Il Teatro San Carlo: offre la terza via ai detenuti del carcere di Poggioreale

Appena inaugurata la seconda edizione del corso formativo per i detenuti per diventare tecnico di palcoscenico

Il Teatro San Carlo di Napoli, il tempio della lirica, una delle massime istituzioni culturali, che tutto il mondo ci invidia, anche  a favore dell’inclusione sociale. Nel mentre si lavora, tra malumori e colpi di scena, alla designazione del nuovo sovrintendente dopo la burrascosa uscita di Stéphane Lissner, è partita la nuova edizione del programma formativo per i detenuti della Casa Circondariale Giuseppe Salvia di Napoli.
 Il progetto, previsto per tre annualità è frutto di un protocollo d’intesa siglato tra il teatro e il carcere di Poggioreale  il 3 gennaio dello scorso anno. Grazie al senso della visione del Direttore Generale Emmanuela Spedaliere  ogni anno, un gruppo di tredici detenuti, saranno assegnati in forze al Teatro di San Carlo per svolgere attività formazione tramite affiancamento al lavoro nei reparti tecnici ( attrezzisti ed elettricisti ) ed amministrativi.  
I tre cicli formativi avranno ognuno la durata di sei mesi, durante i quali i detenuti, accompagnati dai mezzi della polizia penitenziaria, svolgeranno presso la Fondazione attività di formazione-lavoro diurne. soggetti potranno svolgere le attività richieste esclusivamente all’interno della Fondazione in semi-autonomia senza particolari limitazioni. I nuovi “collaboratori”, accolti positivamente dai dipendenti interni, si sono mostrati subito interessati e proattivi, consci della grande opportunità ricevuta.  L’obiettivo è quello di dare ai partecipanti l’opportunità, una volta finita la detenzione, di potersi inserire più facilmente nel mondo del lavoro sfruttando le competenze maturate durante la formazione. I criteri di selezione dei detenuti sono molto stringenti; nel rispetto dell’art. 21 dell’ordinamento penitenziario sono stati ammessi a presentare la richiesta di messa a disposizione volontaria per attività esterne, solo quei detenuti giunti a fine pena, ovvero quelli tenuti a scontare meno di cinque anni di reclusione che hanno manifestato durante la detenzione una condotta eccellente. L’idea si sta mostrando assolutamente positiva; già alla prima edizione del 2022, del gruppo di discenti ben 4 di essi hanno siglato con il San Carlo un contratto di lavoro a tempo determinato per ricoprire incarichi tecnici all’interno del Massimo Partenopeo.
 Negli ultimi anni il Teatro di San Carlo, grazie ai notevoli investimenti in produzioni artistiche di alto profilo ed una campagna marketing visionaria e lungimirante, è riuscita a passare dal rischio di una definitiva chiusura a fondamento per lo sviluppo culturale dell’intero Paese.