La moda é bollita, ci salva il design. Edit Napoli, sesta edizione, é la nuova fucina di talenti. Te lo do io la Fiera del Mobile di Milano. I veri Cult sono all’ombra del Vesuvio. Ecco la lista degli Imperdibili.
Prendete nota: ho giocato a ping pong sul tavolo customed made in porcellanato dall’effetto marmorizzato, disegnato da Gio Tirotto per Lava e si chiama “Partitina”. La pallina rimbalza che é una meraviglia e ho schiacciato il mio avversario. Mi sono appoltronata su una sedia stampata in 3D combinando gli scarti di plastica della discarica in loco. Poltrona e tavolo a kilometro zero. L’inventore si chiama Alejandro Gomez, che mette in dialogo arte e ecosostenibilità. Mi sono fatta un caffè sulla cucina girotondo realizzata da TestaTonda il nome si ispira al chiodo con testa a cupola che unisce senza sforzo ferro e legno. Il mio chiodo fisso invece é una cucina/non/cucina, bella da vedersi. Come il Food Design.
Teniamoli d’occhio: Nicolò Corigliano, Matteo Minello e Valter Cagna, master che spaziano dall'architettura al design, dall'antropologia alla sociologia, attingendo un po’ qui, un po li’, hanno creato TestaTonda e antenne per sintonizzare i nuovi fenomeni sociali. La loro “UNOxUNO, é una mini-cucina dalla struttura in rame che concentra tutti gli elementi essenziali su di un unico top rotondo, adatta al concetto di microabitazione. Una volta si diceva per i single, termine odiosetto.
Largo ai giovani: a Edit Napoli International Design Fair hanno invitato i laureandi dello Iaad, Istituito d’Arte Applicata e Design di Torino, a esporre le loro opere prime, specchio modulare, la Twnty console e Hope, lampada da tavolo. E volano a Todos Santos ( non per una benedizione), Baja California, Messico ma per una collaborazione con l’hub di progettazione “Mattera”, una crasi che sta per mia terra e materia. Tre amici da sempre Caio, Kamalei, e Dimitri, radici in Europa e ali per esplorare il mondo. Hanno studiato Finanza e New Media adesso costruiscono nuove forme dell’abitare.
Ancora scenografie domestiche di uso quotidiano. Dalla collaborazione tra Mediterranea Design e il progettista della Minervetta di Sorrento Marco De Luca nasce una collezione di arredi stampati 3D in PLA, una bioplastica ottenuta da elementi rinnovabili per ridurre l'impatto ambientale del processo produttivo.
Il cuore pulsante é il complesso monastico affrescato del 1600, un contenitore di rango per ospitare la Home Collection di Coralla Maiuri, nipote dell’archeologo Amedeo Maiuri, restauratrice e arredatrice, cura gli allestimenti anche per Hermes. E non solo. La forza della famiglia, la sua é una Family Factory, ci lavorano i figli mentre il marito Filippo Massimo Lancellotti é il Ceo. Il suo mondo onirico e principesco é fatto di tavolini con disegni di matita inchiostro e chiazze d’oro volato via da un paradiso parallelo, di coffe table in acciaio luccicante e ondulato ambulante, leggero, da spostare con un piede, da un tappeto rosa con inserti cangianti e glitterati e un laghetto verde fluo, velluti di seta e cuscini, con dolcissime mucche truccate all’indiana, e tre totem dove sono appesi i suoi piatti/ trofeo. Che meraviglia lo studio di architettura di Giuliano Dell’Uva, eletto da Elle Decor, il designer top dell’anno. Apre i saloni affrescati del piano nobile di Palazzo Mirelli del suo studio di progettazione e annuncia l’apertura a Milano. E quando si muove la stampa straniera, vuol dire che Edit Napoli International Design Fair tira come la Design Week di Milano. C’è Gianluca Longo, style director of The World of Interiors, il Vangelo laico del design, e c’è Bora Kang, dalla Corea del Sud, stilosa e influencer. Ha le unghie colorate con un cuoricino che batte.
Le vie del design sono multiforme, le hanno percorse oltre 10mila visitatori in un week end. E mi conducono a uno dei sette Cult: nell’Ipogeo dei Cristallini mi inchino davanti alla visione dell'Uovo di Partenope, in bronzo crochet realizzato da Allegra Hicks, che racconta la quintessenza della leggenda della nascita di Napoli. .
Diciamocelo, le organizzatrici Emilia Petruccelli e Domitilla Dardi sono state impeccabili, in sole sei edizioni hanno trasformato un appuntamento per brand locali in una vetrina internazionale. E hanno scelto di sostenere progettisti indipendenti e under 30. “Stiamo crescendo insieme”, dicono all’unisono, il loro é un "slow design “ che nasce dall’incontro tra arte, artigianato e tecnologia. E ovviamente sostenibilità. Da Edit Napoli anche il food si fa design, cena stellata sul terrazzo delle Gallerie Italia con vista spalancata sul golfo. Macaron meringati al profumo di colatura di alici serviti come bijoux da Scotto Jonno in Galleria e si finisce da Concettina ai Tre Santi, alla Sanità dove Ciro Oliva, il pizzaiolo piu’ mediatico e simpatico che ci sia, adesso anche socio di Moncler serve polpette al ragu’ e e margherita d’autore.