Giorgio Armani e Aldo Fallai, dialogo in mostra fra il re della moda e l’eclettico maestro della fotografia presso Armani Silos
Ritratti, evocazioni cinematografiche, immagini neorealiste, in una messa in scena autentica, sia nell’uso del bianco e nero che nelle improvvise incursioni del colore.
Armani/Silos ospita fino all’11 agosto 2024 la mostra ‘Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977 – 2021’, un racconto fotografico di stile e di quasi trent’anni di ininterrotto dialogo artistico tra Armani e Fallai, esposizione curata in collaborazione con Rosanna Armani e Leo Dell’Orco.
Il fotografo e artista fiorentino, diplomatosi all’Istituto d’Arte, incontra già negli anni Settanta lo stilista Giorgio Armani agli esordi della sua storia di moda e di Made in Italy.
Fallai, che lavora per riviste patinate e case di moda quali Canali, Cerruti, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Calvin Klein, Valentino ed Ermenegildo Zegna, si distingue per il genere del ritratto, osservando facce, sguardi ed espressioni, cercando di cogliere in loro la passione che li anima.
Insieme ad altrettante evocazioni cinematografiche e cenni neorealisti, i suoi lavori rappresentano altresì una messa in scena che sa di vita ed è autentica, sia nell’uso del bianco e nero che negli improvvisi guizzi di colore, forte e carico, risultando immagini immediate ma anche senza tempo.
Concetti che si sposano da sempre con lo stile Armani, fatto di eleganza che nono si fa troppo notare, ma si fa ricordare.
“Il lavoro con Giorgio è stato il frutto di un dialogo naturale e continuo – spiega Aldo Fallai - e di grande fiducia da parte sua. Entrambi eravamo interessati a mettere in luce un aspetto dello stile legato al carattere e alla personalità, e questo si è tradotto in immagini che appaiono attuali oggi come ieri. Una qualità resa evidente dall’allestimento della mostra, che non segue una sequenza cronologica. Dei trent’anni della nostra collaborazione ho ricordi vividi. Le produzioni erano sempre agili, snelle; si otteneva il risultato con pochi mezzi e senza effetti speciali. Questo, penso, ha fatto e fa tutt’ora breccia nel pubblico”.
Il percorso narrativo si snoda su due piani e raccoglie, in ordine sparso, circa duecentocinquanta scatti, apparsi sulle riviste o sulle affissioni pubblicitarie.
Giorgio Armani ricorda: “Lavorare con Aldo mi ha permesso, fin da subito, di trasformare in immagini reali la fantasia che avevo in mente, ossia il fatto che i miei abiti non erano soltanto creati in una certa maniera, con certi colori e materiali, ma rappresentavano un modo di essere, di vivere. Perché lo stile, per me, è un’espressione totale di un dialogo sempre fluido e concreto. Abbiamo creato scene di vita, evocato atmosfere, tratteggiato ritratti pieni di carattere. E rivedendo oggi tutto il lavoro realizzato, sono io stesso colpito dalla forte suggestione che questi scatti sanno ancora emanare e dalla grande capacità di questo artista di cogliere le sfumature della personalità”.
Fallai riesce a imprimere su pellicola, aldilà dell'abito, le stagioni del Made in Italy, tra ritratti glamour e pose senza tempo, giocando anche con scene di vita quotidiana.
Alla ricerca del perfetto equilibrio tra delicatezza femmnile e stile androgino oppure una immgine raffinata per l’uomo, talvolta trasgressivo o narcisista.La curiosità di Fallai, il suo gusto esigente e irrequieto, lo portano sempre a confrontarsi e citare tutte le arti visive, riconosciuto e celebrato in tutto il mondo.
Gli scatti sono seducenti eppure naturali, di una eleganza quasi classica anche nel trasforma l’abito in immagine ed essenza di un’epoca.
Un evento e un dialogo da non perdere, quello fra il re della moda italiana e l’eclettico maestro della fotografia italiana.