La patria è la nave che ci porta in salvo
Le parole di Creonte nell’Antigone di Sofocle assumono una rilevanza contemporanea grazie ai giovani attori dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria e alla loro energia straordinaria. Una produzione della compagnia Puntozero e LaFil – Filarmonica di Milano regia di Giuseppe Scutellà, musiche di scena originali dal Maestro Alessandro Solbiati eseguite dal vivo da LaFil – Filarmonica di Milano con la direzione del Maestro Marco Seco.
Dal 27 al 29 ottobre è andata in scena un’edizione unica della celebre tragedia greca presso il teatro Punto Zero, un punto di ripartenza per i giovani detenuti del carcere minorile Beccaria di Milano. La compagnia teatrale, che oggi è stabile, è composta da giovani attualmente in pena, che al termine della rappresentazione sono rientrati in istituto, ma anche da giovani che hanno scontato la pena e che hanno deciso di continuare questa esperienza sotto l’egida di attori e professionisti del teatro. L’Antigone tratta un tema toccante ed appropriato, sul rapporto tra legislazione e umanità, che per la delicatezza del contesto rende ancora più drammatica l’encomiabile rappresentazione di questi attori, sia quando si misurano con i lunghi e difficili monologhi senza un’esitazione, sia quando intonano riverberi o canti all’unisono con voci celestiali, sia quando esprimono con forza e rabbia il disappunto dei cittadini greci. Le parole del testo, soprattutto quelle pronunciate da Creonte nella magnifica interpretazione di Lisa Mazoni, una delle fondatrici di Punto Zero, rituonano come moniti reali e attuali. “L'albero che piega i rami resiste quello che non si piega viene sradicato” “Quando gli uomini perdono la gioia della vita la vita non vale più niente per loro” La bellissima traduzione dell’opera a cura di Maria Grazia Ciani è stata scelta dal regista Scutellà anche per la sua scorrevolezza, per la sua adattabilità a questo tipo di rappresentazione, preferendola a traduzioni come quella di Quasimodo o altri. Colpisce anche l’efficacia dell’allestimento pensato dal regista Scutellà, con la scenografia essenziale, molto ben congegnata nel suo minimalismo, basata sul progetto del palcoscenico, sulle luci anche colorate ben calibrate in alcuni casi rese drammatiche dai vapori. La tragedia si svolge su una pedana rialzata e inclinata sulla quale gli attori recitano, cantano, lottano, ballano, si rotolano, percuotono, salendo e scendendo con balzi ginnici o facendo capolino dalle numerose aperture rendendo il teatro vibrante con la loro energia. Anche i costumi, uguali per tutti gli attori, con i pantaloni larghi color corda e i corsetti in corda intrecciata, diventano un costume allo stesso tempo moderno ed arcaico, monocromatico, che ben si presta ad essere attraversato da luci e fumi. Abbiamo chiesto ad Alessandro Solbiati, uno dei più acclamati e ricercati compositori di musica di oggi, come è arrivato a questo progetto: “Conosco da decenni la Fil, il maestro Seco e i suoi musicisti e ho accettato con entusiasmo la sua proposta, tra l’altro solo pochi mesi fa. E’ la prima volta che mi misuro con musica di scena e il primo desiderio è stato quello di creare qualcosa che accompagnasse gli attori senza sovrapporsi, senza interferire, che servisse a convogliare l’interesse sul palco, esaltando il loro lavoro.” Alcuni spettatori che hanno visto la produzione più volte hanno confermato come la presenza della musica dal vivo di Solbiati abbia contribuito a rendere più fluida e incisiva la rappresentazione. In relazione all’opera e alle dimensioni del teatro la musica è stata composta per essere suonata da un sestetto, comprensiva di questo organico o sottorganico: flauto (in sol e in do), clarinetto basso, violino, viola, violoncello e percussione. L’inizio con violino e violoncello prosegue fino all’ultimo canto di violoncello riverberato dagli altri strumenti che vuole significare la purezza di Antigone che si oppone evocando la pietà e l’amore alle leggi rigorose di Creonte, con la musica che come un canto all’unisono si eleva sempre più in alto, in un’ascensione.
“L’attività laboratoriale prevista dal progetto ha consolidato il rapporto già saldo tra le realtà de LaFil e Puntozero, facendo incontrare le arti della musica e del teatro in uno spettacolo che offre molti spunti di riflessione nel testo e nella messa in scena della compagnia, composta anche da giovani che la legge, tema portante della tragedia, l’hanno vissuta letteralmente sul proprio corpo. Nel suggestivo scenario del Beccaria, i giovani formano un’unica entità espressiva, catturando l’attenzione del pubblico con una gamma di voci, intensi accenti e melodie. La produzione teatrale scatena un dibattito contemporaneo e profondo, sfidando la rigorosa ma coerente logica di Creonte con una invocazione di leggi umane fondate sui principi di pietà e amore.
Dopo le tre date esclusive di fine ottobre, il progetto proseguirà e si concluderà nel maggio 2024 con la proiezione del documentario nato dalle tre esperienze europee, occasione unica per mostrare come i linguaggi artistici siano uno strumento efficace contro il disagio minorile e, nel caso specifico del progetto italiano, la criminalità.
Lo spettacolo rientra all’interno del Progetto Beyond: Inclusion of Young People beyond Barriers, co-finanziato dal Programma dell’Unione Europea Erasmus+ che vede il coinvolgimento di tre nazioni (Italia, Spagna e Grecia) e quattro realtà diverse (LaFil –Filarmonica di Milano, Associazione Puntozero, Associazione On&Off, Inter Alia), indirizzato alle fasce più giovani della popolazione con l’obiettivo di ridurre le loro problematiche sociali.” Dalla cartella stampa.
Teatro Puntozero Beccaria (Via dei Calchi Taeggi, 20 - M1 Bisceglie)
Antigone di Sofocle
traduzione Maria Grazia Ciani
dramaturg Lisa Mazoni
regia, scene e luci Giuseppe Scutellà
musiche Alessandro Solbiati
ensemble LaFil Filarmonica di Milano
direttore Marco Seco
con Marco Adamini, Gerry Balzano, Carlotta Bruschi, Vanessa Costa, Greta Greppi, Lisa Mazoni, Martina Medici, Enea Pablo Zen Scutellà, Alex Simbana, Albert Elden Tavazza, Alessandra Turco
organizzazione e promozione Greta Greppi, Lisa Mazoni, Martina Medici, Rocco Sapienza, Alessandra Turco
produzione Puntozero – Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria
con il contributo di Ministero della Giustizia, ACRI e Fondazione Cariplo per il progetto Per Aspera Ad Astra
e Fondazione Don Gino Rigoldi
Antigone di Sofocle
l’Antigone è una tragedia scritta da Sofocle e rappresentata per la prima volta ad Atene nel 442 a.c. La protagonista è Antigone, sorella di Polinice, morto assediando la città di Tebe. Il nuovo re di Tebe, Creonte, ha vietato con un decreto gli onori funebri e la sepoltura ai nemici ma Antigone seppellisce il fratello di nascosto. Scoperta, viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell'indovino Tiresia e alle suppliche del coro, Creonte decide di liberarla, ma Antigone nel frattempo si è impiccata. Questo porta prima al suicidio del figlio di Creonte, Emone, promesso sposo di Antigone, e poi a quello della moglie Euridice, lasciando Creonte disperato per la propria intransigenza.