La Design Week scalda i motori

Ma ancora non si registra il sold out. La formula della Fiera del Salone è vecchia e ha stufato. Solo i big name fanno da specchietto per le allodole. A Napoli il design di forma e contenuto va in scena nella Andrea Nuovo Home Gallery con Endless Moment

La febbre del design è alta, ma non altissima. Alberghi pieni ma non ancora in overbooking.  Gli addetti ai lavori si interrogano, molti optano di “sfogliare" il catalogo delle nuove tendenze on line standosene addivanati, magari sulla poltrona di una delle precedenti edizioni, in chiave di riciclo etico, sempre attualissima. 
Meglio che buttarsi nell’orgia fieristica. Alla quale aggiungere i prezzi delle strutture ricettive lievitati all’inverosimile.
La  formula della fiera del Salone è vecchia e ha stufato. Solo i big name del Fuori Salone fanno da caleidoscopio. Ecco qualche appuntamento da non perdere. Loro sono leoni, il resto sono pecore.
I vernissage sono a numero chiuso. Poi aperti al pubblico. 
Si comincia con LV, la piu’ grande famiglia del mondo di Luxury:  Louis Vuitton nel cortile di Palazzo Serbelloni di Corso Venezia fa sfilare i suoi “Objets Nomades”. Sulla scia di un Tempo Ritrovato, famosi designer danno forma a cio’ che hanno visto in giro per il  mondo, dalle amache agli sgabelli pieghevoli, dalle poltrone ai paraventi, ogni progetto in edizione limitata. Sui toni naturali risalta anche un arancio  accesissimo.  
I wannabe ( ci voglio essere a tutti i costi) hanno già segnato nel loro carnet l’evento Bulgari che ha come missione la progettazione sostenibile, la circular economy, l’innovazione dei materiali, la rigenerazione urbana, l’intelligenza artificiale. Mentre Palazzo Citterio lancia "Monsier Dior”, un omaggio al grande couturier. 
Hermès torna negli spazi della Pelota: Le case di carta del 2021, le lanterne luminose del 2022 e ora la purezza del cemento e dei tondini di ferro. Una nuova scenografia che fa da sfondo al divano senza tempo, alle lampade minimaliste, alla sedia degli anni ’30 rivisitata fino ai tappeti dai motivi grafici ricamati a mano. E come è chic il cartoncino d’invito écru, per una volta niente inviti in digitale.
A Napoli nella Home Gallery di Monte di Dio 66 già da un po’ si respira aria di design, essenziale e minimalista. Viene dalla Finlandia Mikael Siirilä.  
Saper guardare è un’arte. Guardare dove gli altri non guardano. 
La camera oscura una magia. Mikael  si confronta con i grandi maestri della fotografia degli anni ’70. Dalla scuola giapponese  ha ereditato l’antica tecnica del tea toned, immergendo durante la stampa la gelatina d’argento nel tè per dargli una tonalità piu’ calda.  Mikael osserva, riflette  e cattura l’immagine di oggetti fisici, concreti ma gli da un’impronta surreale. Come il cigno con la testa nell’acqua che sembra una nuvola. Vedere una foto che prende anima e forma è un’emozione che quelli che lavorano in digitale non possono provare.  Mikael è un anche un apprezzatissimo Visual Designer e ha fatto mostre in tutto il mondo. Un po’ di concorrenza ce l’ha in famiglia: la figlia Mary di soli 11 anni, con il pennello in mano disegna meravigliosamente. Il talento è anche una questione di geni.
Al vernissage c’era tutta la Napoli del collezionismo, artisti/colleghi come Luciano Ferrara e Luigi Grossi e mecenate di vino ad arte Generoso di Meo.
Endless Moment. Da vedere assolutamente fino al 18 luglio.