Unione riprende la tradizione del Dopo/ San Carlo con cena placè con vista sui giardini romantici di Palazzo Reale. Ma il must to go è il privè chez Mino Cuciniello, salotto letterario e gourmet. E come da tradizione si alza il sipario sul suo antico presepe.
C’erano tutti Riccardo Villari, Giorgio Nocerino, Sergio Cappelli, Giusi Ferrazzani, Francesco e Antonella Tuccillo, Gigi e Lidia De Simone, Teresa e Toto Naldi, Gigi Mingione, Annamaria Braschi, Aldo Carnevale, Bibi Cattaneo della Volta, Fiorella di Lauro. La coppia giuridica Carlo e Cristina Sersale erano accompagnati dalla figliola Fabrizia. Piaciuta la Turandot? “Moltissimo”. Largo ai giovani. La lirica per sopravvivere deve appartenere a loro.
Di Tiare von Meister con Januaria Piromallo.