"Orfeo e le Sirene": tornano in Italia statue dal valore inestimabile dal Getty Museum. "Restituiscano anche l'Atleta di Fano"
Il gruppo scultoreo, trafugato dall'Italia nel corso degli anni '80 assieme ad altre opere, tornerà a casa. Ma il Getty non vuole restituire l'Atleta di Fano.
Date a Cesare quel che è di Cesare: finalmente, torneranno in Italia una serie di opere trafugate e vendute illegalmente sul mercato nero, per poi essere esposte in musei americani. In seguito alle indagini, compiute da Matthew Bogdanos dal dipartimento contro lo smercio di materiale antico di Manhattan, intorno ad agosto il Getty Museum ha deciso di restituire all'Italia alcune opere. Tra di esse, la più bella è certamente il gruppo scultoreo di terracotta Orfeo e le Sirene, a grandezza naturale. Ma rimane il giallo su numerose altre opere trafugate dal nostro paese, tra cui il celeberrimo Atleta di Fano di Lisippo, che il Getty sembra non avere alcuna intenzione di restituire.
Ritornate in Italia la statua di Orfeo e le Sirene: restituiranno anche il resto?
Un'opera incantevole, che un tempo adornava, probabilmente una tomba: il gruppo scultoreo Orfeo e le Sirene raffigura l'eroe-poeta della mitologia greca mentre suona, con espressione assorta, la sua leggendaria cetra: assistono incantate le Sirene, donne-uccello (l'idea di donne-pesce è molto più tarda) nel corso dello straordinario viaggio che porterà Orfeo fino al mondo dei morti, a supplicare ad Ade l'anima della sua amata Euridice. Ma sembra che il destino abbia lasciato a questo Orfeo un altro viaggio: quello verso l'Italia, che avverrà con procedure particolarmente sofisticate in virtù della elevatissima fragilità di queste sculture di terracotta. La scultura, originaria dalla zona di Taranto è antica di più di duemila anni, tornerà finalmente a casa, assieme ad altre opere, tra cui la gigantesca testa di marmo di una divinità, il vibrante quadro L'oracolo ad opera di Camillo Moia, un bruciatore d'incenso etrusco e una berta (impronta per forgiare oggetti di metallo) destinata a realizzare monili.
Il Getty ha cercato di fare passare la restituzione come un galante gesto di correttezza, coerente con la policy del Museo di restituire reperti archeologici ottenuto senza ombra di dubbio col furto o attraverso scavi illegali. Risulta quindi un po' deludente apprendere che il Getty ha restituito gli oggetti solo in seguito a una indagine ufficiale, dunque sostanzialmente "costretto" dalla giustizia. Il che spiega le riservatezze a restituire altri artefatti chiaramente italiani, come L'atleta di Fano, capolavoro attribuito allo scultore greco Lisippo e ritrovato per caso da un peschereccio italiano negli anni 60'. Dopodiché, esportato negli USA e aggiunto alla ricchissima collezione di arte classica del Getty.
Peccato che l'esportazione di questo tipo di opere sia illegale, ragione per cui il Getty lo sta di fatto conservando a torto. Speriamo che le indagini possano condurre ad altri "gesti di cortesia" che riportino le opere dove appartengono.