Liberarsi dagli schermi con il cavallo. Gli adolescenti e le dipendenze tecnologiche

Meglio del calcio, della pallavolo o della danza: per un adolescente che fatica a staccarsi da smartphone, videogiochi e social, una possibile via di rinascita può trovarsi in un maneggio, accanto a un cavallo.

In un mondo dove il digitale accompagna ogni momento della giornata, sempre più ragazzi vivono forme di disagio legate all’iperconnessione — isolamento, stress, difficoltà nella gestione del tempo e delle relazioni. Da qui la necessità di riscoprire esperienze autentiche, capaci di restituire equilibrio emotivo e benessere psicologico.

 

La relazione con il cavallo, in questo senso, rappresenta un’occasione preziosa: l’animale diventa specchio delle emozioni dell’adolescente, un compagno silenzioso ma empatico, capace di stimolare autocontrollo, responsabilità e consapevolezza di sé.

 

Proprio su questo tema si è tenuta a Roma, al Circo Massimo, la tavola rotonda “Il cavallo nella prevenzione della dipendenza digitale negli adolescenti”, organizzata dalla Direzione Generale per l’Ippica del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) durante il Longines Global Champions Tour 2025. L’incontro ha riunito esperti, rappresentanti istituzionali e operatori del settore equestre per riflettere sul valore educativo della pratica equestre come strumento di prevenzione e crescita personale nell’era digitale.

 

Moderato da Luca Fraioli, il dibattito ha visto la partecipazione dell’On. Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM); di Remo Chiodi, Direttore Generale per l’Ippica del MASAF; di Federico Seghi Recli, socio fondatore dell’Istituto Europeo delle Dipendenze (IEuD); di Marco Di Paola, Presidente della FISE e Vicepresidente del CONI; di Emilio Minunzio, Vicepresidente di ASI; di Franco Amadio, Presidente di FITETREC-ANTE; e di Emanuela Modestino, Presidente di UNIO Animal and Human Training.

 

Durante l’evento è stato anche presentato un nuovo corso di formazione promosso dall’IEuD in collaborazione con il Centro di Equitazione UNIO, rivolto agli istruttori equestri, dedicato proprio alla prevenzione delle dipendenze digitali attraverso la relazione uomo-cavallo. (Per informazioni: uniotraining@gmail.com).

 

Secondo Federico Seghi Recli, “la relazione fra un adolescente e il cavallo, mediata da istruttori debitamente formati, può diventare un potente strumento di prevenzione delle dipendenze digitali, favorendo equilibrio emotivo, autocontrollo e consapevolezza di sé. È una strategia innovativa per conciliare l’uso della tecnologia con il benessere psicologico dei nostri ragazzi nativi digitali”.

 

L’On. Paola Frassinetti ha evidenziato come il suo Ministero stia lavorando in modo trasversale sul tema delle dipendenze, incluse quelle digitali: “Abbiamo posto al centro della nostra azione la prevenzione delle fragilità giovanili, promuovendo protocolli interministeriali e piattaforme formative per docenti e scuole”.

 

Per Marco Di Paola, l’equitazione “rappresenta un’esperienza educativa e di equilibrio psicofisico capace di restituire ai giovani il contatto con la natura e con i valori autentici dello sport”.

Emanuela Modestino ha illustrato le modalità del nuovo percorso formativo, sottolineando come il cavallo possa diventare un veicolo di autostima e consapevolezza per gli adolescenti.

Franco Amadio ha portato il punto di vista del turismo equestre, ricordando come la cultura del cavallo mantenga un valore sociale anche nei contesti extraurbani.

Emilio Minunzio, infine, ha posto l’accento sulla necessità di creare reti di collaborazione fra istituzioni, scuole e associazioni sportive per costruire progetti educativi condivisi.

 

In chiusura, Remo Chiodi ha ribadito l’impegno del MASAF nella valorizzazione del cavallo non solo come protagonista dello sport, ma come risorsa educativa e sociale:

 

> “Questa iniziativa è nata per accendere un faro su un tema di grande attualità. Siamo al Circo Massimo, luogo simbolico del rapporto millenario tra l’uomo e il cavallo, che oggi assume una nuova missione: rimettere al centro la persona, la relazione e il rispetto. Studi scientifici dimostrano che il cavallo può diventare un potente strumento educativo e di prevenzione: con la sua sensibilità e la capacità di rispecchiare le emozioni, aiuta i ragazzi a ritrovare equilibrio, fiducia e presenza emotiva. Anche gli ippodromi devono tornare a essere spazi di benessere e inclusione, dove sport, cultura e relazione si intrecciano per contrastare l’isolamento e favorire la crescita personale.”

Per approfondimenti: www.ieud.it